E' iniziata oggi, in molte città italiane, la campagna Basta un sì indetta dal Partito democratico a sostegno del sì per il referendum confermativo costuzionale sul disegno di legge Boschi che si terrà a ottobre.
Da nord a sud esponenti del Pd - dai dirigenti nazionali ai parlamentari fino ai sindaci e agli amministratori locali - si faranno promotori, di qui ai prossimi mesi, di iniziative informative, incontri pubblici con i cittadini e banchetti per la raccolta delle firme per promuovere il sì.
La mobilitazione è partita anche all'Aquila con la presentazione del comitato che vede, come principale promotrice, la senatrice Stefania Pezzopane.
Nella conferenza stampa di presentazione, accanto alla Pezzopane erano presenti anche consiglieri comunali e provinciali (Tonino De Paolis e Fabrizio D'Alessandro), sindaci (Francesco Di Paolo, primo cittadino di Barisciano), membri ed esponenti del Pd aquilano (l'ex segretario comunale Francesco Iritale, Valentina Raparelli, Gianluca Cervale e anche Vittorio Sconci).
Approvata in via definitiva lo scorso aprile, la riforma si propone principalmente di superare il bicameralismo perfetto che caratterizza l’assetto istituzionale italiano ma prevede anche la modifica della procedura alla base dell'elezione del presidente della repubblica; l'abolizione del Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro (Cnel); la riforma parziale del Titolo V della carta, riguardante le competenze delle Regioni e dello Stato, e di due istituti di democrazia diretta come il referendum abrogativo e le leggi d’iniziativa popolare.
"Questa è una riforma attesa e necessaria" ha detto la senatrice Pezzopane "forse non la riforma che il Pd voleva, perché il testo uscito dal confronto parlamentare è diverso da quello inizinale proposto dal ministro Boschi, ma sicuramente è una riforma che dà attuazione a una serie di idee e di proposte di cui si parla da anni. Il superamento del bicameralismo perfetto è un cosa di cui si discuteva già all'interno del Pci ed era uno dei punti programmatici del programma dell'Ulivo di Prodi. Inoltre" ha proseguito la Pezzopane "è una riforma che, diminunedo il numero dei senatori, taglia le poltrone e gli sprechi, riorganizza, attraverso la cancellazione delle province, i livelli istituzionali e corregge un federalismo che, così com'è oggi, risulta lacunoso e iniquo per i cittadini, visto che non dà a questi ultimi uguali diritti, e penso anzitutto a quello alla salute, in tutte le Regioni".
Secondo la sanatrice bisogna superare il tabù secondo il quale la carta costituzionale è immodificabile: "La nostra è una costituzione scritta dopo vent'anni di dittatura, il bicameralismo paritario, la staffetta tra Camera e Senato necessaria all'approvazione delle leggi sono frutto della cultura di quell'epoca. Ma i tempi sono cambiati".
Un principio ribadito anche da Vittorio Sconci: "Questa riforma va approvata anzitutto perché risponde a bisogni ascrivibili a una società che è cambiata e non è più la stessa di 70 anni fa. I cittadini vogliono risposte veloci e abolendo il ping pong infinito delle leggi tra Camera e Senato qusta riforma va esattamente in questa direzione".
"Non è una riforma dei valori e dei principi fondamentali della Carta" ha spiegato Gianluca Cervale "Si cambia una parte che era già stata oggetto di discussione in sede di assemblea costituente e, come nel caso del Titolo V, che era già stata precedentemente modificata".