Mercoledì, 22 Febbraio 2017 19:45

Centrodestra, Domenici: "Per la scelta del candidato troveremo un'intesa interna"

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“Quello che ho fatto l’ho fatto alla luce del sole, non c’è nessun regista occulto”.

Non ci sta Vito Domenici a passare per burattinaio del centrodestra aquilano, per l’eminenza grigia che, al chiuso di segrete stanze o in riunioni carbonare, sceglie i candidati facendo e disfacendo alleanze.

L’accusa a Domenici, ex assessore regionale alla Sanità ed esponente di spicco di Forza Italia, di essere il manovratore occulto del centrodestra era arrivata da Luigi D’Eramo, candidato sindaco di Noi con Salvini. Senza mai chiamarlo per nome, D'Eramo aveva però parlato di “personaggi oscuri riesumati dalla storia”.

Allora Domenici, è lei il regista politico della candidatura di Liris?

Ma quale regista, quello che ho fatto l’ho fatto alla luce del sole. Io non ho ruoli in Forza Italia, anche se è il mio partito di appartenenza. Il mio è più un ruolo da facilitatore: mi hanno contattato diverse persone per studiare dei percorsi e delle strategie per poter ricostituire un’area che non fosse esclusivamente di centrodestra ma civico-politica per poter competere alla pari con l’attuale governo cittadino verso il quale tutti noi siamo molto critici. Sulla candidatura di Liris, era normale che uscisse fuori: ogni partito indica un suo candidato e Forza Italia ha indicato Liris, non solo in quanto capogruppo ma anche perché sul suo nome c’è stata una convergenza ampia, dei consiglieri comunali e di altri esponenti del partito.

E’ vero che avrebbe trovato un accordo anche con Romano Ferrauto per una lista di socialisti di centrodestra in cui dovrebbe entrare anche Pierluigi Properzi?

Con Ferrauto non ho più nessun rapporto né politico né personale. Non lo vedo né lo sento da almeno 10 anni. Tra l’altro militavamo in due partiti diversi, lui era socialista e io democristiano. Questi rumors sono funambolisimi della politica, c'è qualcuno che si arrampica sugli specchi per crearsi dei nemici a tutti i costi. Quanto a Properzi, con lui non ho mai avuto niente a che fare né professionalmente né politicamente. Siamo sempre stati e siamo tutt’ora su posizioni completamente distanti per quanto riguarda la visione dell’urbanistica e dell’architettura. Figurarsi se ho degli interessi in comune con lui.

E con Giancarlo Silveri in che rapporti è?

Ottimi, lo stimo molto: ha fatto molto bene il suo lavoro, è uno dei potenziali candidati del centrodestra.

A questo punto di candidati in pectore ce ne sono già tre: Liris, Silveri e a quanto pare anche Biondi. Come sceglierete quello che sfiderà il centrosinistra?

Io avevo chiesto insieme ad altri il sondaggio. L’idea è stata accettata ma poi i tempi si sono dilatati e oggi il concetto appare superato. Dobbiamo trovare una sintesi.

Quindi il sondaggio non si farà più?

Lo faremo quando sarà il momento ma come fatto interno a Forza Italia. Per la scelta del candidato bisognerà trovare una sintesi: tutti i partiti dovranno sedersi intorno a un tavolo e trovare un metodo per scegliere il migliore. Non va bene il sondaggio? Scegliamo un altro sistema.

E le primarie? I salviniani continuano a chiederle.

Mi è sembrato strano il modo di proporle, dopo che avevano già scelto il candidato sindaco. Così è una contraddizione in termini. Le primarie mi sembrano più uno slogan, un espediente da politica da circo equestre. Il Pd le fa da sempre ma non mi sembra che siano andate in porto in maniera soddisfacente. Se fatte senza regole, diventano un momento di conflittualità che alimenta intrighi, intrecci e spaccature interne.

Cosa pensa di un ipotetico ticket Liris-Biondi?

Tutte le soluzioni sono praticabili, i ticket sono ottimi se fatti da persone della stessa levatura. Non sono assolutamente contrario ai ticket, poi la gerarchia al loro interno è un altro discorso.

Circolano voci secondo cui ai tavoli romani Fratelli d’Italia potrebbe spuntarla e avere un suo candidato sindaco - per l’appunto Biondi - a L’Aquila in cambio dell’appoggio a candidati di Forza Italia in altre città.

A Roma hanno una visione diversa, un po’ più ampia della nostra. Nei tavoli nazionali devono trovare soluzioni per far quadrare il cerchio e condurre il centrodestra insieme a eventuali aggregazioni civiche. A livello nazionale c’è un dinamismo che rende difficile l’identificazione del centrodestra come tradizionalmente siamo abituati a vederlo. Non c’è più uno schema prefigurato rigido.

Quindi Biondi per lei sarebbe un buon candidato? I suoi detrattori dicono che in passato è stato troppo vicino a Casapound e che questa vicinanza potrebbe danneggiarlo.

Biondi è persona apprezzabilissima, politicamente è molto preparato. Ha fatto il sindaco e l’ha fatto con dignità, ha agito in prima persona in una fase delicata come la ricostruzione senza neanche un’ombra e con un'efficacia riconosciuta da tutti. La sua è stata un’esperienza validissima. Riguardo Casapound, essa stessa ha detto che non ha niente a che fare con Biondi e che correrà con un proprio candidato. Anche Biondi ha detto di non aver rapporti con loro.

Un suo ritorno in campo come candidato è escluso?

La politica per me è passione: credo che tutti dovrebbero appassionarsi alla politica perché è la politica che decide il destino delle persone. Appassionarsi alla politica significa appassionarsi alla società, alla città, alla comunità a cui si appartiene. Io faccio politica in questi termini e attraverso la mia professione. Si può fare politica anche così, perché, come si diceva una volta, ogni azione quotidiana è politica.

Ultima modifica il Giovedì, 23 Febbraio 2017 12:57

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