“Fuori da questo Auditorium, c'è in pieno svolgimento una cura ortopedica dell'Aquila che non è più su gambe e braccia fratturate ma è piuttosto una cura per il ripristino di quelle gambe e di quelle braccia”.
Parole di Fabrizio Barca, arrivato a L'Aquila per il terzo forum organizzato dal Gssi sulla città del futuro. “In questo centro storico - ha aggiunto – stanno lavorando più di 2mila operai, e il Governo sta investendo 35milioni di euro al mese. Ma oggi, si sta parlando anche di cura spirituale della città: abbiamo sentito finalmente parlare di cosa fare con quelle gambe e con quelle braccia. Abbiamo sentito parlare di uso e utilizzo degli spazi, di cura dell'ambiente, di contenuti insomma, anziché di contenitori. Abbiamo sentito parlare della città del futuro”.
Barca, già ministro della Coesione territoriale del governo Monti, con delega alla ricostruzione del cratere, ha accennato ai dati di contesto emersi dal lavoro dei giovani ricercatori del Gssi, “rispetto ai quali – ha spiegato – non possiamo fare niente: la cura ortopedica avviene in un contesto di drammatico cambiamento, di adattamento delle città ai propri territori, ai cambiamenti climatici, ai movimenti della terra, al disegno degli spazi rispetto all'invecchiamento della popolazone, alle modifiche radicali delle preferenze dei cittadini, alla enorme instabilità della competizione mondiale. Il cambiamento che viviamo impone di ragionare a vent'anni, non più a due o tre anni”. Altro dato di contesto è la particolare situazione aquilana, “città della conoscenza che fatica, però, a tradurre questo dato di sviluppo, città policentrica, con una tendenza al frazionamento che si avvertiva già prima del sisma”.
Il team di ricercatori del Gssi - ha continuato Fabrizio Barca - “ha presentato dei pezzi di pianificazione strategica che non attengono ad un programma rigido, piuttosto ad un processo flessibile, che prevede, da parte dell'amministrazione, linee guida a cui dare ruolo attraverso la partecipazione dei cittadini. La politica non deve rinunciare all'indirizzo, ma rendersi disponibile a modificare alcune linee guida, secondo le indicazioni che arrivano dal basso, dalla città, in un flusso di informazione e elaborazione che non può che essere bidirezionale”.
Si tratta di sperimentalismo democratico, ha sottolineato Barca, “l'ha inventato il filosofo Dewey un centinaio di anni fa e, come le grandi intuizioni, trova oggi la sua straordinaria modernità. E' uno scatto importante: significa ripensare la politica, lavorare al contrario di come abbiamo lavorato fino ad ora. Una operazione nient'affatto facile”.
“La cosa straordinaria accaduta oggi - ha inteso chiarire l'ex ministro, oggi funzionario del Mef – è che gli spunti regalati dai ricercatori del Gssi si sono intrecciati con gli impegni assunti dall'amministrazione e di cui voglio cogliere la dinamicità e la flessibilità, in particolare nella redazione del nuovo Piano Regolatore Generale, come auspicato tra l'altro dall'architetto Chiara Santoro”.
Ora – ha concluso Barca – in termini operativi, “l'impatto delle riflessioni dei ricercatori del Gssi può essere di due tipi: rispetto a scelte già assunte, possono suggerire elementi di intervento minimo, integrativo, che diano senso alle scelte. Rispetto a decisioni da assumere, invece, suggeriscono scelte strategiche rilevanti, se si è in grado di coglierle”.
A Barca hanno risposto il vicepresidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, e il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente. “Qui sono successe tre cose”, ha detto Lolli. “La crisi profonda che già attraversava la città si è intrecciata con il terremoto e con la drammatica crisi economia globale. Il combinato disposto di queste tre coe ha determinato una situazione difficilissima. Corriamo il rischio – ha continuato il vicepresidente della Giunta regionale – che questa città e questo territorio regrediscano. Non basta ricostruire: è necessario utilizzare la ricostruzione per individuare un futuro possibile. E l'unico futuro che possiamo immaginare è aprirci, come in altre fasi difficili vissute dalla nostra città, aprirci al mondo e non chiuderci dentro le mura”. Pianificazione e partecipazione saranno le parole chiave: “Così dobbiamo immaginare di utilizzare compiutamente i 260milioni disponibili per il rilancio economico del territorio: pianificando e lasciando partecipare la città a scelte che consentano alla nostra città di aprirsi al mondo. Investendo sul turismo dunque, su investimenti industriali di qualità, sull'alta formazione e la cultura”.
Visione condivisa dal sindaco Massimo Cialente. “Siamo dinanzi ad un bivio”, ha inteso ribadire. “Possiamo diventare una città ripiegata su se stessa, con 30mila aquilani e 150mila abitazioni che determineranno un crollo immobiliare. Se così fosse, avremmo perso una straordinaria opportunità per il rilancio economico e sociale del territorio. All'altro lato del bivio, possiamo prendere la strada che conduce alla rinasciata di una città dall'altissima qualità della vita, città dell'alta formazione e della cultura, capace di adattarsi alle trasformazioni del mondo e di attrarre, così, giovani che scommettano su una vita qui. Non ci sono mezze misure: dobbiamo scegliere e saper scegliere. Anche perché non c'è tempo da perdere: qui, sono stati già spesi 4miliardi di euro e 35milioni di euro al giorno finanziano la ricostruzione del centro storico, eppure abbiamo un tasso di disoccupazione e di povertà che non finisce mai, e a cui non siamo abituati”.