"Marina, marina, marina ti voglio al più presto sposar". Quante volte avete sentito questa strofa? Una canzone popolare conosciutissima, cantata in tutte le feste popolari, suonate nelle sagre di paese, durante le serenate al balcone della sposa, in piazza o durante un matrimonio.
Un tormentone folk che tutti gli abruzzesi pensano sia "autoctono", abruzzese appunto. E invece no. La canzone "Marina" è belga. È la canzone con cui Rocco Granata, ragazzo calabrese figlio di un minatore che era emigrato in Belgio, scalò le classifiche di tutto il mondo in pochissimo tempo. Nel 1959 il 45 giri Marina conquistò la prima posizione nelle classifiche in Belgio, in Italia per quattro settimane, in Germania per nove settimane, in Olanda per 13 settimane, in Norvegia per 15 e raggiunse tutta l'Europa fino agli Stati Uniti.
Una canzone che nasce in Belgio, viene dall’Italia e la attraversa ancora nelle sue vene più profonde, fino alle note popolari che animano feste e sagre di paese abruzzesi.
Un mix di culture e suoni che rappresenta anche l'essenza del Belgio, un paese di immigrazione, in cui anche gli abruzzesi sono presenti. Con questo spirito di melting pot, non artificiale ma vivo, è nata a Bruxelles una nuova e giovane associazione di abruzzesi, due parole che si confondono in "Abrussels".
L'associazione è nata il primo giugno di quest'anno per promuovere la cultura, le tradizioni e i sapori abruzzesi a Bruxelles, città crocevia di culture e sede dell'Unione europea, oltre che centro dell’Europa. L'associazione non è solo il mix tra i due nomi della regione italiana e della città belga, ma un modo per unire più culture senza dimenticarne nessuna, come a dire che si può essere contemporaneamente abruzzesi, italiani, europei e cittadini del mondo senza perdere o negare nessuna delle identità che abbiamo dentro.
Abbiamo intervistato uno dei soci fondatori e presidente di Abrussels Claudio Vernarelli (video in alto) che vive nella capitale belga da due anni ed è un ex studente dell'Università degli Studi dell'Aquila.