"Ho deciso di riflettere qualche ora in più prima di parlare. Non posso che unirmi al generale auspicio che il dottor Tordera alla guida della Asl 1 svolga un lavoro meritevole, perché questo è naturalmente l'interesse dei cittadini delle nostre aree interne. Detto questo, ritengo che esistono molte circostanze - in politica specialmente - in cui la forma è sostanza".
Non ci sta, Pierpaolo Pietrucci. E a due giorni dalla nomina di Rinaldo Tordera a manager dell'azienda sanitaria locale, torna a contestare la scelta dell'avvocato lombardo, "la forma di questa nomina", il modo in cui "il presidente della Regione e il sindaco dell’Aquila l’hanno confezionata". Non è un buon segnale, l'affondo del consigliere regionale, "per i doveri di trasparenza che la politica deve ai cittadini, per la necessità di condivisione delle scelte con le comunità locali e i suoi rappresentanti istituzionali, a cominciare dal gran numero di sindaci che ha sostenuto la mia battaglia, per il rispetto che si sarebbe dovuto ai professionisti, faccio riferimento ai medici e a tutti gli operatori sanitari, che sono la fortuna della Asl 1. Fare una deroga per scavalcare quel gran numero di idonei, significa dichiararli non validi. O forse non sufficientemente fidati. A che è servito, poi, aspettare l'ultimo minuto utile per una scelta che era evidentemente decisa, molto ai limiti, da tempo? La riforma regionale incombe, e si è perso del tempo prezioso".
Domande che meriterebbero risposte chiare. Come noto, Pietrucci si è battuto per la nomina di un direttore generale che fosse un medico espressione del territorio, consapevole delle difficoltà dell'azienda in un momento cruciale, con la riorganizzazione della rete ospedaliera che potrebbe stravolgere la sanità regionale. Intorno a sé, il consigliere regionale ha raccolto una quarantina di sindaci, consiglieri regionali, il vice sindaco del Comune dell'Aquila, Nicola Trifuoggi e, con lui, rappresentanti della politica cittadina, di destra e sinistra, sindacati e ordini professionali. Non è bastato.
"Mi è sembrato giusto, perciò non me ne pento, portare alla luce tutte le evidenti contraddizioni di questa vicenda, a costo di andare incontro a una più che probabile delusione. Credo che tutti i grandi cambiamenti, la storia ce lo insegna, comincino così, con le battaglie da combattere sui principi e il sano disprezzo dei rischi e dei calcoli. E che la gestione delle nostre aziende pubbliche, il rapporto tra chi le guida e la politica, abbiano bisogno di un grande cambiamento. Se non di una rivoluzione. Non serve infiocchettare tutto con narrazioni che parlano di manager e competenze esterne, perché i cittadini non sono certo sprovveduti. Riconoscono il modo di fare gattopardesco, quello che facendo finta di cambiare tutto non cambia niente".
In ogni caso - continua Pietrucci - "non sarà lasciata cadere la risorsa che è nata da questo confronto, e che è in buona sostanza la nuova consapevolezza che abbiamo, che su scelte strategiche si può coagulare consenso e condivisione di sindaci e amministratori nell'interesse del territorio. Che il territorio è in grado di esprimere una voce chiara e unitaria. Non si potrà ignorarlo, in futuro, e non potrà ignorarlo il dottor Tordera, che incontrerò al più presto assieme ai rappresentanti dei medici e del territorio anche per valorizzare un lavoro che avevo portato avanti assieme all’assessore Paolucci e che purtroppo si è interrotto negli ultimi due mesi, quando si sono accesi gli animi di chi era interessato esclusivamente alla nomina del manager".
Stimolo e anche controllo, promette il consigliere regionale democrat. "Abbiamo davanti scelte troppo importanti, a cominciare dalla riduzione delle liste d'attesa, dal rapporto con l’Università, l’aumento della mobilità attiva e di una voce forte al tavolo della riforma, per affrontarle disattenti e a cuor leggero. L’Aquila e il suo territorio mai come ora hanno bisogno di essere aiutati e sostenuti, anche nei confronti di chi, al vertice della politica regionale, pare dimenticarsene spesso e troppo facilmente".