Martedì, 01 Marzo 2016 12:19

Corte dei Conti boccia la Regione: inattendibile rendiconto 2013

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“La Corte dei Conti della Regione Abruzzo non ha parificato i risultati finanziari dell’esercizio 2013, derivanti da residui inattendibili, dall’utilizzo di economie vincolate e dalla mancata neutralizzazione dell’anticipazione di liquidità ricevuta dal governo. Detto in parole più semplici, la Corte ha rilevato che il rendiconto presentato ad agosto 2015 dal governo di Luciano D’Alfonso, presentato con una situazione finanziaria in attivo, presenta invece una situazione dei conti in rosso, con almeno 773.000.000 di euro di debito volutamente occultati, che potrebbero risultare anche molti di più dopo un corretto accertamento dei residui, accertamento che la regione, per ovvi motivi, si è ben guardata dall’effettuare. Del resto, con una situazione come questa, con quale faccia il Presidente della Giunta avrebbe potuto giustificare agli abruzzesi l’ulteriore recente indebitamento di 100.000.000 di euro che peseranno come un macigno sulle spalle delle prossime generazioni?”.

Parole del consigliere regionale a 5 Stelle Gianluca Ranieri che ha commentato così, nei giorni scorsi, la sentenza emessa al termine dell'adunanza della Sezione regionale di controllo per l'Abruzzo della Corte dei Conti, chiamata il 26 febbraio a deliberare in pubblica udienza sulla parificazione del rendiconto generale della Regione Abruzzo per l'esercizio finanziario 2013.

Rendiconto che si riferisce all'annualità 2013, quando al governo della Regione c'era Gianni Chiodi e che, come detto, è stato presentato dal governo D'Alfonso soltanto due anni dopo, nell'agosto 2015: un ritardo che, evidentemente, porta con sé la mancata approvazione dei bilanci riferiti alle annualità 2014 e 2015 previste per luglio e dicembre prossimi.

La delibera della Corte dei Conti potete leggerla qui.

Asserisce come ci sia "assenza di procedure certe di consolidamento dei dati", a rendere dunque "inattendibili gli importi riportati in rendiconto". Per questo, "non si ritengono attendibili, nel loro ammontare, né il risultato finale di amministrazione (1.184.286.519 euro) né il risultato di gestione (-538.201.471)". Stando alla Corte dei Conti, non è possibile neppure includere nel giudizio di regolarità le voci dei residui attivi e passivi iscritti nel conto del patrimonio. Come non bastasse, non è pianificabile l'annotazione dell'anticipazione di liquidità "perché al termine della gestione il disavanzo di amministrazione avrebbe dovuto registrare l’aumento di un importo pari all’anticipazione".

"La Corte non ha potuto non rilevare come la mancata redazione tempestiva, accurata e veritiera dei bilanci - ha sottolineato Ranieri - abbia pesanti riflessi su tutta l’attività di gestione e di programmazione regionale la quale proprio su quei bilanci si basa e che dunque, ad oggi, viene inevitabilmente portata avanti con criteri che poco hanno a che fare con una gestione prudente e consapevole. Si spiegano facilmente le reticenze del governatore D’Alfonso e dell’assessore Paolucci in merito alla condivisione delle scelte di bilancio, più e più volte richiesta dal Movimento 5 Stelle e che ha condotto centro destra e centro sinistra ad inscenare uno scandaloso teatrino ai danni della finanza pubblica e degli abruzzesi. Si spiega altresì perché siano ancora di là da venire le approvazioni dei bilanci 2014 e 2015, previste rispettivamente per luglio e dicembre ma che, stando a quanto si è visto finora, aspetteremo probabilmente fino a fine legislatura".

Di Regione rimasta 'inerte' rispetto ai problemi di bilancio ha parlato anche il procuratore Maurizio Stanco: nel corso dell'esercizio, ha spiegato, non si è visto un efficace recupero dello squilibrio e vi sono, anzi, "interventi legislativi che lo incrementano". Stanco ha inteso sottolineare come il recente riaccertamento al 31 dicembre 2013 non sarebbe stato condotto in modo rigoroso. "Per un consistente numero di crediti, in assenza di elementi sulla loro sussistenza (soprattutto per quelli di più risalente origine), si è deciso ugualmente per il loro mantenimento in attesa di approfondimenti. Tale decisione tradisce la logica e la funzione stessa del riaccertamento, perché l’assenza di informazioni sulla sussistenza del titolo giuridico legittimante il residuo attivo avrebbe dovuto necessariamente condurre alla sua eliminazione. La situazione dei residui attivi, quindi, ad avviso di quest’organo requirente, per l’esposta criticità, rimane inattendibile".

Ranieri non manca, quindi, un durissimo affondo alla Giunta D'Alfonso. "Non valga la giustificazione che il disavanzo generato sia da attribuire alla precedente giunta, perché la mistificazione del bilancio 2013 ha un solo responsabile: l’attuale governo regionale, che ha preferito utilizzare stratagemmi contabili piuttosto che ammettere di dover fare i conti con una situazione finanziaria disastrosa e probabilmente destinata a peggiorare, viste le scelte scellerate portate avanti da Luciano D’Alfonso e dal suo assessore al bilancio".

Ultima modifica il Martedì, 01 Marzo 2016 12:52

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