Politica cittadina in subbuglio, in queste ore.
Non si tratta soltanto di approvare il bilancio di previsione, un bilancio tecnico come abbiamo spiegato, lacrime e sangue per come è passato ieri sera in Giunta, in attesa che il Governo si decida a trasferire i fondi per i mancati introiti e le maggiori spese sofferte dal Comune dell'Aquila. Con l'incognità dei numeri, tra l'altro: al momento del voto in Consiglio, infatti, la maggioranza potrebbe sgretolarsi.
La Giunta guidata da Cialente è alle prese anche con la 'grana' Trifuoggi.
Il vicesindaco - nell'esecutivo dal gennaio 2014 - ha oramai deciso di candidarsi, "non come nemico del Partito Democratico o dei partiti di centrosinistra, piuttosto come avversario di coloro che non vorrano stare con me", ha spiegato. Sta di fatto che l'ex magistrato, in questi mesi, non ha mancato 'stoccate' pesanti all'amministrazione così come al Pd e ai suoi maggiorenti, Stefania Pezzopane e Luciano D'Alfonso tra gli altri. Fino al punto di non 'rigettare' il sostegno offerto, seppur in modo sibillino, da Giorgio De Matteis. "Mi fa piacere che il cittadino, l'elettore De Matteis voglia darmi il suo appoggio, sto lì a convogliare non a separare, sempre che tutto questo non significhi, però, una scelta di campo politica: una scelta che non farò mai. Se si tratta di un endorsement personale, lo apprezzo molto: se si trattasse, invece, dell'endorsement di una parte politica, lo gradirei un poco meno".
Parole che hanno gettato benzina sul fuoco della polemica.
Il centrosinistra, infatti, ha reagito: prima Carlo Benedetti - "questo deve essere un ulteriore anno dedicato alla ricostruzione – ha sottolineato il Presidente del Consiglio comunale a NewsTown – e non c'è spazio per chi voglia fare campagna elettorale, soprattutto se riveste ruoli che richiederebbero lavoro e non chiacchiere", poi il sindaco Cialente, "le liste civiche rappresentano sempre interessi di lobby che si trovano al di fuori dei meccanismi costituzionali. Se qualcuno vuole andare dietro alle piccinerie di pezzi oramai arrugginiti di questa classe dirigente un po' zavorra, faccia pure", a dare voce ad un malessere diffuso, emerso nell'ultima riunione di maggioranza, con alcuni esponenti della coalizione che hanno chiesto a Trifuoggi un passo indietro. Passo indietro che arriverà, con ogni probabilità, a bilancio approvato.
Resta la discesa in campo del vicesindaco, resta l'apertura al 'cittadino' De Matteis, non all'esponente politico. "Non si tratta di un'apertura, è un dato di fatto", sottolinea l'ex vicepresidente del Consiglio regionale, oggi consigliere comunale d'opposizione, ai microfoni di NewsTown. "Trifuoggi intende percorrere una strada che, nel 2012, ho aperto io, fuori dal meccanismo dei partiti. Personalmente, sono fuori dai partiti fin dal 2007, quando sostenni la candidatura civica di Angelo De Nicola. Cinque anni dopo, ho sostenuto la mia di candidatura: l'unica formazione politica in coalizione, con ben sette liste, è stata l'Udc che, come noto, non esiste sostanzialmente più".
E' una strada già percorsa, insomma, "e mi fa molto piacere che Nicola Trifuoggi abbia, oggi, il coraggio di dire alla città le cose che non vanno: è stato in maggioranza e ha avuto modo di constatare, da dentro, cosa accade. Ha dunque coraggio, il vicesindaco, oltre che capacità e voglia di schierarsi a favore della città, come accadde al sottoscritto nel 2012. Poi, intorno alla candidatura possono raccogliersi tante forze, vive, come ho fatto e ho cercato di fare io, indipendentemente dai partiti".
Vedremo cosa accadrà. Evidentemente, la strada è ancora lunga: De Matteis, tuttavia, non esclude affatto la possibilità di raccogliere forze intorno alla candidatura di Trifuoggi, anzi rilancia. "E' più che positivo si converga su un punto nodale: andiamo su un programma che è quello della città e non dei partiti, con forze e persone di buona volontà, con coloro che vogliono, finalmente, dare una scossa. Quello che accadde quando prendemmo noi il 40%, alle elezioni di cinque anni fa: non abbiamo preso il 40% perché eravamo dentro i partiti, anzi, tutt'altro. L'unico partito che era in alternativa a noi era il Pdl che uscì clamorosamente sconfitto con un 7-8% delle preferenze".
Il consigliere de 'L'Aquila città aperta' non pare affatto infastidito dall'atteggiamento di Trifuoggi che, sebbene sottolinei di apprezzare molto l'endorsement personale, ribadisce pure di non accettare endorsement "di una parte politica", come si potesse scindere il cittadino dalla lunga attività di amministratore, connotata certo, in una precisa parte politica, seppure fuori dai partiti. "E' una scelta forte che dà un segnale", la replica di De Matteis. "Trifuoggi dice una cosa che condivido: benvenga gente di buona volontà, arrivi dal centrosinistra o dal centrodestra ammesso che queste categorie esistano ancora, o da qualsiasi altra forza sociale, viva, della città. Chi vuole dare necessariamente un'etichetta sbaglia: nel 2012, non volli dare una etichetta ed oggi, infatti, non rappresento l'Udc ma L'Aquila città aperta, una coalizione civica. Intendo proseguire su questa strada. E Trifuoggi è in continuità con questa esperienza". Che poi, ribadisce, "non ci stiamo inventando nulla. Molti convergono, oramai, su scelte di carattere civico, basti pensare a quanto sta accadendo a Roma. La gente è stufa, e a L'Aquila più che altrove: questa amministrazione ha fallito e Trifuoggi ha avuto il coraggio di dirlo con grande chiarezza e dignità, cosa non da tutti perché, in maggioranza, c'è chi resterebbe attaccato alla poltrona oltre l'evidenza dei fatti, pur di non andare a casa. In queste ore, Cialente ha attaccato Trifuoggi in maniera indegna: dovrebbe riconoscergli quante volte lo ha salvato dai guai che ha procurato".
In realtà, il primo cittadino ha attaccato proprio De Matteis, più che Trifuoggi. "Se dovesse davvero appoggiare Trifuoggi, il suo sarebbe un abbraccio mortale", ha sottolineato il primo cittadino. "E' stato lui, infatti, con i vari Chiodi, Venturoni, Febbo, ed aspetto ancora di essere smentito, ad aver proposto la famosa ordinanza che, la notte del 5 maggio 2009, avrebbe 'spogliato' L'Aquila di tutti gli uffici pubblici. In città - ha proseguito Cialente - c'è un pezzo di classe dirigente, o meglio, della classe dirigente che fu, scontenta, delusa, che non trova spazi, travolta dal terremoto e dalla storia, un rimasuglio di borghesia che ha mandato fuori i figli, a fare fortuna, pensando di poter restare qui a governare una città che avrebbero portato a morire. Se questo coacervo di persone intende raccogliersi intorno a qualcuno, ben venga, fatti loro. Noi, abbiamo un progetto più alto".
E De Matteis non si è fatto pregare, nel dare una risposta. "Quando si arriva a dire certe cose, vuol dire che si è cotti: il sindaco, oramai, mi fa tenerezza. Ricordo a Cialente che, a 48 ore dal terremoto, feci arrivare i container nel giardino della Regione, per fare in modo che gli uffici restassero dov'erano. Ricordo a Cialente che la prima riunione dei capigruppo in Consiglio regionale si tenne sotto gli alberi. Immediatamente, facemmo partire i lavori per fare in modo che la struttura regionale e la Protezione civile potessero trovare spazio nei locali della ex Reiss Romoli. A Cialente, non si può rispondere a parole, si risponde con i fatti". Il consigliere d'opposizione è un fiume in piena: "Sono stato insultato per l'istruzione della zona franca: nel 2015, però, è uscito il primo report del Ministero dello Sviluppo Economico che ha citato L'Aquila come prima zona franca - altro che de minimis - per 86 milioni di interventi con relative aziende finanziate. E ancora: vogliamo parlare della legge regionale 41, a mia firma, con 8 milioni destinati a L'Aquila che l'amministrazione non è stata in grado di spendere? In compenso, vi domando: dal 2009 ad oggi, quante sono le aziende che si sono insediate in città? Potrei andare avanti a lungo - continua De Matteis: l'acquisizione del progetto Case sulle spalle degli aquilani, l'aeroporto che è un fallimento, un Masterplan ridicolo e patetico, un'azienda sanitaria e un ospedale che, grazie agli amici del Pd, sta perdendo reparti importanti, il governo che non dà al Comune neppure i soldi per chiudere il bilancio. L'elenco sarebbe lunghissimo: Cialente oramai è cotto, ha fatto danni inenarrabili, e credo ce ne sia a sufficienza per poter pensare che le sue dichiarazioni fanno semplicemente pena. Rendono Cialente persino un po' patetico, al crepuscolo della sua vicenda politica".
Un botta e risposta che pare un déjà vu, uno scontro che ha il sapore, forte, di una campagna elettorale che si preannuncia durissima, seppure Cialente non possa ricandidarsi e De Matteis abbia più volte dichiarato di non avere alcuna intenzione di riprovarci, a correre per la carica di sindaco.
Spazio a Trifuoggi, dunque? Così sembrerebbe. A meno di non cedere alla tentazione di credere che De Matteis stia tentando di usare la carta dell'ex magistrato per sparigliare le carte nel centrosinistra, per rompere gli equilibri, sempre più sottili, che sottendono alla maggioranza che sostiene la giunta Cialente. Per poi abbandonare Trifuoggi, come a Roma è accaduto a Bertolaso, compattando di nuovo il centrodestra cittadino intorno a sé. "Dissi in Consiglio regionale, subito dopo il terremoto, che per me, da quel momento in poi, non sarebbero più esistite le categorie di centro, sinistra e destra", la risposta. "Dissi che, da quel momento, sarebbe esistita soltanto la categoria del sostegno alla città dell'Aquila per ricostruirla. E' questo, che mi interessa. Non mi interessano centrodestra e centrosinistra: fosse stato il contrario, mi sarei candidato con il centrodestra, nel 2012, oppure mi sarei portato dietro il Pdl che, in quel momento, era connivente con Cialente, e si è visto al ballottaggio cosa accadde. C'era una connivenza su tanti argomenti, un giorno magari entreremo nel dettaglio. Per quel che mi riguarda - ribadisce, e sembra proprio di ascoltare Trifuoggi - coloro che lavorano per il bene della città , che siano di destra, centro o di sinistra, sono i benvenuti. Dicevo che i partiti erano cadaveri già tempo fa: oggi, non esistono più partiti. Ci sono, invece, persone di buona volontà - ancor più in questa città - noi, abbiamo aperto un percorso: se c'è qualcuno che ha voglia di percorrerlo ancora, mi fa enormemente piacere".
E per il futuro, assicura De Matteis, "continueremo in questa direzione e, personalmente, a lavorare con tutti quelli che hanno a cuore gli interessi della città. Le categorie e le targhe non mi interessano più da tempo. E sono convinto che anche Trifuoggi non possa che accogliere persone di buon livello, intelligenti, serie e oneste, che siano di destra, centro o sinistra. C'è da risollevare la città dal fango: c'è bisogno di intelligenza, serietà, onestà, capacità e professionalità adeguate. Questa amministrazione non ha saputo assicurarle: quanto Trifuoggi dice in maniera inequivocabile, lo dicevo già nel 2012 e continuo a dirlo oggi".