Anche quest'anno, per la quinta volta, il gruppo di avvocati per i diritti civili Legal Team Italia (costola dell'Aed - Associazione europea giuristi democratici) ha voluto ricordare la Giornata dell'avvocato perseguitato, un momento di confronto e analisi per solidarizzare con i tanti avvocati nel mondo che vengono perseguitati per motivi politici. Quest'anno il Legal Team Italia ha focalizzato l'attenzione sulle Filippine, paese asiatico in cui vengono minacciati - e talvolta uccisi - avvocati e avvocate che difendono le cause delle fasce più deboli o si oppongono alla violazione dei diritti civili e politici.
Il testo della lettera del Legal Team Italia
Quest'anno La Giornata dell'Avvocato Perseguitato è dedicata agli avvocati ed alle avvocate filippine, minacciati e, in qualche caso, uccisi, a causa dell'impegno profuso nella difesa delle classi più povere, dei diritti umani, civili e politici.
Come ogni anno si terrà un presidio di fronte al Consolato/Ambasciata delle Filippine, e, come di consuetudine, ognuno è invitato a portare la propria toga, in segno di solidarietà. Avvocati ed associazioni di tutta Europa si ritroveranno contemporaneamente di fronte alle Ambasciate ed ai Consolati nazionali, ad Ankara, Atene, Barcellona, Berlino, Berna, Bilbao, Bruxelles, Dusseldorf, L'Aja, Istambul, Izmir, Londra, Madrid, Milano, Parigi, Roma.
A Manila si ritroveranno invece gli avvocati e le avvocate aderenti alla NUPL (National Union of Peoples Lawyers). Grazie alla collaborazione tra ELDH e NUPL è stato prodotto un breve report che fotografa la situazione a partire dal 2001. Il documento descrive un Paese nel quale avvocati, ma anche giudici, coinvolti nella protezione di diritti fondamentali dell'uomo e delle compagini sociali nelle quali questo esprime la propria identità e/o il proprio senso di collettività (come possono essere associazioni, organizzazioni di lavoratori, gruppi del più vario genere), vengono ripetutamente attaccati e, purtroppo, anche uccisi. Nella maggior parte dei casi i colpevoli non vengono neppure identificati, tuttavia, si stima che, all'interno dei casi in cui il responsabile viene identificato, circa il 65% appartenga all'esercito mentre circa il 20% sarebbe costuito da soggetti appartenenti alle forze dell'ordine.
Dal 2001 sono 41 gli avvocati uccisi, mentre 57 hanno subito attacchi fisici, minacce o sono stati sottoposti senza alcuna ragione a strette misure di sorveglianza da parte di articolazioni del Governo filippino. Con l'occasione di questa giornata riteniamo importante ricordare alcuni avvenimenti particolarmente recenti, che esemplificano il clima di pericolo ed intimidazione nel quale i nostri colleghi e le nostre colleghe vivono e proseguono nel loro lavoro di difesa.
L'Avv. Rodolfo Felicio, un veterano della protezione dei diritti umani e membro della NUPL è stato ucciso il 24 agosto 2014, mentre il Giudice Reynerio Estacio Sr. è morto in seguito ad un agguato perpetrato da parte di due uomini armati mentre si recava al lavoro: entrambi erano fortemente impegnati in particolare nella protezione dei diritti dei detenuti politici ed avevano lavorato in casi che coinvolgevano esponenti della polizia.
Il 18 febbraio 2014 è stato colpito al ritorno da un'udienza l'Avv. Noel D. Archival, ed è morto in conseuenza dell'attacco: i sospetti ricadono sulla locale forza di polizia, quale vendetta per le denunce presentate dall'Avvocato contro di loro; simili sono le circostanze nelle quali si è consumato l'omicidio dell'Avv. John Mark Espera, attivo soprattutto nella difesa dei diritti dei detenuti. Altre vessazioni di vario genere subiscono alcuni avvocati ed alcune avvocate ancora in attività, per quanto quest'ultima sia resa difficile dai regimi di alta sorveglianza statale cui sono arbitrariamente sottoposti: è il caso dell'Avv. Maria Catherine Dannug-Salucon, inserita nelle liste dei sostenitori dei "Terrorristi Comunisti" per aver prestato la propria opera verso oppositori politici all'attuale Governo del Presidente Benigno Aquino III, così come del Segretario Generale del NUPL, l'Avv. Edre Olalia, attualmente sotto processo per aver partecipato ad eventi ed attività pubbliche violentemente represse dalla polizia.
In considerazione di quanto avvenuto proprio pochi giorni fa alle nostre colleghe basche ed ai nostri colleghi baschi, che ci rammenta come, all'alba del 2015, l'attività di chi difende i più elementari diritti di espressione e partecipazione anche nei cosiddetti paesi democratici non possa dirsi davvero né protetta né garantita, auspichiamo una grande partecipazione da parte di tutte e tutti, in segno di solidarietà con i nostri colleghi e colleghe e con la popolazione filippina che cercano di difendere.