Un lungo elenco di elargizioni a quasi tutti i partiti dell'arco costituzionale, da destra a sinistra, risalenti in alcuni casi anche a un decennio fa, ma svelato solo oggi. E' stato pubblicato dal quotidiano primadanoi.it, e riguarda i contributi alla politica abruzzese delle aziende del gruppo Di Zio, famiglia di imprenditori nota nella regione "polmone verde d'Europa", che opera anche nel settore dei rifiuti.
Nella lista figurano contributi per il sostentamento ordinario di partiti e di alcune fondazioni, ed elargizioni di contributi elettorali regolarmente registrati, dichiarati e certificati. Nulla di irregolare, insomma, ci teniamo a specificarlo.
L'ammontare delle erogazioni delle imprese Deco Spa ed Ecologica Sangro ammonta a ben 992mila euro, distribuiti dal 2005 fino al giugno 2009, e figura tra le carte dell'inchiesta "Re Mida", che riguardò una presunta turbativa d'asta sull'appalto per la costruzione di un impianto di bioessicazione a Teramo. L'indagine, che vide imputati l'ex assessore alla Sanità regionale, Lanfranco Venturoni, il deputato di Forza Italia, Fabrizio Di Stefano, l'ex amministratore delegato della società Team Teramo Ambiente, Vittorio Cardarella, gli imprenditori Rodolfo e Ferdinando Di Zio e la società Deco, come detto del gruppo Di Zio, si è conclusa nel novembre scorso con l'assoluzione da parte del tribunale di Pescara perché "il fatto non sussiste". Secondo la pubblica accusa, smontata in sede processuale dalla difesa e smentita dalla sentenza di assoluzione, la famiglia Di Zio avrebbe "comprato" politici al fine di mantenere a tutti i costi il suo strapotere nel campo dello smaltimento dei rifiuti in Abruzzo.
Tornando ai contributi registrati, dalla lunga lista pubblicata da primadanoi.it emerge come il gruppo Di Zio abbia di fatto finanziato tutti (o quasi) i partiti per ben quattro anni e mezzo. A scorrere l'elenco, ci si accorge che molti dei personaggi finanziati per campagne elettorali allora riferibili anche ad amministrative in piccoli comuni della regione (soprattutto della provincia di Pescara e Chieti) siano oggi esponenti di spicco della politica regionale.
Si va da Donato Di Matteo, oggi assessore regionale, che nel marzo 2005 ricevette 7mila euro come contributo per la fondazione "Abruzzo riformista"; al primo cittadino dell'Aquila Massimo Cialente, foraggiato di 20mila euro per sostenere la campagna elettorale che nel 2007 lo fece diventare per la prima volta sindaco del capoluogo. E poi lo stesso Fabrizio Di Stefano che ricevette 15mila euro per le elezioni politiche del 2006, o l'ex segretario della Margherita - la cui probabile candidatura con D'Alfonso alle ultime regionali fece sobbalzare mezza maggioranza - Giorgio D'Ambrosio (30mila euro per le politiche del 2006). Figura anche lo stesso governatore Luciano D'Alfonso, che nel 2007 riscosse per le primarie del nascente Partito Democratico 8mila euro, mentre 7mila andavano l'anno precedente alla fondazione Europa Prossima del suo ex braccio destro Guido Dezio. A prendere soldi anche le feste di partito: 5mila al festival dell'Avanti, organizzato dai socialisti a Pescara nell'estate 2006 e, nello stesso anno, 3mila euro donati a Rifondazione Comunista per la festa di Liberazione, di scena sempre nella città adriatica.
Nel 2008, invece, spiccano i 25mila euro per la candidatura al parlamento di Giovanni Legnini - attuale vice presidente del Csm - e il 20mila per il suo "rivale" Fabrizio Di Stefano, allora candidato in Senato e oggi deputato di Forza Italia. Per le regionali che incoronarono Gianni Chiodi, invece, il centrodestra ricevette 94mila euro, il centrosinistra - che esprimeva Carlo Costantini candidato alla presidenza - prese 55mila euro, mentre le candidature "indipendenti" di Rodolfo De Laurentiis (Udc) e del movimento politico "Area socialista" ottennero rispettivamente 5mila e 17mila euro a testa.