Conoscete la legge di Godwin? E' una vecchia teoria elaborata agli albori di Internet da Mike Godwin (nota anche come reductio ad Hitlerium) secondo cui “man mano che una discussione si allunga, la possibilità di un paragone riguardante i nazisti o Hitler si avvicina a uno”.
Oggi la stessa cosa accade con i migranti. Non importa quale sia l'argomento discusso su Facebook, Twitter o altri social, prima o poi arriva qualcuno che – che si parli di Isis, Brexit o di elezioni americane – tira in ballo l'immigrazione.
Da questo assunto sono partiti i creatori del sito Metrocosm (metrocosm.org/global-immigration-map) per creare una mappa (interattiva) dell'immigrazione globale (basata sui dati forniti dalle Nazioni Unite) in cui è possibile visualizzare i flussi in entrata e in uscita riguardanti i singoli paesi.
Consultando la mappa si scoprono cose interessanti sulla portata reale delle migrazioni - a proposito delle quali, spesso e volentieri, si danno numeri in libertà o si riportano notizie false o di cui non si conoscono le fonti - ad esempio che tra il 2010 e il 2015 i migranti siriani diretti in Svezia erano più numerosi che nel resto d'Europa e d'America.
Altro progetto (americano) molto interessante sulle migrazioni è il sito therefugeeproject.org, una mappa (basata sempre sui dati delle Nazioni Unite) che offre uno storico – a partire dal 1975 - delle migrazioni dei rifugiati.
Quarant'anni fa i rifugiati erano 2 milioni e 775 mila. Da allora sono più che quintuplicati, essendo arrivati a toccare, nel 2016, quota 15 milioni e 664 mila.
E se pensate che il picco sia stato raggiunto quest'anno vi sbagliate: ciò accadde nel 1992, quando l'Onu censì, nel mondo, 17 milioni 784 mila rifugiati.
La mappa (progettata dallo studio Hyperakt di New York) permette di calcolare la percentuale di rifugiati presenti nei vari paesi – in Italia ce ne sono circa 104 mila su una popolazione di quasi 60 milioni di abitanti: praticamente c'è un rifugiato ogni 570 abitanti, dato molto più basso rispetto a quello di paesi come Francia e Germania - e anche di approfondire i motivi storici e politici che portano ad abbandonare la propria nazione.