Stamane, i gruppi di centrodestra in Consiglio regionale - Forza Italia, NCD e Abruzzo Futuro - hanno convocato una conferenza stampa per sottolineare le enormi criticità del Piano sanitario regionale che - si è detto - "penalizzerà pesantemente e irrimediabilmente il territorio abruzzese, in particolare le aree interne".
All’incontro con i giornalisti hanno partecipato anche i Consiglieri del Comune dell’Aquila per mettere in evidenza quanto ne risentiranno il Capoluogo e l’intera provincia. "E’ assolutamente inaccettabile che il Decreto commissariale (n.55/2016) non sia stato discusso e concertato nelle sedi opportune - ha dichiarato il Capogruppo di Forza Italia, Lorenzo Sospiri - si tratta di scelte in tema di Sanità che, lo ricordo, pesa sul Bilancio regionale per l’80%: per questo oggi stesso abbiamo richiesto la convocazione di un Consiglio regionale straordinario. Quello firmato da D’Alfonso è un documento che massacra pesantemente le aree interne, metà del nostro territorio, in particolare nella provincia aquilana. Sono stati accettati supinamente e passivamente i dettami del Decreto Lorenzin senza nessun tentativo di contrattazione nonostante l’Abruzzo fosse nelle condizioni di farlo grazie ai risultati ottenuti dalla Giunta Chiodi. Di fatto il Consiglio regionale è stato esautorato dal Decreto del Commissario ad acta".
"Questo piano sanitario è stato presentato all’insaputa di tutti, nella consapevolezza di lasciare interi territori senza copertura sanitaria pur di uscire dal commissariamento come se questo fosse la panacea di tutti i mali", ha aggiunto il Presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo.
Febbo ha aggiunto che "si concretizzeranno enormi difficoltà in gran parte della nostra regione: per questo, riteniamo siano quanto mai necessari il dibattito e il confronto, coinvolgendo tutti i portatori di interesse".
A dimostrazione del fatto che il provvedimento sia opera di pochi, il centrodestra in Regione ha sottolineato come non siano state prese in nessuna considerazione le autorevoli e qualificate proposte formulate dagli organi e sindacati professionali. "Sembra di essere di fronte al provvedimento di un amministratore delegato, il commissario, di Abruzzo spa. E’ assurdo che le scelte sulla rete ospedaliera regionale siano state prese senza nessun confronto se non nell’abitacolo di una macchina", le parole del vice Presidente del Consiglio regionale Paolo Gatti. "Questo documento, che modifica in peggio il sistema sanitario abruzzese – ha aggiunto Gatti – certifica che 5/600 mila abruzzesi residenti tra la provincia dell’Aquila e quella di Teramo non hanno diritto, evidentemente, a una sanità di eccellenza ovvero a un Dea di II livello come per Chieti e Pescara che vedono però penalizzati i propri territori periferici. Per queste popolazioni l’unica promessa contenuta a pagina 20 è solo un ipotetico studio di fattibilità che ha tutto il sapore di una presa in giro".
A rincarare la dose ha pensato Emilio Iampieri: "Quella compiuta da D’Alfonso è una vera e propria macelleria sociale e a pagarne il prezzo saranno le aree interne d’Abruzzo e in particolare la provincia dell’Aquila, con l’ospedale di Sulmona declassato e quello di Avezzano che oramai soffre di una cronica carenza di posti letto. Molti candidati sindaco avevano promesso la fantomatica riapertura degli ospedali che di fatto il Governo Chiodi aveva riqualificato ma D’Alfonso si è limitato a confermare la riconversione di queste strutture secondo la linea intrapresa dal precedente governo regionale. In una situazione del genere individuare in L’Aquila la sede amministrativa dell’Asl unica più che un contentino è una beffa".
Per Mauro Di Dalmazio (Abruzzo Futuro) "la lentezza a uscire dal Commissariamento è funzionale a lasciare la materia sanitaria nella disponibilità del Commissario e a sottrarre certe scelte al confronto democratico. Seguendo questa linea, si rischia di innescare conflittualità territoriali e frantumazione istituzionale alimentando uno sterile e dannoso campanilismo. I Consiglieri regionali a questo punto non avranno più alibi: chi vuole difendere il territorio dovrà prendere posizione con atti concreti altrimenti sarà complice di questo disastro".
"Chi aveva promesso coccole agli abruzzesi ora li sta colpendo pesantemente – ha dunque aggiunto Giorgio D’Ignazio (Ncd) - Con questo piano andremo a perdere grandi eccellenze come quelle di cui si può vantare la sanità teramana. Le chiusure di Atri, Giulianova, Sant’Omero e il conseguente depotenziamento della rete ospedaliera provinciale, non faranno altro che alimentare una sempre più consistente mobilità passiva verso le Marche avvantaggiando al tempo stesso alcune strutture private presenti sul territorio".
Il Piano sanitario regionale sarà discusso domani dal Consiglio comunale dell'Aquila, riunito in via straordinaria dal presidente Carlo Benedetti, su richiesta bipartisan dei consiglieri. "Il prezzo per uscire dal commissariamento lo pagano le aree interne. Per L’Aquila e la sua provincia questo piano è carta straccia e sono certo che si innescheranno grandi tensioni e campanilismo", ha sottolineato Guido Quintino Liris. "L’Aquila non è disposta a barattare servizi sanitari con la sede amministrativa della Asl unica che tra l’altro nel piano non è presente. Si stanno ponendo le basi per la distruzione del territorio e con esso della Facoltà di Medicina dell’Aquila che non può fare a meno di strutture ad alta specializzazione”.