Lunedì, 14 Marzo 2016 00:01

Spaccatura tra D'Alfonso e il PD aquilano. Lolli: "Senza aree interne, 'regionetta'"

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Acque agitate nel Partito Democratico. E non solo a livello nazionale, con Matteo Renzi che ha portato l'ennesimo affondo alla minoranza dem - "chi mi critica ha distrutto l'Ulivo" ha detto sabato - e Pierluigi Bersani che, stizzito, ha ricordato al premier segretario che "governa con i miei voti di centrosinistra". Anche in Abruzzo, infatti, l'atmosfera è piuttosto tesa: la spaccatura tra Luciano D'Alfonso e il Pd aquilano è sempre più profonda.

Il clamoroso litigio tra il governatore e il consigliere democrat Pierpaolo Pietrucci, con i due che sono venuti quasi alle mani in Consiglio regionale, ha reso plasticamente le divergenze.

Il Masterplan per l'Abruzzo ha disatteso completamente le aspettative delle aree interne e l'ennesimo annuncio di D'Alfonso - la volontà di favorire una infrastrutturazione dei siti abitativi del Progetto CASE di Roio, Pagliare di Sassa, Coppito e S. Antonio quali spazi più prossimi alle Facoltà universitarie dell'Aquila - che segue altri annunci, la realizzazione del Ponte della Mausonia e i 10 milioni destinati all'ex Op di Collemaggio non si è ben capito per realizzare cosa, hanno finito per far affiorare pubblicamente i malcelati malumori del Pd aquilano.

"Le vicende e gli annunci degli ultimi giorni evidenziano nella sua criticità un problema di metodo nella costruzione del Masterplan abruzzese", hanno sottolineato il segretario cittadino, Stefano Albano, e il capogruppo in Consiglio comunale, Stefano Palumbo. "Alle esigenze poste giustamente dal consigliere Pierpaolo Pietrucci si è risposto con un annuncio di trasformazione di alcuni degli insediamenti del Progetto Case in residenze universitarie, annuncio che non tiene conto della discussione che si è sviluppata in città e in Consiglio comunale sul destino di tali insediamenti e sulla residenzialità universitaria".

Albano e Palumbo hanno denunciato come il governatore stia ignorando "il metodo che il Pd dell'Aquila ha adottato per la rinascita della città, fatto di confronto, discussione e programmazione attorno a una visione di sviluppo".

Parole che hanno fatto molto rumore. "Basta con questo spettacolo che fa male solo e soltanto al Partito Democratico", l'appello di Marco Rapino. "Dopo i fatti gravi di Sulmona siamo chiamati tutti a riflettere e fare un passo indietro rispetto ai personalismi", ha voluto ribadire il segretario regionale. "A cominciare dalle cariche più alte fino all'ultimo degli iscritti: ognuno deve avere rispetto per la nostra comunità politica, del suo ruolo e delle sue regole". Il Pd Abruzzo non è una caserma, ha sottolineato Rapino, "ma non è nemmeno un autobus elettorale e stiano tutti certi che finché sarò Segretario non lo sarà mai perché ho considerazione dei valori del nostro partito, degli iscritti e dei nostri elettori".

Sui temi fondamentali per il rilancio dell'Aquila e della nostra Regione non si può tirare la corda finché non si spezza per tatticismo, l'affondo del segretario. "Aree interne e zona costiera devono lavorare insieme sulla progettualità e sulla concretezza della nostra attività politica".

Oggi, Marco Rapino sarà a L'Aquila "per incontrare il gruppo dirigente e ristabilire una linea condivisa. Sono convinto che i consensi personali siano importanti ma ricordo a tutti che per quei consensi il nostro simbolo è fondamentale. A cominciare da me siamo tutti necessari ma nessuno è indispensabile. Ci vuole responsabilità e solidità perché tutti remiamo nella stessa direzione".

Un intervento piuttosto deciso, e inatteso a dire il vero. Delle spaccature in seno al Pd regionale, delle divergenze sempre più evidenti tra i rappresentanti politici della costa adriatica e quelli delle aree interne, ha parlato anche il vice presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, in una intervista rilasciata al quotidiano 'Il Centro'.

"L’Aquila e le zone interne devono essere la guida dell’Abruzzo che, senza di noi, è condannato a diventare una 'regionetta' di secondo livello, il fanalino di coda delle Marche", il messaggio, chiaro, che Lolli ha voluto spedire al governatore, e non solo a lui, evidentemente. "Se l’Abruzzo pensa di svilupparsi tralasciando questa parte di territorio, sbaglia di grosso. E non farà molta strada", ha aggiunto.

Lolli, però, si è rivolto anche al Pd aquilano, ai suoi vertici cittadini, con parole altrettanto chiare. "E' arrivato il momento di abbandonare le battaglie difensive e perdenti, che ci relegano ad un ruolo marginale". Insomma, basta "piagnistei", così li ha definiti, che "danno una sensazione di debolezza, con il solo risultato di farci buttare, ogni tanto, qualche osso per tenerci buoni". Più chiaro di così. "Sto lavorando con forza al progetto di sviluppo dell’Abruzzo, in particolare della provincia dell’Aquila. La voglia di riscatto si misura sulla capacità di mettere in piedi una valida progettualità, non sulle lagnanze improduttive".

Quasi una sfida, ai vertici cittadini del Partito Democratico, ai 'giovani' che ambiscono a divenire classe dirigente e che fanno ancora fatica, però, a farsi riconoscere come interlocutori privilegiati per disegnare il tanto annunciato progetto di rinascita della città.

Tra le righe, Albano e Palumbo hanno inteso lanciare un messaggio anche alla senatrice Stefania Pezzopane che ha incontrato il governatore per discutere la destinazione d'uso di alcuni quartieri del progetto Case. Un messaggio che i vertici del partito avevano già lanciato al sindaco Massimo Cialente, quando il primo cittadino parlò di un progetto per L'Aquila 2030 su cui stava già lavorando. "Abbiamo adottato un metodo per la rinascita della città, fatto di confronto, discussione e programmazione attorno a una visione di sviluppo", il senso. A dire: basta con le gestioni personali e personalistiche dei rapporti istituzionali. Come è accaduto, in realtà, per la nomina del direttore generale dell'Azienda sanitaria locale. E come è accaduto ieri l'altro, appunto, con l'incontro tra Pezzopane e D'Alfonso.

Non è un mistero che il sindaco dell'Aquila e, così, la senatrice Pezzopane e gli esponenti di quella classe dirigente che si sente quasi in diritto di 'prendere le redini' a conclusione dell'esperienza di governo Cialente - si pensi al presidente del Consiglio comunale Carlo Benedetti e, con lui, ad alcuni assessori di lungo corso politico - non frequentino assiduamente, per usare un eufemismo, quei luoghi di confronto e discussione istruiti dai giovani vertici del Partito. Un segno di debolezza che racconta anche delle difficoltà che vive il Pd aquilano nel rapporto con il presidente della Giunta regionale e con le influenti personalità politiche che agiscono sulla costa adriatica. Tra l'altro, a poco più di un anno dalle elezioni amministrative che potrebbero aprire ulteriori spaccature, come dimostra la cronaca nazionale delle ultime settimane.

In questo senso, il vice presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, sembra l'unico in grado di parlare alle diverse anime del Pd aquilano, l'unico in grado di assicurare una stabilità che significherebbe anche maggiore forza sul tavolo del dibattito politico regionale. E le parole affidate al quotidiano 'Il Centro' sembrano andare proprio in questa direzione.

Ultima modifica il Lunedì, 14 Marzo 2016 12:46

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