"Il decreto sugli enti locali che questa mattina abbiamo approvato definitivamente al Senato contiene le misure richieste dagli enti locali per evitare il dissesto finanziario dei Comuni dell'Aquila e del Cratere. A L'Aquila andranno 16,5 milioni, ai Comuni del Cratere e fuori Cratere 2,5 milioni. Sono fondi che serviranno ad evitare il collasso, dovuto alle minori entrate e alle maggiori uscite a causa del sisma e della ricostruzione successiva".
Lo ha comunicato, poco dopo mezzogiorno, la senatrice democrat Stefania Pezzopane. "Si tratta di un grande risultato - ha inteso sottolineare Pezzopane - ottenuto con la collaborazione dei deputati del Pd, con cui abbiamo concordato le modifiche al testo del governo. Continua il nostro impegno per la ricostruzione e per ripristinare la normalità nel nostro territorio dopo quella tragedia".
Si risolve, così, un brutto pasticcio che, in questi mesi, ha tenuto sulle spine la Giunta Cialente. Tant'è vero che nei minuti in cui il Senato approvava il decreto, con la modifica del discusso articolo 3 così come modificato alla Camera, la Commissione Bilancio, riunita dal presidente Giustino Masciocco, bocciava all'unanimità, anche con il voto dei consiglieri di maggioranza dunque, la delibera istruita dalla Giunta - come da termini di legge - per l'adeguamento della Tari, già alzata del 23%, che prevedeva un ulteriore aumento del 27%, e, di conseguenza, l'assestamento al bilancio di previsione.
Se non fosse arrivato il via libera del Senato, in altre parole, la Giunta comunale sarebbe caduta prima del termine naturale della legislatura.
Ma andiamo con ordine.
Ricorderete il lungo tiro alla fune con il Governo Renzi per reperire i fondi necessari a chiudere il bilancio di previsione del Comune dell'Aquila: per la prima volta, infatti, l'esecutivo non aveva apposto neppure un euro - né in Legge di Stabilità né nel Milleproroghe - a compensazione delle maggiori spese e delle minori entrate sopportate dall'Ente nel post-sisma. All'ultimo respiro, si arrivò all'approvazione del documento finanziario, un bilancio tecnico, lacrime e sangue, a zero per molti settori, dalla cultura al sociale, con la promessa dell'esecutivo che sarebbero arrivati 16 milioni - 8 in meno dei 24 richiesti, 10 in meno dei necessari stando all'assessore al bilancio - col Decreto Enti locali. Con l'assestamento, venne spiegato allora, sarebbe stato varato il bilancio 'vero e proprio', con il decreto che, nel frattempo, avrebbe completato l'iter di approvazione.
Il decreto, in effetti, è stato approvato, e i 16 milioni garantiti, ma il diavolo, si sa, si nasconde nei dettagli. Alla pubblicazione dell'atto in Gazzetta ufficiale, ecco la sorpresa: nessuno si accorge che all'articolo 3, nero su bianco, viene scritto che il contributo è destinato "al ristoro per le entrate tributarie delle tasse per la raccolta di rifiuti solidi urbani afferenti agli esercizi precedenti al 2016".
E' il termine precedenti a scatenare un putiferio. Una semplice parolina, infatti, rende impossibile, per l'amministrazione, coprire con i soldi del Governo la spesa per il contratto di servizio con Asm da 14.5 milioni di euro, di cui 3, appunto, sarebbero dovuti provenire dalle risorse assicurate dall'esecutivo.
Lo sbaglio poteva significare un ulteriore aumento della Tari del 27%: un vero e proprio salasso per gli aquilani, per le famiglie e, in particolare, per gli esercizi commerciali, considerato che la tassa è stata già aumentata del 23%. Per evitarlo, è iniziata un'altra battaglia politica per emendare l'articolo 3: dunque, in fase di conversione del Decreto alla Camera è stato approvato l'emedamento istruito dal deputato Antonio Castricone (Pd) che ha chiesto e ottenuto venissero definitivamente soppresse le parole "afferenti agli esercizi precedenti al 2016".
Non c'era il tempo tecnico, però, per l'ulteriore, e necessario, passaggio in Senato che, come detto, ha varato stamane il Decreto. Dunque, la Giunta comunale ha dovuto, comunque, entro il 31 luglio, istruire la delibera per l'aggiornamento della tassa sui rifiuti che, stante le cose, prevedeva l'aumento del 27% e, di conseguenza, approntare la variazione di bilancio con l'ulteriore salasso. Si tratta degli atti che sono stati bocciati stamane, all'unanimità, in Commissione bilancio.
Per evitare il voto sui documenti finanziari, la maggioranza di centrosinistra ha fatto saltare il Consiglio comunale convocato il 28 luglio scorso dal presidente Carlo Benedetti.
Ora, è attesa la diffida del Prefetto, l'ennesima, che darà venti giorni per l'approvazione dell'assestamento - dovrebbe pervenire domani sul tavolo del Presidente - e, dunque, con il via libera al Decreto Enti locali così come emendato dai due rami del Parlamento, ci sarà il tempo per riscrivere la delibera di adeguamento della tariffa Tari, senza ulteriore aumento, e arrivare alla sospirata approvazione dell'assestamento, con il Consiglio comunale che dovrebbe riunirsi il 22 agosto prossimo, nei tempi concessi da Francesco Alecci.
Come detto, però, non fosse arrivato il via libera del Senato alla modifica dell'articolo 3, allora la Giunta avrebbe dovuto attenersi ai documenti finanziari istruiti e che sono stati bocciati, oggi, dagli stessi consiglieri di maggioranza. Sarebbe andata a casa, dunque, con qualche mese di anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura.
Non è accaduto. Ma il pasticcio politico, e il triste tira e molla con Roma, quello resta.
Palumbo - Albano: "Fondi indispensabili, critiche strumentali"
"C'è chi parla di fondi dovuti e insufficienti, chi invece sostiene che si tratti di aiuti elettorali. Resta il fatto inoppugnabile che la conversione in legge del decreto enti locali con lo stanziamento di 16,5 milioni per L'Aquila e 2,5 milioni per i Comuni del cratere dia una boccata d'ossigeno indispensabile per l'attività degli enti e per il buon andamento del processo di ricostruzione".
Ad affermarlo in una nota, Stefano Palumbo, capogruppo Partito Democratico in Consiglio comunale, e Stefano Albano, segretario Partito Democratico L'Aquila.
"Un amaro sorriso per l'atteggiamento di chi, pur di criticare nell'ambito di passaggi che sembrano ghiotti per auto – testimonianze di esistenza, cerca l'attacco a tutti i costi - continua il comunicato- Ecco così che l'ottenimento delle risorse necessarie per la città, che tra le altre cose scongiura l'aumento della TARI, diventa oggetto di sterili polemiche.
"Sono queste situazioni che distinguono chi governa da chi una cultura di governo nemmeno sa che sia. I primi badano al sodo e, tra mille difficoltà, portano a casa i risultati; i secondi guardano ai risultati ottenuti dai primi, e si spremono le meningi per mistificarli e strumentalizzarli. Basta il buon senso a scuotere il capo davanti ad affermazioni come quelle della senatrice Blundo: siamo felici di questi "aiuti" del Pd nazionale, come sempre lo saremo e lo siamo stati ogni volta che vanno a beneficio della città - concludono Palumbo e Albano- come nel caso dei sei miliardi che hanno consentito la regolarità del flusso di finanziamento alla ricostruzione.