Lunedì, 20 Febbraio 2017 13:02

Progetto Snam, a Paganica affollata assemblea contro il metanodotto

di 

Non è bastata la sala del Centro Civico di Paganica per accogliere la folla di cittadini che ha partecipato all’assemblea pubblica di domenica pomeriggio sulle ragioni del No alla realizzazione del metanodotto Snam.

L’iniziativa è stata promossa dall’amministrazione dei Beni Separati Paganica-San Gregorio che hanno chiamato a raccolta i comitati e i sindaci di tutta l’area regionale interessata dalla costruzione della mega-opera, per mettere in campo un’azione congiunta che, nel breve e medio termine, porti alla modifica del tracciato in progetto e all’impedimento della costruzione della centrale a Sulmona.

Nei giorni scorsi, abbiamo raccontato le preoccupazioni dei residenti di Paganica che, anche a causa della ripresa dello sciame sismico, vedono la probabile costruzione del gasdotto lungo le faglie della dorsale appenninica come l’ennesima minaccia all’incolumità dei cittadini abruzzesi. E la massiccia partecipazione all’assemblea di ieri ha dimostrato quanto la tutela ambientale e la prevenzione del rischio sismico stiano a cuore alla comunità paganichese e non solo.

Nella sala infatti un centinaio di persone, molte delle quali in piedi, hanno ascoltato per oltre due ore gli interventi dei comitati e dei rappresentanti delle istituzioni che hanno accolto l’invito del presidente degli Usi Civici Paganica Fernando Galletti. Presenti i comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona, il collettivo “Altrementi” della Valle Peligna, rappresentanti dei Comuni di Navelli e di Popoli, gli Usi Civici di Collebrincioni, Aragno, Tempera, Assergi, Filetto, Arischia e Camarda, il Sindaco del Comune di Pizzoli Gianni Attanasio. A rappresentare la Regione Abruzzo c’erano il presidente della Commissione Territorio Pierpaolo Pietrucci e il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli.

In molti si sono rivolti a loro per chiedere una presa di posizione netta ed efficace della Regione Abruzzo contro l’avanzamento del progetto; non sono mancate le critiche nei confronti del comportamento spesso "ambiguo" delle istituzioni regionali.

Mario Pizzola del Comitato per l’ambiente di Sulmona ha ricordato l’endorsement della giunta D’Alfonso al Governo Renzi in seguito alla sentenza con cui la Corte Costituzionale, su ricorso del Governo stesso, bocciò, nell’ottobre del 2016, la legge della Regione Abruzzo che stabiliva maggiori distanze di sicurezza per la realizzazione di nuovi metanodotti così da garantire l’incolumità pubblica. Una legge incostituzionale, secondo la Consulta, perché in contrasto con “l’espressa riserva allo Stato” della determinazione dei criteri generali tecnico-costruttivi in materia di impianti energetici.

“Non entro nel merito della sentenza contro cui la Regione non poteva fare nulla - ha affermato nel corso del suo intervento l'attivista - Recrimino invece per il comportamento della Giunta D’Alfonso che, invece di difendere una legge approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale, dopo la sentenza della Consulta ha votato una delibera con cui si è espressa addirittura in favore delle motivazioni con cui il Governo Renzi aveva impugnato la legge in oggetto. Un atto, dal punto di vista politico – ha concluso Pizzola - con cui la Regione ha voltato le spalle ai cittadini che non vogliono il metanodotto”.

“La Costituzione attribuisce alla Regioni un parere decisorio sul consenso alla realizzazione di un’opera di questo genere - ha replicato il vice Presidente della Giunta Regionale Giovanni Lolli – e noi lo abbiamo negato in tutte e due le Conferenze dei Servizi che si sono svolte al Ministero dello Sviluppo economico. Purtroppo una legge italiana (ll decreto Sblocca Italia voluto dal Governo Renzi e approvato dal Parlamento nel 2014 ndr) consente alla Presidenza del Consiglio di assumere competenza esclusiva circa la realizzazione di opere di interesse nazionale che rivestono carattere d’urgenza anche di fronte al parere negativo della Conferenza dei Servizi. Nel caso specifico della centrale di Sulmona, l'esecutivo ha avocato a sé la decisione nonostante la Regione, nelle Conferenze dei Servizi, abbia negato l’intesa”.

Lolli ha ricordato che relativamente alla costruzione del gasdotto vero e proprio, il Governo non ha ancora assunto potere decisorio esclusivo, lasciando tuttavia intendere che se da un lato esistono margini per impedirne la realizzazione, il parere negativo della Regione in sede di Conferenze dei Servizi potrebbe non essere sufficiente. Per fare pressioni sul Governo, ha quindi affermato che “ dal momento che la Regione può esprimersi solo attraverso atti, l'azione istituzionale deve essere accompagnata da un’iniziativa di movimento che oltre a Sulmona e L’Aquila coinvolga anche tutte le zone terremotate del Centro Italia”.

Dall’incontro è emersa l’urgenza di agire tempestivamente soprattutto per quanto riguarda la centrale di compressione di Sulmona. “Gli iter procedurali del metanodotto e della centrale di compressione viaggiano su due binari separati - ha ricordato Giovanna Margadonna del comitato per l’ambiente di Sulmona - Per la sola centrale, dopo le Conferenze dei Servizi presso il Mise, gli incontri per la negazione dell’intesa, le sette delibere di giunta approvate dalla Regione e gli incontri presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, manca soltanto la firma per dare l’autorizzazione all’opera. Una volta realizzata la centrale - ha avvertito Margadonna - si accelererà anche l’iter procedurale relativo al gasdotto vero e proprio, essendo la centrale a supporto del metanodotto un’unica opera incardinata”

“Ci aspettiamo ora un maggior coordinamento con le realtà di Paganica e dei comuni limitrofi interessati – ha concluso Margadonna- Questo rafforzamento di intenti da parte dei Sindaci che verranno coinvolti e , speriamo, della politica, darà un maggiore impulso alla lotta che portiamo avanti da oltre nove anni”.

 

Ultima modifica il Sabato, 02 Dicembre 2017 14:07

Articoli correlati (da tag)

Chiudi