Martedì, 17 Settembre 2013 18:53

Al Consiglio regionale la protesta dei disabili e dei lavoratori ex Golden Lady

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Sit-in, scioperi della fame e contestazioni hanno caratterizzato la seduta del Consiglio regionale tenutasi ieri, la prima convocata dopo la pausa estiva.

In aula è approdata anzitutto la protesta delle associazioni delle persone disabili, che hanno proclamato lo sciopero della fame e uno stato di agitazione permanente finché la Regione non avrà posto rimedio ad alcuni inadempimenti normativi e non avrà ritirato alcuni provvedimenti legislativi che impongono tagli lineari all'assistenza alle persone affette da handicap. La protesta è parzialmente rientrata quando il Consiglio ha approvato una risoluzione che impegna il Presidente e la Giunta a recepire le istanze al centro della mobilitazione.

Ma in aula si è parlato anche della vertenza dello stabilimento di Gissi (Chieti) della ex Golden Lady. Il consigliere di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo ha rivolto un'interrogazione alla Giunta per chiedere se vi siano state inadempienze da parte della Regione nel fallimento delle trattative con la New Trade, la società che avrebbe dovuto rilevare l'impianto.

Gli ex dipendenti sono in mobilità da luglio e chiedono alla Regione l'istituzione di un'area di crisi nel territorio dove aveva sede la fabbrica, un comprensorio interessato anche da altre vertenze. Oggi al Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) ci sarà un incontro dal quale i sindacati e lo stesso presidente della regione Gianni Chiodi sperano di portare a casa qualche risultato positivo.

La protesta dei disabili

Fuori il Palazzo dell'Emiciclo sono arrivate le associazioni dei disabili, per protestare contro una serie di tagli imposti dalla Regione ai servizi di assistenza fisioterapica e contro dei mancati adempimenti legislativi.

La manifestazione, indetta da Carrozzine Determinate, è stata appoggiata anche da altre associazioni, tra le quali Comunità 24 Luglio, Aism L'Aquila, Abitare Insieme, Cittadinanza L'Aquila, Mutua Studentesca L'Aquila e Udu. Ad esse si è unita Rifondazione comunista con il segretario provinciale Goffredo Juchich e l'assessore del comune dell'Aquila Fabio Pelini.

Un lungo striscione con su scritto “Figli di un dio minore” è stato appeso alle recinzioni del Consiglio mentre, fuori i cancelli d'ingresso dell'aula, sono state lasciate delle carrozzine vuote con appesi solo dei cartelli recanti scritte come questa: “Per colpa vostra non posso essere qui. Prigioniero in casa. Violati i diritti umani”. Le associazioni, infatti, contestano l'annullamento dello stanziamento dei fondi della legge 13 del 1989, che consente alle persone con disabilità di eliminare le barriere architettoniche degli edifici privati, e i tagli lineari alla riabilitazione fisioterapica voluti dal decreto commissariale 51.  

Altri temi oggetto di rivendicazione sono stati la mancata istituzione della consulta dell'handicap (prevista da una legge regionale del 1995) e la non attuazione della legge sulla vita indipendente, pur approvata dal consiglio regionale.

Al termine di una lunga seduta della prima commissione, alla quale ha partecipato una delegazione di membri delle associazioni, il Consiglio regionale, in apertura dei lavori, ha approvato all'unanimità una risoluzione che impegna il presidente della Regione Gianni Chiodi e tutta la Giunta a non inserire la riabilitazione ambulatoriale e domiciliare nel taglio dei fondi previsto dal decreto commissariale 51, a dare applicazione entro il mese di ottobre alla legge sulla "Vita indipendente", ad attivare e convocare la Consulta sulla disabilità entro la fine dell'anno, a finanziare con 2 milioni di euro la legge sulle barriere architettoniche e a dare applicazione, entro 15 giorni, alla legge 1 del 2008 sullo stesso argomento.

Le associazioni, i cui membri avevano minacciato una protesta a oltranza nonché uno sciopero della fame e della sete, si ritengono solo parzialmente soddisfatte e minacciano di proseguire la contestazione qualora alla presa di posizione “morale” del Consiglio regionale non dovessero seguire decisioni politiche.

Sit-in dei lavoratori Ex Golden Lady

I lavoratori e le lavoratrici dell'ex Golden Lady di Gissi sono in mobilità dallo scorso luglio. Si tratta di oltre 300 persone che rischiano di rimanere senza un'occupazione a causa della mancata riconversione dello stabilimento da parte delle società Silda e New Trade, le due aziende che avrebbero dovuto rilevarlo e prenderlo in gestione, riassorbendo i dipendenti.

“Una riconversione fallimentare” l'ha definita il consigliere di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo, che ha rivolto alla Giunta un'interrogazione per chiedere se la Regione si sia resa responsabile di qualche inadempienza che ha determinato lo stop imposto alla New Trade.

“La Regione, attraverso l'assessorato al lavoro” ha risposto Chiodi (l'assessore competente, Paolo Gatti, era assente per malattia) “ha partecipato a tutti gli incontri svoltisi presso le sedi istituzionali e governative e ha fatto tutto quello che era in proprio potere per condurre in porto la riconversione”.

Chiodi in sostanza ha difeso l'operato della Regione e ha dichiarato che la New Trade, ad oggi, non è stata in grado di produrre agli uffici competenti l'idonea polizza fideiussoria per lo sblocco del finanziamento di 500 mila euro stanziato dalla Regione sotto forma di programmi di riqualificazione professionale per i lavoratori.

“Gli intermediari indicati da New Trade” ha detto Chiodi “non sono risultati iscritti agli elenchi presenti sul sito della Banca d'Italia e quindi non possiedono i requisiti per rilasciare garanzie nei confronti delle amministrazioni pubbliche ai sensi delle leggi dello Stato” .

Ultima modifica il Mercoledì, 18 Settembre 2013 09:55

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