Domenica, 27 Novembre 2016 15:06

PD 'frena' sulle primarie. Albano: "Si faranno solo se di coalizione"

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"Il nostro obiettivo è costruire una coalizione di progresso per il governo della città. In questo senso, le primarie non sono il fine ma soltanto un mezzo".

A dirlo è il segretario cittadino del Partito Democratico, Stefano Albano. "Per selezionare il nostro candidato - aggiunge ai nostri microfoni - non abbiamo bisogno di celebrare le primarie: se con le forze di coalizione si riterrà di farle, ci presenteremo all'appuntamento con un nome forte, indicazione del gruppo dirigente; se si decidesse di procedere in altro modo, invece, di costruire un percorso politico capace di tenere insieme le forze di centrosinistra intorno ad un programma condiviso e ci venisse poi chiesta l'indicazione di una candidatura, proporremo il nome che riterremo migliore per interpretare il percorso delineato".

Niente primarie di partito, insomma, niente pre-primarie interne per individuare il candidato: è l'indicazione forte emersa dalla riunione del Partito Democratico convocata giovedì scorso. A dire che se le altre forze di centrosinistra decideranno di non partecipare, come già annunciato, d'altra parte, dal capogruppo in Consiglio comunale di Sel/Si Giustino Masciocco e da Enrico Perilli di Rifondazione comunista, le primarie non si faranno.

Evidentemente, il gruppo dirigente democrat non vuole correre il rischio si trasformino in una sanguinosa battaglia interna tra pezzi di partito.

"L'obiettivo era e resta la coalizione", ribadisce Albano a NewsTown. Per questo, nella riunione di giovedì non si sono fatti i nomi di possibili candidati. "La volontà è fare il meglio per la città e, in questo senso, sarebbe svilente parlare di nomi anche rispetto alle alleanze che stiamo cercando di costruire con l'obiettivo di rilanciare un'aggregazione progressista". Non si può che tenere conto di quanto sta accadendo fuori i confini cittadini, riconosce il segretario democrat - "il centrosinistra, come modello di riferimento nazionale, non esiste più" - a maggior ragione, però, "L'Aquila ha bisogno di una propria narrazione, peculiare, che muova i passi dalla coalizione al governo fino ad oggi provando a coinvolgere le migliori forze civiche espresse dalla città".

In queste settimane, "gli alleati hanno manifestato la volontà di avviare un dibattito che non sia sui nomi, ma sulle condizioni politiche per cui si possa stare insieme rispetto ad un quadro nazionale complicato. Ebbene - rivendica Stefano Albano - il Pd aquilano, in questi mesi, ha lavorato per rendere la discussione concreta: già un anno e mezzo fa, d'altra parte, avevamo provato a declinare la nostra narrazione con Progetto L'Aquila. Siamo contrari, infatti, all'idea dell'uomo solo al comando, restiamo convinti sia necessaria una gestione collettiva, di squadra; inoltre, non abbiamo mai creduto alla tesi dell'autosufficienza del Pd. In questo senso, i ballottaggi di giugno ci hanno dato ragione".

C'è un vento che sta soffiando, impetuoso, e che porta con sé i peggiori populismi - sottolinea Albano - "le peggiori destre: sta facendo breccia laddove la sinistra si dimostra incapace di dare risposte, laddove si mostra statica e imbalsamata, poco capace di innovarsi. E' un vento che attecchisce sulle paure profonde della società occidentale: si pensi a cosa sta accadendo in Austria e in Ungheria che, temo, precederà quanto potrebbe accadere in Francia; si pensi alla vittoria di Trump, negli Stati Uniti. E' un vento capace di riportare alle urne pezzi di astensionismo, cittadini che, negli ultimi anni, tendevano a non votare ed oggi, invece, tornano alle urne mobilitati dal voto contro l'establishment. Si badi bene - aggiunge il segretario democrat - è questione che attiene anche alle elezioni locali: i ballottaggi di giugno scorso qualcosa dovrebbero avercelo detto; la valutazione sull'operato di Piero Fassino, come sindaco di Torino, era assolutamente positiva: nonostante ciò, c'è stata una fortissima affermazione di Chiara Appendino".

Parole che dicono molto, quelle di Albano, sul ragionamento politico che sta maturando in seno al Partito Democratico per la scelta del candidato sindaco e, così, sulla volontà di perseguire nei fatti, oltre che a parole, la costruzione di una coalizione larga di centrosinistra per evitare il rischio d'isolamento del Pd.

Dunque, "in settimana convocheremo una riunione di maggioranza che speriamo possa segnare l'avvio di un'interlocuzione collettiva con chi ha governato con noi fino ad oggi e che vorremmo poi allargare ad altre aggregazioni politico-civiche che ritengano necessario discutere la fase nuova che siamo chiamati ad affrontare, per la ricostruzione del tessuto socio-economico dopo che si è lavorato duramente per assicurare la ricostruzione fisica".

C'è una questione sociale che sta esplodendo in città, il segretario dei democratici non lo nasconde: "I dati sui nuovi poveri sono allarmanti; un problema da affrontare, e l'amministrazione sta già facendo molto: l'assessora Emanuela Di Giovambattista presenterà presto un piano, in questo senso. C'è poi il malcontento per le difficoltà nella ricostruzione delle frazioni, un sentimento di abbandono cui siamo impegnati a dare risposte quanto prima e, quindi, dopo il referendum avvieremo una serie di incontri nei territori. Ci sono poi altri nodi da sciogliere: sul nuovo Piano regolatore generale, innanzitutto, come su alcuni interventi infrastrutturali - e penso alla variante Sud - economici e di sviluppo, più in generale, con la partita sul rilancio del Gran Sasso tra le altre. Tanto è già in campo: tra gennaio e febbraio avremo il bando per i centri storici che rappresenterà un'importante leva propulsiva, c'è l'impegno sul Distretto turistico, ci sono i fondi per la ricostruzione destinati allo sviluppo economico. Molto è ancora da fare, però".

Insomma, il percorso è delineato e - al di là degli esiti del referendum di domenica prossima - verrà perseguito, assicura Stefano Albano rispondendo, seppure indirettamente, alle perplessità espresse ai nostri microfoni da Enrico Perilli che, pur riconoscendo la peculiarità del Pd aquilano, si è detto convinto, altresì, che questa peculiarità sarebbe destinata a scomparire dovesse vincere il Si. E che comunque, nulla sarà più come prima, dopo il 4 dicembre.

"Ci siamo dati un profilo politico chiaro come Pd aquilano", ribadisce invece Albano, "e non cambierà. In seno al partito, abbiamo esponenti renziani ed esponenti che non sono renziani: io stesso, ho sempre sostenuto mozioni altre rispetto al segretario e farò lo stesso al prossimo congresso; se il problema è la mia partecipazione alla Leopolda, vorrei chiarire che sono andato a Firenze come membro della segreteria nazionale dei Giovani Democratici: non si è trattato di un'adesione ad una corrente piuttosto che ad un'altra. Queste, però, sono questioni che attengono al dibattito interno al partito", aggiunge. "Molti di noi sono schierati per il Si, la maggior parte del gruppo dirigente e della base, altri invece voteranno No e, sia chiaro, per me restano compagni. Il partito starà compatto: la sfida aquilana viene prima di tutto".

E viene prima di tutto la costruzione di una coalizione progressista: "Nei giorni scorsi, Giuliano Pisapia e Virginio Merola hanno simbolicamente piantato un ramoscello d'ulivo a Bologna: vorrei coinvolgerli in un'iniziativa da organizzare qui a L'Aquila, nei prossimi mesi".

Infine, Albano tiene a sottolineare un'altra indicazione politica emersa dalla riunione di partito dello scorso giovedì: "Siamo aperti alle liste civiche, anzi speriamo di allargare la coalizione come dicevo, a condizione, però, che si tratti di vere liste civiche, espressione di aggregazioni civiche o di particolari sensibilità politiche; al contrario, non permetteremo la presentazione di liste civiche di spirito personalistico che decretano, come accaduto a Sulmona, la morte della politica e del dibattito".

Un messaggio piuttosto esplicito al sindaco uscente Massimo Cialente che, ad una 'sua' lista civica, sta pensando seriamente e da tempo, in realtà.

Ultima modifica il Lunedì, 28 Novembre 2016 22:05

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