"Apprendiamo, senza stupore, che Silvio Paolucci ha ufficialmente iniziato e aperto la campagna elettorale a Lanciano (Chieti) a favore del centrosinistra con i soliti annunci e promesse da marinaio sul futuro dell'ospedale Renzetti. Ancora una volta l'assessore alla Sanità continua a propagandare pura demagogia visto che l'unico modello di sanità portata avanti in questi primi due anni di gestione D'Alfonso-Paolucci è riconducibile a solo due questioni ovvero la chiusura dei punti nascita e l'introduzione dei ticket socio-sanitari di cui siamo riusciti, grazie alla nostra opposizione, a limitare gli effetti negativi sulle famiglie abruzzesi". Questo il commento del presidente della commissione vigilanza e consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo.
"Paradossale e allo stesso tempo troppo facile – continua Febbo - annunciare investimenti di circa 6 milioni di euro per l'area materno-infantile per il nosocomio di Lanciano dopo aver chiuso il punto nascita di Ortona assieme a quello di Atri, Penne e Sulmona e riqualificazioni e investimenti, per altri 3 milioni di euro, in Cardiologia e Chirurgia dopo aver chiuso e trasformato gli ospedali minori cosi da rinunciare a numerosi servizi sul territorio regionale. Questo governo regionale oggi ha responsabilità di aver ridisegnato una politica sanitaria quasi al collasso e disastrosa e la riprova è il continuo rinvio dall'uscita dal Commissariamento della Regione Abruzzo".
"Inoltre ancora più evidente – rimarca Febbo – è l'incoerenza di Silvio Paolucci visto che l'obiettivo del governo di centrosinistra è utilizzare i fondi dell'edilizia sanitaria (Ex art. 20) per costruire un nuovo mega ospedale tra Chieti e Pescara, un operazione da 450 milioni di euro, e non i nuovi ospedali di Lanciano e Vasto che dopo venti anni di attesa continueranno inesorabilmente e tristemente ad essere sognati dai cittadini".
"Pertanto – conclude il consigliere regionale forzista – è irrazionale su quanto sta accadendo sul piano sanitario nella Provincia di Chieti colpito ormai da tempo, pesantemente, da una riorganizzazione sanitaria che, se portata avanti, rischia di penalizzare il territorio in termini di posti letto e qualità sei servizi erogati".