"Il referendum è uno strumento fondamentale, probabilmente il principale strumento di democrazia diretta; è emblema della sovranità popolare. Andare a votare è un diritto-dovere civico e sociale. Presentarsi alle urne vuol dire esercitare un principio espresso dalla nostra Costituzione. Proprio per questi motivi, a prescindere dalle opinioni personali rispetto alla questione, il nostro appello ai cittadini è quello di fare una scelta di civiltà, andando a votare".
Ad affermarlo è il coordinatore regionale di Abruzzo Civico, Michele Cassone, a proposito del referendum sulle trivelle del prossimo 17 aprile.
"E' bene - sottolinea Cassone - arrivare all'appuntamento preparati ed informati, dopo aver approfondito ed analizzato la materia, estremamente delicata. Un approfondimento che ha portato noi di Abruzzo Civico ad orientarci per il 'sì', in quanto, nell'analisi costi-benefici, prevalgono le ragioni del 'sì'. Questo, senza però tralasciare la questione occupazionale, che, in Abruzzo, sta emergendo in modo drammatico. Bisogna tutelare in ogni modo i lavoratori del settore minerario e, in tal senso, il Governo nazionale dovrebbe considerare più seriamente la possibilità di spostare sulle energie rinnovabili le risorse disponibili; in questo modo si potrebbero non solo garantire, ma anche aumentare i posti di lavoro".
"Riteniamo che gli abruzzesi - dice il coordinatore di Abruzzo Civico - si siano espressi chiaramente in materia di estrazioni petrolifere, con la lunga battaglia per fermare 'Ombrina mare'. Ora il referendum invita i cittadini a pronunciarsi in merito alla possibilità che le compagnie petrolifere estraggano idrocarburi fino alla durata utile del giacimento. Votando 'sì' si chiede di tornare a dare un limite temporale alle estrazioni. Il referendum acquisisce, però, significati ulteriori: votando 'sì', infatti, si darà un segnale forte di volontà di cambiamento, per un Paese che pensi al futuro energetico con una logica nuova, in chiave 'green'".
"Le energie rinnovabili - aggiunge Cassone - sono una risposta alla questione dei cambiamenti climatici e rappresentano la salvezza del pianeta rispetto ad un problema inquinamento che, spesso, sembra non avere soluzione. Come se non bastasse, l'economia 'green', in Italia, conta circa 60mila addetti tra diretti ed indiretti ed una ricaduta economica di sei miliardi di euro. Le energie rinnovabili, da cui deriva più del 40% dell'energia prodotta nel Paese, sono un'occasione di lavoro per tanti".
"Per queste ragioni sceglieremo il 'sì' e, soprattutto, il 17 aprile andremo a votare. Comunque la si pensi, appaiono tristi ed avvilenti i tentativi di invitare all'astensionismo. La partecipazione è un elemento fondamentale nel percorso di cambiamento di cui l'Italia ha bisogno. Il non voto - conclude Michele Cassone - non rappresenta una risposta".