Lunedì, 05 Dicembre 2016 11:06

L'Aquila, il giorno dopo: le reazioni in seno a centrosinistra e centrodestra

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"Credo che il voto di ieri rappresenti un fatto importante, per il Paese; si è creata infatti una coscienza popolare".

A dirlo è il presidente del Consiglio comunale Carlo Benedetti che, ai microfoni di NewsTown, commenta così il risultato referendario maturato ieri, e la schiacciante vittoria del No anche a L'Aquila, con un risultato che è andato oltre la media nazionale. "E' una risposta omogenea a renzismo e grillismo - ha aggiunto Benedetti - fenomeni che appartengono alla stessa cultura politica, espressione di una deriva demagogica e populista della politica".

Benedetti - tra i pochi a parlare, in seno al Pd aquilano - è convinto che, ora, si debba affidare l'incarico di Governo "ad una personalità politica di livello assoluto". E fa i nomi, tra gli altri, del presidente del Senato Pietro Grasso, e dell'abruzzese Giovanni Legnini, vice presidente del Csm.

Non è un nome fatto a caso. E' evidente che Legnini sia figura politica d'antitesi, in seno al centrosinistra regionale e, dunque, nazionale, a Luciano D'Alfonso che, fino a ieri, sembrava proiettato ad un incarico di Governo e che, al contrario, deve sopportare oggi una forte vittoria del No, in tutta la Regione.

"Siamo tornati al dopo elezioni del 2013, gli elettori hanno rimesso la palla al centro", ha proseguito Benedetti. Che sottolinea poi come a livello locale "questo risultato riapra la strada ad una conduzione più democratica e paritaria del partito, e già si è riaperto un blocco di sinistra di livello che mai si era perso", ha voluto ribadire, lanciando un messaggio piuttosto chiaro in vista delle amministrative di primavera.

Dunque, l'appello: "Chiedo a tutti gli uomini di sinistra di non mettersi fuorigioco, piuttosto in posizione utile per contribuire all'amministrazione della cosa pubblica". Una sorta di chiamata alle armi.

Se festeggia la sinistra dem, il clima è euforico anche nel centrodestra. "Il dato politico è che gli italiani hanno votato contro le finte riforme di Matteo Renzi", ha spiegato a NewsTown il coordinatore cittadino di Forza Italia, Stefano Morelli. "In 1000 giorni, il suo governo non ha prodotto nient'altro che il Jobs Act che ha precarizzato il mondo del lavoro trasformando i contratti a tempo determinato in formule altre di assunzione. Tuttavia, il Paese resta più tassato di prima, più povero di prima, e gli Italiani hanno voluto mostrare il loro dissenso al terzo governo non eletto a guida Pd".

Al dato politico, ha aggiunto Morelli, si è aggiunto poi il "dissenso nel merito della riforma: si sono incrociati questi due tipi di voto".

Per bocca del presidente Silvio Berlusconi, "Forza Italia ha detto chiaramente che, ora, è necessario riscrivere la legge elettorale: al momento, infatti, abbiamo una legge per la Camera e l'altra per il Senato, e pende la spada di Damocle della Corte Costituzionale sull'Italicum. Ci si trova costretti ad un ragionamento condiviso con tutte le forze politiche, ma Forza Italia non entrerà né sosterrà alcuna coalizione di Governo", ha ribadito Morelli.

Che aggiunge: "Da una primissima valutazione sui flussi elettorali, c'è un evidente effetto Berlusconi: in 15 giorni di campagna elettorale, il presidente ha scongelato il voto moderato di centrodestra, orientato all'astensionismo. Ghisleri parla del 5%, che produce un delta più ampio se si considera il 'recupero' di chi era orientato a votare Si".

Per L'Aquila, il dato del No "è importantissimo, sopra la media nazionale: è un No alla sinistra aquilana che ha governato in questi anni - l'affondo di Morelli - a Cialente, Pezzopane, Lolli e Pietrucci". Ovviamente, avrà ripercussioni anche sulle prossime amministrative: entro Natale, Forza Italia testerà con sondaggio telefonico - Morelli ne aveva parlato a NewsTown già mesi fa - una rosa ampia di nomi: un sondaggio interno e che tale resterà.

Così, verrà individuato il nome che verrà messo sul tavolo della discussione con le altre forze di centrodestra, se coalizione sarà. Stanotte, i salviniani hanno ribadito il loro orientamento alle primarie: "Con la vittoria del No abbiamo salvato l'Italia, con la vittoria del No a L'Aquila abbiamo salvato il futuro della città", il commento di Luigi D'Eramo. "La triade del PD aquilano esce sconfitta e a maggio li manderemo a casa. Ora avanti con le primarie! Tutti abbiano il coraggio di far scegliere il candidato sindaco ai cittadini".

"No agli inciuci, No ai giochi di potere, No alle vecchie logiche dei partiti, No ai sondaggi - l'affondo di D'Eramo - che anche questa volta non hanno mostrato affidabilità".

Invito respinto al mittente da Morelli che ha ribadito di non essere appassionato dalle primarie: "Berlusconi è stato chiaro: le primarie possono essere uno strumento utile se e solo se regolate per legge".

Accordo ancora lontano, insomma, in seno al centrodestra cittadino che, pure, avrebbe la straordinaria opportunità di cavalcare, in questo momento, le difficoltà del Partito Democratico. "All'indomani del voto al referendum costituzionale, esprimiamo estrema soddisfazione sia per l'affluenza alle urne che per il netto risultato del NO: il 64% dei cittadini aquilani votanti ha scelto di preservare la carta costituzionale, mostrando a nostro avviso estrema lungimiranza ma anche stanchezza e poca fiducia verso un panorama politico evidentemente inadeguato", hanno dichiarato in una nota Michele Malafoglia e Chiara Mancinelli, portavoce ed esponente del Circolo 99 di Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale.

"Il fatto che la percentuale di vittoria del fronte del NO aquilano sia nettamente superiore a quella nazionale, inoltre, dovrebbe far riflettere la classe politica locale, a guida PD: i cittadini hanno mostrato estrema autonomia decisionale e di pensiero, a dispetto della serrata propaganda per il SI, discostandosi chiaramente dalle linee e dalle intenzioni di Sindaco e Giunta", hanno ribadito. "Il risultato della consultazione elettorale, pertanto, a livello locale è da intendersi come un chiaro segno di stanchezza verso scelte evidentemente inadeguate che caratterizzano ed hanno caratterizzato la politica locale, dalla gestione della ricostruzione alla mancata attuazione di un serio piano di sviluppo industriale ed economico, passando dai parcheggi a pagamento in un centro storico fantasma, verso i quali da sempre ci siamo opposti, alla gestione dei fondi della cultura, fino ad arrivare alla Tari ed ai praticamente inesistenti sostegni alle famiglie, lasciate alla loro sorte in una città preda di furti e delinquenza".

Eppure, anche dentro Fratelli d'Italia il percorso che dovrebbe portare alle amministrative non sembra affatto delineato. Se il circolo aquilano sta lavorando alla proposta di candidatura di Pierluigi Biondi, infatti, giunto a L'Aquila per un incontro sul referendum, ai nostri microfoni Fabio Rampelli ha parlato qualche settimana fa di primarie di coalizione per la scelta di un candidato che possa guidare il centrodestra cittadino.

Pagano (FI): "Premiato nostro impegno, ora si apre nuova fase"

 

"La grande partecipazione degli abruzzesi al referendum costituzionale e la nettissima affermazione del No ha confermato e confortato l'impegno del Comitato per il "No" che ha condotto una capillare campagna informativa su tutto il territorio regionale".

Il coordinatore regionale di Forza Italia, Nazario Pagano, fa il punto sull'esito elettorale, che ha visto l'Abruzzo attestarsi su una lusinghiera percentuale partecipativa del 70% (sesto in ambito nazionale), con il 64,4% dei voti attribuiti al "No", oltre cinque punti al di sopra della media nazionale.

"Abbiamo lavorato con serietà per spiegare agli abruzzesi tutti gli aspetti del progetto di riforma del governo Renzi – aggiunge Pagano -, proprio perché abbiamo perseguito la linea politica di un voto consapevole e informato, ben oltre la propaganda ossessiva e rutilante e gli slogan governativi che fornivano una visione distorta della realtà. Abbiamo realizzato oltre 40 appuntamenti di grande partecipazione e di altrettanto grande successo su tutto il territorio regionale. I frutti si sono visti. Voglio ringraziare per questo tutte le forze politiche e le componenti del Comitato per il "NO"".

Il coordinatore regionale di Forza Italia rilancia la nuova stagione del partito, che prende le mosse  proprio dal recupero dei consensi e dei voti dal bacino dell'astensionismo.

"Si apre una nuova fase per un progetto politico di centrodestra che assuma la responsabilità della guida del Paese e della Regione. Mi preme sottolineare – insiste Pagano – che i due esponenti di maggior spicco dell'Abruzzo, ovvero il presidente Luciano D'Alfonso e il sottosegretario alla Giustizia  Federica Chiavaroli si sono spesi in prima persona, personalizzando il confronto. Il governatore ha assunto due iniziative discutibili nell'ambito della correttezza istituzionale, come l'assemblea dei sindaci e la lettera inviata alle famiglie abruzzesi, che dovrebbero portarlo coerentemente ad assumersi la responsabilità politica di questa sconfitta".</

 

Ultima modifica il Lunedì, 05 Dicembre 2016 18:03

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