11 settembre 1973. I corpi speciali dell'esercito cileno, comandati dal generale Augusto Pinochet, destituiscono con la forza il governo democraticamente eletto di Unidad popular, cingendo d'assedio il Palazzo Presidenziale, La Moneda, e uccidendo migliaia di militanti del movimento operaio. Il presidente Salvador Allende morì nel corso all'assalto.
Nel suo ultimo discorso da presidente, trasmesso via radio poche ore prime della morte, Allende disse: "Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento".
La commissione incaricata di chiarire cosa accadde in quei terribili minuti, nel luglio 2011 ha concluso che Allende morì in seguito a due colpi d’arma da fuoco sparati con un fucile che teneva in mezzo alla gambe. Il fucile che gli aveva regalato l'amico Fidel Castro. "Abbiamo verificato una ferita alla testa causata da due colpi di arma da fuoco", ha detto uno degli esperti che hanno stilato il rapporto.
Una notizia appresa con gioia dalla famiglia: "Le conclusioni del rapporto sono in linea con quanto abbiamo sempre creduto. Di fronte a circostanze estreme, preferì togliersi la vita piuttosto che essere umiliato", ha detto Isabel, figlia dell’ex presidente.
Salvador Allende era diventato presidente del Cile il 3 novembre del 1970. La sua candidatura era stata da subito fortemente osteggiata dagli Stati Uniti, che in quegli anni erano terrorizzati dalla possibilità che il comunismo contagiasse il Sudamerica. Una volta eletto, iniziò subito a muoversi per realizzare la sua riforma socialista della società cilena. Fu avviato un programma di nazionalizzazione delle principali industrie private e fu creata una sorta di tassa sulle plusvalenze. Il governo, inoltre, annunciò una sospensione del pagamento del debito estero.
La politica di Allende, sempre più sbilanciata a sinistra, e i suoi stretti rapporti con Cuba, Fidel Castro trascorse un mese a Santiago nel 1971, allarmarono non poco Washington. L’amministrazione Nixon cominciò a esercitare una pressione economica sempre più crescente attraverso diversi canali: l’embargo, il finanziamento degli oppositori politici nel Congresso Cileno e, nel 1972, l’inconsueto appoggio economico erogato al sindacato dei camionisti, che paralizzò il paese con continui scioperi e manifestazioni. Fino all’11 settembre 1973, quando le forze armate guidate dal generale Augusto Pinochet occuparono La Moneda e instaurarono una feroce dittatura, che rimase al potere per diciassette anni.
Sono passati quarant'anni. Sono molte le iniziative organizzate, in giro per l'Italia, per riflettere sulla tragedia di un popolo e del suo presidente, ma soprattutto per far conoscere alle nuove generazioni il senso di quell'esperienza straordinaria.
NewsTown ha deciso di avvicinarsi al quarantesimo anniversario del golpe cileno proponendovi appuntamenti quotidiani di ricordo e riflessione. Disegneremo alcuni tratti della figura politica di Salvador Allende, ricostruiremo il golpe militare e i terribili anni della dittatura di Pinochet, rifletteremo sul ruolo degli Stati Uniti di Nixon nel buon esito del rovesciamento violento del Presidente, vi proporremo alcune testimonianze di chi ha vissuto il golpe raccolte da Amnesty International. Fino all'analisi della politica cilena dei giorni nostri, ancora fortemente condizionata da quanto accadde 'l'altro 11 settembre'.
Intanto, gli appuntamenti organizzati in Italia in questi giorni.
Da lunedì 9 a mercoledì 11 settembre, a Roma, si svolgeranno diverse iniziative promosse dall'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (Aamod) in collaborazione con l'Istituto Romano per la Storia d'Italia dal fascismo alla resistenza (Irsifar),Centro Sperimentale di Cinematografia (Csc) - Cineteca Nazionale, Cinecittà Luce, Laboratorio di Storia e Cinema-Università Roma Tre, Arci, Fondazione Basso, Amnesty International Italia. Qui il programma completo.
A Genova, il programma degli eventi di “Cile, quarant’ anni dopo” prevede incontri, mostre fotografiche, spettacoli: alla Fondazione Casamerica, il 4 settembre sarà inaugurata la mostra "Salvador Allende, un uomo, un popolo" di Eduardo Carrasco. La rassegna “Cile: un cinema contro i regimi” si svolgerà in più giornate al Cinema Sivori e al Club Amici del Cinema. Gli incontri musicali cominciano con l’omaggio a Salvador Allende l’11 settembre in via Allende.
Un ponte ideale tra Napoli e Santiago del Cile verrà gettato il 10 settembre, quando al Maschio Angioino si esibiranno gli Inti Illimani. Il concerto andrà avanti fino alla mezzanotte. Il giorno seguente, il gruppo si esibirà all'Alcatraz di Milano per un concerto organizzato, tra gli altri, da Cgil-Cisl e Arci.
In occasione del 40esimo anniversario, Radio Popolare propone una settimana di programmazione speciale, con interviste esclusive ai testimoni di allora, conversazioni nel Cile di oggi, concerti in diretta e un evento teatrale esclusivo che potrete ascoltare in diretta streaming. Qui tutti gli appuntamenti.
Nei giorni feriali da martedì 3 a mercoledì 11, appuntamento fisso alle 18 con Chawki Senouci per dialogare con i protagonisti più importanti di quelle giornate storiche e ascoltare le incursioni del nostro inviato Giampiero Kesten nella Santiago di oggi. A questo link, potete scaricare il podcast delle puntate.