A ridosso del 6 aprile e ad un anno circa dalle prossime elezioni Comunali, il movimento Cinque Stelle torna a fare la voce grossa nel campo della politica aquilana - dove manca a livello consiliare - con un nuovo convegno partecipato e dai toni duri, alla presenza di due senatori pentastellati: l'aquilana Enza Blundo ed il sicilano Mario Michele Giarrusso militante storico dell'antimafia e membro della commissione giustizia.
Giarrusso, che ha visitato il centro nella mattinata, ha parlato dell'Aquila come una "ferita aperta" del Paese e ha dato un duro giudizio sulla ricostruzione: "Qui qualcuno ha amato i soldi più che L'Aquila e si vede. Non c'è stato amore per la città, non c'è un'idea di città. C'è un'idea di arraffare, spartire, dividere, lucrare e solo all'ultimo posto ci sono le sofferenze dei cittadini". Secondo il senatore siciliano, L'Aquila è ancora una città "polverizzata come centro umano di cittadini" a causa di una "gestione scellerata".
Per questo, e qui si trova il senso dell'incontro Cinque Stelle, "chi ha a cuore questa città - ha concluso Giarrusso - si deve mobilitare per far cessare i comitati d'affari che si sono creati".
Giarrusso che non si è sottratto con Newstown, il giorno dopo la caduta di un altro balcone dal Progetto Case, a dare il proprio giudizio sul candidato sindaco di Roma, Guido BerTolaso, imputato nel processo Grandi Rischi Bis: "Bertolaso è un uomo che dovrebbe lasciare la scena dopo i disastri che ha fatto a L'Aquila e alla Maddalena. E' un uomo dei disastri, disastri italiani che hanno degli strascichi giudiziari da cui lui esce molto spesso aiutato dalla prescrizione che è l'altro disastro che incombe sulla giustizia italiana. Quindi non mi stupisco che a L'Aquila sia andata come è andata. Di certo, Bertolaso non è un uomo che si possa fare avanti per governare una città come Roma. Solo in un Paese bizzarro come l'Italia dove si premiano i peggiori, questo può accadere. Io non gli farei governare neanche un condominio".
E infine, sul ruolo dei Cinque Stelle nelle prossime elezioni aquilane ed il motivo del loro passato fallimento elettorale a livello locale: "La partecipazione a livello locale è paradossalmente più difficile di quella nazionale. Richiede un movimento che sia maturo, coeso. Alla prossima tornata contiamo che anche a L'Aquila possa esserci la voce dei cittadini dentro l'amministrazione comunale ma è un percorso che va costruito con la città. Preferiamo non candidarci che mandare una persona qualunque solo per votare il simbolo. Il movimento valuterà lo Stato dell'attivismo nella città dell'Aquila e dopo si faranno le scelte. Noi non cerchiamo candidati ma cittadini attivi.
Il tutto davanti alla presenza - scomoda, a tratti imbarazzante - del vice Sindaco dell'Aquila Nicola Trifuoggi, presente tra il pubblico. Trifuoggi, che ha già manifestato la sua volontà di candidarsi alla prossime elezioni e non con il Pd (poi il Sindaco Cialente gli ha chiesto di partecipare alle primarie, ma chissà) non è esattamente il nuovo che avanza. E' considerato da molti vicino al governatore D'Alfonso, ma da altri come un paladino della legalità per via del suo passato nella Procura pescarese. Starà iniziando ad esplorare l'universo pentastellato locale?
Per tornare sul campo consolidato del movimento di Grillo e Casalleggio, a Giarrusso ha fatto eco Blundo, il cui intervento è iniziato con un richiamo alla legalità ma ha premuto soprattutto sulla necessità della ricostruzione sociale: "Fino ad oggi, abbiamo tutti tollerato troppo. Da oggi, dobbiamo cancellare la parola impuniti dal vocabolario. Invece di vedere una ricostruzione trasparente, rispettosa del bene pubblico, vediamo permanere molti problemi presenti dal 2009, che anzi si stanno ingigantendo".
Blundo ha puntato il dito sul progetto complessivo mai realizzato dell'area di Piazza d'Armi, vinto nel novembre del 2013 da un progetto presentato da tre giovani architetti: "Un progetto che avrebbe una sua importante valenza sociale per gli spazi che prevede, altro che l'inutile ponte della Mausonia. Se avessimo avuto un'amministrazione seria, questo progetto sarebbe stato già realizzato da due anni".
"Intanto la ricostruzione sociale non c'è - ha proseguito la senatrice cittadina - ed è diminuito il numero degli iscritti all'Università e, ancor peggio, nelle scuole. Un segnale molto preoccupante perché significa che i nostri cittadini si stanno arrendendo, ed è quello che ci preoccupa di più. E' ciò che ci ha fatto attivare, sin dal 2009".
"L'economia non ha avuto spazi di ripresa, non offre una vera attrattiva neanche per aziende esterne che potrebbero aiutare il territorio, e non vede tutele neanche per i commercianti che sul territorio son voluti rimanere". In difficoltà - secondo la senatrice aquilana - è anche chi vive nei progetti Case che si trova a pagare tutte insieme bollette enormi e spesso ingiuste. Progetti Case senza manutenzione che non garantiscono una sicurezza a livello di abitabilità. E l'intenzioni proclamata di demolire il patrimonio abitativo è arrivata senza confronto con i cittadini, come d'altronde senza confronto è stata decisa la loro costruzione e la loro gestione. Una vergogna".
Ma ad andar giù ancora più pesante ci ha pensato l'architetto Antonio Perrotti, ormai da tempo confluito dai territori della sinistra classica dentro il movimento Cinque Stelle, e ormai da considerarsi nome possibile per una candidatura alle prossime elezioni comunali anche per la sua presenza e conoscenza del territorio.
"Nessuno a L'Aquila - ha esordito Perrotti rimarcando l'estrema precarietà che si vive nel capoluogo d'Abruzzo - sa se troverà mai lavoro o se esiste una piano di prevenzione sismica. Abbiamo avuto una classe politica attenta agli affari e meno ai problemi socio economici di questa città. Oggi, siamo tutti sotto ricatto: chi per non perdere il proprio posto precario, chi per un altro motivo. Per questo dobbiamo dire basta e votare
Cinque Stelle. Centrosinistra e centrodestra qui sono una banda, non si fanno opposizione: solo false marachellucce buone a livello d' immagine".
Poi Perrotti, come gli altri, ha passato in rassegna una serie d'aspetti. Il progetto Case: "Costruito con un finto appalto aperto il 28 maggio e che scadeva il 3 di giugno. Il primo grande segnale camorristico, un modo di fare continuato nel tempo". Le casette post sisma: "Parentesi aperta e di cui non è prevista la chiusura. Si è costituita una situazione di rendita fondiaria che qualcuno vorrà sanare". La cava Ex Teges :"Abusiva e mai ritombata. Un affare da banditismo istituzionale". Il nuovo PRG: "Sarà un Prg elettorale perché deve promettere ettari edificabili, mazzette e voti. Perché in Comune mandano solo 'YES MAN' che servono a Cialente per firmare i suoi accordi bilaterali".
Dunque, l'attacco frontale a Nicola Trifuoggi, seduto in prima fila: "Perché fare da copertura ad un amministrazione del genere, dopo l'ammirevole lavoro nella Procura di Pescara?".
"Questo convegno di oggi - ha concluso col botto Perrotti - è un grido d'allarme perché la Procura e la Corte dei Conti fermino questa deriva partitocratica mafiosa"
Insomma, i Cinque Stelle sono tornati. Piacciano o no, costituiscono una delle poche voci chiare contro centrosinistra e centrodestra cittadino. Nonostnate il loro pessimo risultato elettorale all'Aquila di quattro anni fa - che denota alcune carenze - non è detto non possano costituire una sorpresa nella prossima tornata. Accanto a loro, fuori dai partiti, c'è anche l'attivismo cittadino che con due consiglieri, quattro anni fa li annullò.
Cosa succederà l'anno prossimo: chi annullerà chi? O si assisterà a nuove convergenze tra outsiders? Di certo c'è chi, e la presenza di Trifuoggi al convegno di oggi la dice lunga, sta studiando la situazione. Magari per non avere sorprese e farsi trovare impreparato.