Martedì, 21 Febbraio 2017 02:39

Turismo, Dorina Bianchi a L'Aquila. Lolli: "Misure per fronteggiare emergenza"

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Rispondere all’emergenza con misure eccezionali in grado di incidere nell’immediato puntando, al tempo stesso, alla revisione delle strategie regionali di promozione del turismo “perché le cose, in Abruzzo, andavano male già prima del terremoto e delle nevicate di gennaio”.

Il vice presidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli lancia una richiesta di aiuto al Governo e un invito ai portatori di interessi locali a resettare tutto per ripartire da zero. Lolli, fresco di assegnazione della delega al Turismo, ha parlato di fronte a una platea di imprenditori e rappresentanti delle associazioni di categoria riuniti all’auditorium di palazzo Silone per incontrare il sottosegretario Dorina Bianchi relativamente al problema del turismo messo in ginocchio dalle scosse e dalle nevicate di gennaio.

“Siamo qui per capire quali correttivi inserire nel decreto terremoto che sta per arrivare alla Camera” ha detto il sottosegretario “ma anche per lanciare un messaggio agli italiani: l’Abruzzo è una regione sicura e bellissima, dove si può ancora venire a fare del turismo di altissimo livello”.

In sala c'è un clima da ultima chiamata: o si fa qualcosa subito, ripetono più o meno tutti, dai vertici regionali agli imprenditori, oppure si condanneranno interi territori alla desertificazione accentuando un fenomeno già in atto, quello dello spopolamento.

“Siamo in un’emergenza assoluta” ha detto Lolli “Nemmeno nel 2009 eravamo ridotti così. Dopo le scosse di gennaio il turismo nella nostra regione è crollato. Anche all’Aquila il centro si è svuotato di nuovo. Purtroppo la comunicazione e l’immagine dell’Abruzzo data da alcuni media non hanno aiutato. Occorre vedere quali misure urgenti e immediatamente applicabili si possono mettere in campo per ridare ossigeno alle imprese, sapendo che ci sono cose che possiamo chiedere e altre che non possiamo ottenere”.

Un riferimento chiaro ai niet europei: “Alcune misure” ha precisato Lolli “come la sospensione dei mutui o le zone franche, mi vedono, francamente, un po’ scettico: noi ci siamo passati e non ci è andata bene, visto che i mutui abbiamo dovuti ripagarli con tanto di interessi mentre la sospensione delle tasse ci ha portato all’apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea, che ha richiesto indietro alle nostre imprese 50 milioni di euro di tributi non pagati”.

Cosa si può fare, allora, nell’immediato?

Anzitutto, ha detto Lolli, bisogna estendere gli ammortizzatori sociali a chi ha perso il lavoro a causa delle nevicate e del terremoto. Il vice presidente ha portato l’esempio estremo dei dipendenti sopravvissuti dell’hotel Rigopiano: “Queste persone ora cosa faranno? Farindola non sta nemmeno nel Cratere”.

Una seconda misura invocata è la copertura del danno indiretto, quello subito, ad esempio, dagli albergatori che, pur non avendo avuto danni e non rientrando nell’area del Cratere, hanno dovuto disdire centinaia di prenotazioni.

Altro intervento fondamentale, ha detto Lolli, è l’apertura di linee di credito rapide per le imprese, giacché i rimborsi fatti con i Fesr hanno tempi troppo lunghi. Lolli ha parlato anche dei contratti istituzionali di sviluppo ai quali sta lavorando il Polo d’innovazione per il turismo. Sono contratti che prevedono linee di credito gestite da Bei (Banca europea degli investimenti), Invitalia e Cassa depositi e prestiti grazie alle quali le imprese potranno rimodulare le esposizioni bancarie e convertirle in investimenti.

Infine, ha affermato Lolli, ci vuole un bando per assegnare risorse da destinare all’adeguamento sismico delle strutture ricettive: “Una famiglia che prenota in Abruzzo vuole essere certa che il posto in cui andrà a trascorrere le proprie vacanze sia sicuro”.

Oltre l’emergenza, però, c’è l’ordinario, il quotidiano, ossia le politiche da attuare in tempo di pace.

E qui il vice presidente regionale ha riconosciuto gli enormi ritardi accumulati dall’Abruzzo rispetto alle eccellenze rappresentante da regioni come il Veneto, il Trentino o la Toscana. La nostra, non a caso, è la terz’ultima regione italiana per presenza di turisti stranieri.

“Parliamoci chiaro” ha ammesso Lolli “In Abruzzo le cose andavano male anche prima, soprattutto se pensiamo alle enormi potenzialità che ha questa regione. Occorre un cambio di strategia. La prima cosa da fare è mettere su un osservatorio in grado di fornire dati aggiornati e standardizzati sull’ospitalità e i flussi turistici. Poi dobbiamo darci un metodo e fare sistema, istituendo un tavolo tecnico-istituzionale e vedendo quali sono stati, in questi anni, i modelli vincenti per cercare di replicarli qui. Dobbiamo connetterci con strategie nazionali, agganciandoci a iniziative come il Piano strategico del turismo”.

Ultimo ma non ultimo, ha detto Lolli, serve anche un deciso cambio di passo nella gestione della comunicazione. Anche qui, le parole chiave sono fare sistema, evitando iniziative estemporanee affidate magari a improbabili testimonial. L’obiettivo è duplice: dimostrare che l’Abruzzo, in questo momento, è una regione sicura, contrariamente a quello che una certa comunicazione istituzionale ha lasciato intendere, e creare una nuova desiderabilità puntando sul concetto di turismo esperenziale:  “Non vogliamo spendere chissà quanti soldi in agenzie di comunicazione. Ci sono già dei progetti in campo, uno dei quali vede coinvolte anche Lazio, Umbria e Marche. Sono disponibili circa due milioni di euro ma altre risorse arriveranno”.

Ultima modifica il Martedì, 21 Febbraio 2017 12:32

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