Carlo Benedetti tira dritto.
Altro che "provocazione", come pure hanno provato a dire il segretario cittadino del Pd, Stefano Albano, e il capogruppo in Consiglio comunale, Stefano Palumbo. "A parte qualche difesa d'ufficio, di mera natura politica - ha attaccato Benedetti - la mia presa di posizione in merito ai lavori per la realizzazione dei sottoservizi lungo l'asse centrale, sembra aver ottenuto un ampio consenso e approvazione in città, in particolare tra i commercianti e i residenti della zona, che sono poi gli 'anestesisti rianimatori' del centro storico. Si registra, insomma, l'unanime constatazione della gravità della situazione dal punto di vista dello stato dei lavori, nonostante, lo ripeto, l'impegno del presidente della società Gran Sasso Acqua. E non c'è magia delle parole che possa sovvertire questa evidenza".
Più chiaro di così. Benedetti si dice motivato a non desistere "rispetto ad una presa di posizione - sottolinea - che poi, in fondo, è stato come il gridare "il re è nudo" della famosa favola. Un mettere il dito in una piaga ipocritamente ignorata finora".
Dunque, la proposta: "Venga attuata una forma di controllo sugli aspetti contrattuali e legali della vicenda, attraverso le Commissioni consiliari 'Programmazione e bilancio' e 'Controllo e garanzia', unitamente all'istituzione di un tavolo tecnico composto da tecnici e rappresentanti del Comune dell'Aquila, delle associazioni di categoria del commercio e delle attività produttive e dai professionisti, con il compito di monitorare la situazione per quanto riguarda l'andamento dei lavori. Un controllo che, evidentemente, finora non è stato effettuato a sufficienza, né dalla stazione appaltante, né dalla direzione dei lavori".
Non solo. Il presidente del Consiglio comunale propone che la realizzazione dei lavori, "da vedere se per i sottoservizi o per il tunnel intelligente", venga concordata nella sede del Consiglio comunale, "con la predetta commissione tecnica, insediata in maniera permanente, sulla base di un cronoprogramma credibile e condiviso".
Si torni a discuterne in assise consiliare, insomma.
Potrebbe aprirsi una partita politica inattesa, fino a qualche giorno fa. La tensione si fa sempre più palpabile. Il Partito Democratico, e Benedetti ne è esponente influente, ha provato a stemperare la polemica parlando, come detto, di "provocazione" ed invocando - "piuttosto che perderci in estenuanti ed improduttive discussioni" - un lavoro concertato "per rendere compatibili e coordinate le misure in cantiere, come la realizzazione dei sottoservizi, con quelle da progettare, come la distribuzione e la natura degli incentivi da mettere a punto per la ripresa delle attività economiche nel centro storico dell'Aquila".
Anche il sindaco Massimo Cialente ha tentato di minimizzare: "Comprendo perfettamente l'ansia e la preoccupazione di Carlo, è anche la mia", ha spiegato a NewsTown. "Ma piuttosto che chiedere la sospensione dei lavori sui sottoservizi, dobbiamo continuare a fare ciò che stiamo facendo: premere sulle aziende e sulla Gsa affinché si proceda con gli allacci e, soprattutto, spingere perché i lavori corrano". Evidentemente, per il presidente del Consiglio comunale non è sufficiente.
Serpeggia un certo nervosismo, invece, nella sede di 'Asse centrale Scarl', la società consortile che si è aggiudicata il primo lotto dei lavori per 38 milioni di euro, costituita dalle imprese Acmar, Taddei e dalla Edilfrair del presidente di Ance, Gianni Frattale. E resta in silenzio Americo Di Benedetto, presidente della Gran Sasso Acqua, stazione appaltante della grande opera, altro esponente di spicco del Partito Democratico cittadino.
Di Benedetto che, stando ai beni informati, potrebbe essere il candidato giusto per il Pd alle prossime elezioni amministrative. E che sui sottoservizi, senza dubbio, si sta giocando una importante partita politica, talmente importante che potrebbe aprirgli, tra poco più di un anno, le porte di Palazzo Fibbioni. Che non ci sia anche questo, dietro l'affondo di Carlo Benedetti?
Il presidente del Consiglio comunale non ha mai nascosto una certa insofferenza per le dinamiche che sottendono agli equilibri in seno al Partito Democratico locale, 'soffre' la forte presenza mediatica e l'influenza che in questi anni hanno esercitato Massimo Cialente, Giovanni Lolli e Stefania Pezzopane, e teme di restare 'stretto' tra gli interessi della così detta triade e le velleità di rinnovamento dei giovani del Pd e del loro, per ora solo accennato, 'Progetto L'Aquila'.
Aver preso una posizione così decisa, anche contro i maggiorenti del suo stesso partito, ha permesso a Benedetti di imporsi sulle prime pagine dei giornali, di 'sfidare' - politicamente si intende - Americo Di Benedetto che, pur mantenendo un basso profilo, si sente più che pronto a correre per la poltrona di primo cittadino, e di mettere al centro dell'agenda politica del partito la difficile questione dei sottoservizi. Vicenda, si badi bene, nient'affatto banale, se è vero che il presidente del Consiglio comunale ha posto una questione che, prima o poi, la politica avrebbe dovuto affrontare, 'soffiandola' tra l'altro alle opposizioni di centrodestra, con una presa di posizione che sta raccogliendo consensi, in particolare tra i commercianti e tra i proprietari degli immobili del centro storico.
Una presa di posizione che potrebbe garantirgli insospettabili sostegni politici.