Lunedì, 05 Settembre 2016 22:07

L'Aquila, in Commissione il progetto di riqualificazione delle periferie

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Del progetto integrato di riqualificazione urbana e sociale delle periferie approvato dalla Giunta comunale il 23 agosto scorso, abbiamo già scritto.

"Connecting City, Connecting People: ricucire le relazioni interrotte dal terremoto" [qui, la delibera] è un sistema integrato d'interventi che persegue gli obiettivi della riconnessione del tessuto urbano disperso e frammentato, della riqualificazione urbana e sociale delle periferie e dei quartieri di edilizia residenziale pubblica, della ricucitura del tessuto delle relazioni sociali e del riutilizzo degli edifici residenziali realizzati per l'emergenza, oltre a prefiggersi la promozione della gestione dei beni comuni da parte dei cittadini e la rigenerazione di ambienti devastati dal terremoto.

Una proposta d'intervento sviluppata dal Settore ricostruzione pubblica, in collaborazione con ActionAid e ViviamolAq, articolata in 4 progetti specifici per un costo complessivo di 31 milioni e 643 mila euro, di cui 13 milioni e 643 a valere sui fondi Cipe destinati all'Erp e altri 18 che - si spera - possano arrivare dalle risorse stanziate dal Governo a finanziamento del "Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e delle città capoluogo di provincia".

Nello specifico, i progetti articolati sono Biking to school (4mln e 851mila euro), Networking people (6 mln e 161mila euro), Reusing house (4 mln e 429 mila euro) e Multiethnic community (16 mln e 200mila euro).

Ci eravamo chiesti, pubblicando l'approfondimento: come interagiscono questi progetti con le decisioni assunte dal Consiglio comunale fino ad ora? Sul punto, si è discusso in Commissione Territorio, convocata dal presidente Enrico Perilli su richiesta del consigliere comunale Gianni Padovani ed è emerso che, in realtà, non comunicano affatto. Anzi, è venuto fuori - ce ne fosse bisogno - che la pianificazione, troppo spesso, è affidata a scelte estemporanee, non condivise, e a iniziative di singoli settori che non comunicano con gli altri.

Innanzitutto, il progetto "Connecting City, Connecting people" non è l'unico che il Comune dell'Aquila ha presentato nell'ambito del "Programma straordinario di intervento per le periferie". Ce n'è un altro, infatti, curato dall'assessorato alla ricostruzione, che prevede la pedonalizzazione di via Tancredi da Pentima, il miglioramento della viabilità da e verso la facoltà di Ingegneria di Roio, la realizzazione di parcheggi a servizio della Stazione ferroviaria e il collegamento della stessa con il ponte Belvedere attraverso un sistema meccanizzato a fune. Anche per questo, di progetto, sono stati chiesti 18 milioni di euro, il massimo che il Governo può concedere per proposte che insistano su comuni capoluogo di Provincia. E in Commissione, è venuto fuori che il settore della ricostruzione pubblica e quello della ricostruzione privata non hanno discusso tra loro, non si sono confrontati. Quasi non si trattasse dello stesso Ente, del Comune dell'Aquila che dovrebbe, il condizionale è d'obbligo, avere un progetto di sviluppo unico, capace di abbracciare i diversi settori e le specifiche competenze. Tant'é: del progetto dell'assessorato alla ricostruzione si discuterà mercoledì, ancora in Commissione Territorio.

Che poi, i progetti presentati - entrambi - non sono passati al vaglio del Consiglio comunale. Inutile dire, come ha tentato, stamane, l'assessore Maurizio Capri, che l'assise potrà dibatterne più avanti, se uno, o l'altro, saranno approvati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri: è chiaro che, a quel punto, la proposta non si potrebbe più modificare e i consiglieri comunali sarebbero presi per la gola, prendere o lasciare, dare il via libera a progetti non condivisi e che sollevano più di qualche - legittimo - dubbio oppure rinunciare ad un finanziamento da 18 milioni di euro.

Dubbi legittimi, dicevamo: il progetto di funicolare, per il momento, lo lasciamo nel cassetto, ci torneremo mercoledì, a Commissione conclusa; la proposta del Settore ricostruzione pubblica, "Connecting City, Connecting people",  invece, l'avevamo già approfondita. E così, le incongruenze che erano apparse subito piuttosto evidenti: la proposta d'intervento sviluppata prevede, ad esempio, il riutilizzo di alcuni alloggi del progetto Case di Collebrincioni, Arischia e Scoppito, i plessi che hanno manifestato problemi strutturali e che, nelle intenzioni del Consiglio comunale - in questo senso, andava l'ordine del giorno presentato dal capogruppo Pd Stefano Palumbo e approvato all'unanimità - dovrebbero essere gradualmente dismessi. Abbattuti, per essere più chiari.

Non solo. Destinare alloggi del progetto Case agli studenti confligge con l'intenzione, anche stavolta, resa manifesta dal voto del Consiglio comunale, di destinare all'Adsu gli spazi di Casale Marinangeli. E ancora: a parole, almeno, la volontà politica dell'amministrazione pareva muoversi nella direzione di non ricostruire i 111 alloggi popolari di San Gregorio, non tutti, almeno. Al contrario, l'ipotesi progettuale prevede la riqualificazione completa del plesso.

Nel merito, hanno provato a rispondere l'assessore Capri e la dirigente del settore ricostruzione pubblica, Enrica De Paulis. Sul progetto Case, De Paulis ha spiegato che "non ci sono risorse per la manutenzione ordinaria e, per quella straordinaria, il Governo ha stanziato fondi per il 2016 ma non è chiaro se farà lo stesso per l'anno prossimo". Dunque, "è necessario provare ad immaginare dei progetti che consentano all'amministrazione di cedere almeno una parte degli alloggi in cambio di manutenzione". Anche perché, "le demolizioni sono procedura complicata, ci vorrà tempo e bisognerà capire come farla". Oltre gli indirizzi politici del Consiglio comunale, insomma, c'è da affrontare la vicenda, e subito.

C'è da programmare, appunto. Strano, però, se ne occupino i dirigenti.

E sugli alloggi popolari di San Gregorio? "Il progetto articolato - la risposta di De Paulis - ripropone le indicazioni già fornite con il masterplan per la ricostruzione approvato dalla Giunta a fine novembre".

Infine, la dirigente e l'assessore Capri sono stata sollecitati anche nel merito della scelta delle associazioni no-profit, ActionAid e ViviamolAq, senza che fosse istruita alcuna procedura di evidenza pubblica. "Abbiamo già lavorato con loro su altri progetti, con reciproca soddisfazione", ha sottolineato Capri. E De Paulis ha aggiunto che, "dati i tempi stretti, le associazioni si sono mostrate disponibili a lavorare alla progettazione gratuitamente, senza che il Comune dell'Aquila abbia preso, nei loro confronti, alcun impegno economico per il futuro", dovesse essere approvata la proposta. Insomma, non è detto che saranno ActionAid e ViviamolAq a gestire le linee d'intervento, dovessero essere finanziate.

Ultima modifica il Martedì, 06 Settembre 2016 16:50

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