Sabato, 19 Dicembre 2015 02:54

Parlamento, ecco la classifica dei più produttivi, compresi gli abruzzesi

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E'stato appena pubblicato il nuovo dossier Openpolis (osservatorio civico sulla trasparenza della politica italiana) sull'indice di produttività parlamentare 2015.

Lo studio riguarda la XVII Legislatura e va da marzo 2013 a novembre 2015.

L'indice di produttività è una classifica dell'attività parlamentare che prende in considerazione il numero, la tipologia, il consenso e l'iter degli atti presentati, in modo da valutare e confrontare la capacità di singoli deputati e senatori di essere influenti ed efficienti.

"Non è produttivo il parlamentare primo firmatario di innumerevoli ddl - viene spiegato nell'introduzione del mini dossier, che contiene anche analisi sulle dinamiche di funzionamento delle Camere e classifiche su parlamentari e gruppi - ma quello che porta a casa una legge".

Attraverso elementi qualitativi e non solo quantitativi, dunque, l’azione di deputati e senatori viene valutata per rilevarne l’efficacia.

Cosa dice il report? Anzitutto che la stragrande maggioranza delle leggi approvate sono di  iniziativa governativa (oltre l’80%) e poi che i parlametari che hanno un'attività politica rilevante sono poche decine.

“L’indice di produttività parlamentare” si legge nello studio “permette di vedere con chiarezza chi  realmente ha la capacità o il potere di influire sulle attività di Camera e  Senato. Queste “key position” all’interno del Parlamento sono occupate da  pochi attori. Quando si va a vedere la distribuzione della produttività in aula, si scopre  che il 57% dei deputati e il 41% dei senatori è nella fascia più bassa. Mentre  è bassissima la percentuale di parlamentari che totalizza un punteggio alto,  cioè più di 500 punti: l’1,9% alla Camera e il 2,8% al Senato”.

Insomma, a contare veramente in parlamento sono in pochi e una buona parte degli eletti (il 66% alla Camera e il 63%  al Senato) produce meno della media.

Inoltre, afferma sempre lo studio, molto spesso i parlamentari più influenti hanno un incarico istituzionale o di  partito all’interno del Parlamento: "se si indaga la produttività in base ai ruoli,  distinguendo il parlamentare “semplice” da quello con incarichi istituzionali   (presidente di commissione, capogruppo di aula o commissione) si evince che  questi ultimi hanno un indice medio di produttività notevolmente superiore  ai primi”.

Alla Camera dei deputati, il 57,14% dei deputati ha  totalizzato un punteggio che va da 0 a 99, ben al di sotto della media di produttività, che è di 121,45. Solo il 3,02% di  deputati, dall’inizio della legislatura, ha totalizzato  più di 400 punti. E solo in cinque (0,79%) hanno superato i 600 punti,  andando ad occupare la cima della classifica.

Stessa musica al Senato, dove il 41,74% dei politici ha  totalizzato un punteggio che va da 0 a 99, su una media che è del 151,35.  “A Palazzo Madama i personaggi più influenti  corrispondono a quel 5,30% che dall’inizio della  legislatura ha ottenuto più di 400 punti. Superano i  600 punti, andando a occupare la cima della classifica,  solo in 6 (1,87%)”.

Il report sottolinea tra l'altro come “i parlamentari che sono anche membri del Governo  hanno una media di produttività bassissima, un risultato che evidenzia la palese incompatibilità dei  due ruoli”.

Un altro tema importante che emerge dal dossier è “la diminuzione di attività ed efficacia dei parlamentari che  fanno parte dei gruppi di maggioranza. A spiccare sono i partiti di opposizione, con la Lega Nord in testa in entrambi i rami del Parlamento. Fra le opposizioni, il M5S occupa posizioni più basse proprio perché meno disponibile al compromesso parlamentare”.

I parlamentari più produttivi: bene Colletti, Chiavaroli quinta al Senato. Razzi batte Blundo e Pezzopane

L’indice di produttività, come detto, prende in considerazione alcune azioni senza entrare nel merito: l’iter di una legge e le tappe superate; il consenso ottenuto intorno ad un atto parlamentare e infine la partecipazione ai lavori (presenze, voto e interventi in aula).

Il premio primo della classe alla Camera va al deputato di Fi-Pdl Francesco Paolo Sisto, che ha un indice di produttività di 914,44. Segue subito dietro Matteo Bragantini della Lega Nord (846,15 punti). Poi Donatella Ferranti del Pd (715,12), un altro leghista, Massimiliano Fredriga (685,24), e il democrat Marco Causi (682,18). Sesto Andrea Colletti del M5S (597,80), eletto in Abruzzo. Per incontrare un altro abruzzese bisogna scendere al 32° posto, dove troviamo Gianni Melilla di Sel con un indice di produttività di 343,43. Tra gli eletti in Abruzzo presenti tra i primi cento ci sono anche Paolo Tancredi di Fi-Pdl, al 45° posto con un indice di 314, e il pentastellato Gianluca Vacca, con 224,62.

Al Senato, invece, la migliore risulta Loredana De Petris di Sel-Gruppo Misto (745,27 punti), seguita dal forzista Nitto Francesco Palma (740,73) e dai democratici Giorgio Pagliari (700,05) e Anna Finocchiaro (695,17). Quinta piazza per l'abruzzese Federica Chiavaroli di Alleanza popolare (Ncd-Udc), con 679,03 punti. Dopo la Chiavaroli, il secondo tra gli eletti in Abruzzo è Antonio Razzi (Fi-Pdl) con 382,7 punti. Molto distanziate Enza Blundo, del M5S (143,64), in 126ª posizione, e Stefania Pezzopane, del Pd, al 172° posto con un indice di produttività 106,57. Male Paola Pelino (Fi_Pdl), 182ª con 102,98 punti, e Gaetano Quagliariello, appena fuoriuscito dal Nuovo Centrodestra, 267° con 46,02 punti.

 

Ultima modifica il Sabato, 19 Dicembre 2015 18:31

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