Il giorno del Consiglio comunale è arrivato: dopo settimane di polemiche, di tiro alla fune con il Governo per ottenere i fondi a ristoro delle maggiori spese e delle minori entrate dovute al post terremoto, l'assise civica è convocata alle 15, in prima seduta, con eventuale seconda adunanza già fissata per mercoledì mattina, alle 9, per votare il bilancio di previsione, pena lo scioglimento del Consiglio.
I consiglieri comunali saranno chiamati a votare un bilancio 'tecnico', a zero, un documento di programmazione economico-finanziaria 'lacrime e sangue', insostenibile per la vita democratica della città, se è vero che destina 0 euro a sociale, sport, cultura, tagliando i pur minimi servizi che ogni Ente dovrebbe garantire ai cittadini. Con la promessa, però, sottoscritta dai sottosegretari Claudio De Vincenti e Paola De Micheli, che il Governo intende procedere all'assegnazione di 16 milioni di euro, con "prossimo idoneo provvedimento".
Significa che l'esecutivo, con ogni probabilità nel decreto 'Enti locali' calendarizzato per metà giugno, inserirà una norma 'Salva L'Aquila' che garantirà i milioni necessari a dare respiro ad un bilancio asfittico: non 18 come da richiesta al ribasso del Comune dell'Aquila, rispetto all'anno passato almeno, quando l'esecutivo assicurò 24 milioni, ma nemmeno 12, come si temeva. A quel punto, la Giunta comunale si riunirà d'urgenza per votare un maxi emendamento che sarà, dunque, il vero e proprio bilancio di previsione dell'Ente, che verrà poi discusso in Prima Commissione e in Consiglio comunale per l'approvazione definitiva.
Una procedura piuttosto inusuale, senza dubbio bizzarra, se è vero che l'assise civica sarà chiamata ad approvare un bilancio 'finto', a volerla dire con parole piuttosto semplici, per evitare lo scioglimento, e se è vero, altresì, che i consiglieri - quelli di maggioranza, in particolare - dovranno mostrare incrollabile fiducia nell'esecutivo perché, ad oggi, non c'è alcun atto ufficiale, solo una lettera di dieci righe e pure piuttosto vaga.
Oltre il bilancio: una questione politica
E' chiaro che il governo Renzi garantirà le risorse promesse: la questione, tuttavia, è politica, e si intreccia con le elezioni amministrative della primavera 2017 e con la lunga campagna elettorale oramai alle porte.
L'amministrazione Cialente, infatti, è stata 'sfiduciata' dall'esecutivo, e tenuta con il fiato sospeso fino all'ultimo momento, con il risultato che la coalizione 'ulivista' rischia di sbriciolarsi. Non si può che parlare di sfiducia: già dal mese di ottobre 2015, in effetti, l'amministrazione aveva iniziato l'interlocuzione con il Governo per ottenere, come ogni anno, le risorse 'straordinarie' necessarie a chiudere il bilancio: 24 milioni, la prima richiesta. La sottosegretaria Paola De Micheli, però, innanzi ai paletti imposti dagli uffici del Mef, ha deciso di affidare la verifica delle richieste avanzate dal Comune dell'Aquila al titolare dell'Ufficio speciale, Raniero Fabrizi. Valutazione che ha portato alla stima di 18.9 milioni.
Non è bastato. E' stato coinvolto anche il presidente della Giunta regionale Luciano D'Alfonso, e non è chiaro chi l'abbia coinvolto a dire il vero, che ha messo a disposizione i suoi uffici: altra verifica, e valutazione simile a quella prodotta dall'Usra.
Eppure, la sottosegretaria De Micheli ha continuato a lavorare, fino a qualche giorno fa, all'ipotesi di trasferire soltanto 12 milioni di euro, a ristoro dei capitoli di bilancio destinati al sociale. E' servito un vertice romano con il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli, la lunga chiacchierata dei maggiorenti del Pd locale con Claudio De Vincenti, a margine della visita di Matteo Renzi a L'Aquila per la firma sul Masterplan, l'incontro dei rappresentanti democrat con il vice segretario Pd Lorenzo Guerini, nella sede romana del Partito, e, a quanto si è appreso, una serie di telefonate 'infuocate' per arrivare alla promessa che, infine, arriveranno 16 milioni, 8 in meno del 2015, 2 in meno dell'ultima richiesta al ribasso del sindaco Cialente che aveva spiegato come non si potesse proprio scendere sotto i 18. A leggerla con altro sguardo, si tratta, comunque, di 4 milioni in più rispetto alla stima che aveva prodotto la sottosegretaria Paola De Micheli.
Il nodo, tuttavia, è politico, come detto: il Governo non si è fidato del Comune dell'Aquila, si è mosso con estremo ritardo e in maniera piuttosto irrituale, e diventa interessante provare a comprenderne i motivi. Come si è arrivati a questo punto, ad un Consiglio comunale 'costretto' a votare un bilancio di previsione falso, consapevole che sarà necessario un maxi emendamento per modificarlo? Come spiegare l'atto di sfiducia all'amministrazione Cialente? Difficile a dirsi. Sta di fatto che la maggioranza di centrosinistra, la coalizione ulivista, tra le ultime in Italia, rischia di uscirne a pezzi.
Renzi e D'Alfonso: le mani sulla città? I timori della 'sinistra'
La sensazione è che sia stato 'inviato' un chiaro messaggio politico, appunto.
L'Aquila è città importante per l'esecutivo, se è vero che sono stati assicurati 5 miliardi per completarne la ricostruzione, che sul territorio, ogni anno, circola un miliardo di euro, che sul cratere pioveranno oltre 260 milioni per le attività produttive e lo sviluppo economico. Detto questo, è chiaro che il Governo guardi con grande interesse alle amministrative della primavera prossima.
Aver tenuto per la gola l'amministrazione Cialente, significa rendere evidente che, d'un colpo, l'esecutivo potrebbe spegnere la luce. A dire: le scelte politiche - d'ora in poi - dovranno essere concertate con Palazzo Chigi che in Abruzzo ha un fedele alleato, Luciano D'Alfonso. E' questo il timore che si respira in maggioranza.
Se non fosse chiaro il nodo politico, suonerebbero incomprensibili le prese di posizione di Sinistra Italiana e Rifondazione comunista, alla vigilia del voto di Consiglio. Una presa di posizione, al contrario, piuttosto esplicita: con il voto contrario di Giustino Masciocco e Enrico Perilli al bilancio di previsione, la maggioranza rischierebbe di non avere i numeri per andare avanti. A far di conto, e considerato che, oramai, Giuseppe Ludovici e Gianni Padovani vanno considerati all'opposizione, i voti contrari potrebbero essere 17, contro i 16 favorevoli. E la giunta Cialente andrebbe a casa.
Difficile, in realtà. Difficile che Masciocco e Perilli, al momento del voto, si esprimano in modo contrario alla maggioranza, assumendo la responsabilità di scrivere la parola fine sulla legislatura. Tutt'al più, potrebbero astenersi, garantendo la sopravvivenza a Cialente. E anche si dovesse arrivare alla rottura, comunque, la maggioranza potrebbe trovare alleati tra i banchi dell'opposizione, basterebbe che qualche consigliere, al momento giusto, decidesse di abbandonare i lavori.
Il punto è un altro, e il messaggio, come detto, chiaro: "Se il Pd si ritiene autosufficiente, lo sia fino in fondo. Come gruppi consiliari del Partito della Rifondazione Comunista e di Sinistra Italiana ci sentiamo di comunicare alla Città che deleghe in bianco al Governo, alla Regione e al Partito Democratico non le daremo". Insomma: Sinistra Italiana e Rifondazione potrebbero far mancare l'appoggio alla maggioranza, lasciandola azzoppata per l'ultimo anno di consiliatura, in balia degli umori dell'assise civica. Non intendono, infatti, stare ai diktat del Governo Renzi e del Partito Democratico che, oltre gli annunci della segreteria locale, potrebbero 'spingere' la coalizione verso il centro, sul modello di partito cui Renzi - e D'Alfonso a livello regionale - ha dato forma e corpo.
E vogliono avere risposte ora, per non trovarsi impreparati tra un anno: "Questa, purtroppo, è l’ennesima riprova del fatto che il nostro territorio è stato oramai espugnato politicamente dal presidente della Regione Abruzzo, alla faccia di 'progetto L'Aquila' e dei proclami ulivisti del Partito Democratico aquilano", si legge nella nota che Masciocco e Perilli. Che già qualche settimana fa, avevano lanciato un primo avvertimento: "Non possiamo credere che anche all’Aquila stiano maturando le condizioni politiche per la nascita del Partito della Nazione: nel caso così fosse, lo combatteremo, insieme ad altri, con tutta la forza (politica) possibile".
Così fosse, Si e Rifondazione potrebbero tentare la strada di un percorso civico di sinistra, avvicinando, magari, i gruppi di Appello per L'Aquila e L'Aquila che vogliamo, coerentemente all'opposizione, in questi anni.
Sarà bastata la nota stampa firmata dal segretario cittadino del Pd, Stefano Albano, e dal capogruppo in Consiglio, Stefano Palumbo, a calmare le acque? Chissà. Certo è che richiamare le forze di sinistra al senso di responsabilità, "che vogliamo credere sia ancora forte e presente in tutte le forze che assieme al Partito Democratico sostengono e fanno parte dell'amministrazione comunale", sottolineare che "ogni altra considerazione a questo punto apparirebbe, oltre che incomprensibile, di secondo piano e strumentale rispetto agli interessi della città, che oggi coincidono totalmente con l'approvazione del bilancio", significa sfuggire la questione politica che Masciocco e Perilli hanno inteso sollevare.
Botta e risposta tra Benedetti e Cialente
L'ha sottolineato anche il Presidente del Consiglio comunale, Carlo Benedetti, che ha avuto un vivace botta e risposta con il sindaco Massimo Cialente, su Facebook. "Credo che vada subito rinnovato un patto di centrosinistra per bloccare sul nascere le prospettive neocentriste in itinere", ha scritto Benedetti, parlando di segnali preoccupanti e da non sottovalutare e augurandosi "la necessaria chiarezza nelle scelte e nella prospettiva".
"Non si vota il bilancio per rilanciare il centrosinistra?", la risposta del primo cittadino. "La politica si fa guardando gli obiettivi non il proprio ombelico. Pensare oggi alle elezioni del 2017 con la città in queste condizioni e con la necessità di lavorare ad un suo rilancio è da folli e dimostra la decadenza del concetto stesso di politica. Chi ha polvere ed attributi affronta gli elettori e vince. Sempre", l'affondo di Cialente.
"Si rinnova o no un patto del centro sinistra? Questo è il problema, altro che bilancio!", ha ribadito il presidente del Consiglio comunale. Che è tornato, così, al nodo politico da sciogliere nei prossimi mesi.
"Da quasi un anno il centrosinistra, riunitosi tutto, peraltro, forse giustamente, non invitando il Sindaco uscente, ha deciso di riproporre la coalizione ulivista che ha governato benissimo in questi drammatici 9 anni", la replica di Cialente. "Ha inoltre stabilito di avviare la stesura del 'progetto L'Aquila'. Cosa è avvenuto che ha sconvolto questa scelta? Forse il fatto che la coalizione dell'Ulivo richiede la convocazione delle primarie per la scelta del sindaco, e questo da terrore a molte aspirazioni? Oppure il problema è che si teme di non rientrare in Consiglio Comunale perché costretti a liste comuni? O si tentano riposizionamenti? Ognuno è libero di fare le proprie scelte, ma che si spieghino, senza veli, alla città! Due mesi di commissariamento in questa fase sarebbero un secondo terremoto. Dire che D'Alfonso si sta impadronendo della città è ridicolo, ma nasconde tutta la subalternità culturale di certa provincia. La verità è che questi 16 milioni sono l'ennesima grande vittoria della città e della sua classe dirigente. L'ennesima. Forse a qualcuno sta storta. Amen. Se poté cadere il governo Prodi per le 35 ore, facendo tornare per 5 anni drammatici Berlusconi, Fini e la Lega, non può cadere L'Aquila perchè Cialente con sua maggioranza ancora una volta ha ottenuto un risultato?".
La campagna elettorale è solo all'inizio.
Le reazioni
Giuliano Di Nicola (Idv): "Urgente un incontro di maggioranza"
"La situazione politico-amministrativa del Comune di L’Aquila è in rapida ed effervescente evoluzione. Vista la presa di posizione dei colleghi di Sinistra italiana (Giustino Masciocco ) e di Rifondazione Comunista ( Enrico Perilli ) e presa visione del Comunicato del Pd a firma di Stefano Albano e Stefano Palumbo, ritengo necessario ed urgente proporre a tutti un incontro di maggioranza che nel ribadire quanto di buono fatto da questa amministrazione tenga anche nella giusta considerazione le richieste e le necessità politiche degli altri componenti la coalizione di Centro Sinistra".
A scriverlo, in una nota, è il consigliere di maggioranza dell'Idv Giuliano Di Nicola. "Ritengo" scrive Di Nicola "che da tale incontro da tenere immediatamente dopo la sessione di bilancio, non possa che riconfermarsi, per la nostra città, il valore di un centro sinistra che tanto ha fatto per la rinascita del capoluogo di regione".
"Sono fermamente convinto" afferma ancora Di Nicola "che da tale incontro emergeranno i valori che tengono unito questo centro sinistra, al di là di incomprensioni piccole o grandi che possano frenarne l’azione".
"Il patrimonio di valori e le realizzazioni sin qui fatte" continua la nota "debbono indurre tutti , con uno scatto di orgoglio a proiettare la coalizione a candidarsi per il prossimo quinquennio amministrativo".
"Voglio sperare" conclude il consigliere "che tale mio invito venga accolto da tutti i partiti di maggioranza e mi auguro che uniti possiamo presentarci alle prossime elezioni, mostrando ai cittadini aquilani i risultati, positivi, della nostra gestione".