"Sono pronto a farmi carico con una decisione del consiglio comunale, a intraprendere tutto quello che serve per deresponsabilizzare il Direttore generale della Asl Giancarlo Silveri, dato che può essere questo il problema". Parola del Sindaco Massimo Cialente all'indomani della terza udienza del "processo a CaseMatte", andata ancora a vuoto per vizi di forma.
Il sindaco sembra addirittura sorpreso: "Scrissi a Silveri che il Comune voleva affittare l'area e pensavo si fosse risolto tutto. Adesso me ne occupo, ma qual'é l'accusa? - invasione e occupazione in concorso, apprende il sindaco - ma allora è invasione anche il tendone di Piazza Duomo, ma nella nostra situazione come si fa? Non si possono sottrarre spazi, io per esempio con l'occupazione dell'asilo non l'ho fatto, assumendomi dei rischi".
"Se il Comune vuole prendere la locazione dell'area essendo un ente pubblico, e tra gli enti pubblici si può procedere a trattativa privata, sono pronto a trattare, si faccia avanti. Poi il Comune ci fa quello che vuole" ha dichiarato a NewsTown il direttore della Asl1.
Tempo per avviare un dialogo tra il Comitato 3e32 che autogestisce CaseMatte, il Comune e la Asl ci sarebbe. Quando si svolgerà la terza udienza il prossimo 11 Ottobre, ad un anno e mezzo dalla prima - che si è tenuta nell'Aprile del 2012 - il processo dovrà cominciare ancora praticamente da zero.
La novità di ieri è stata la presenza del maggiore teste dell'accusa, il direttore Asl Giancarlo Silveri che fuori il tribunale ha scambiato qualche parola con il giudice Giuseppe Grieco e con la stampa, per poi andar via prima che l'udienza cominciasse.
Precisamente la Asl accusa dodici giovani di aver occupato abusivamente dentro Collemaggio l'unità edilizia B6, 24metri quadri utilizzati come bar fino a qualche anno prima del sisma e poi in abbandono. Sollecitato su quale sarebbe l'utilizzo dello stabile se non ci fosse l'occupazione, il direttore ha precisato: "C'è un bene che è di un altro che è stato occupato, che poi a Collemaggio ci sono aree non utilizzate è un altro discorso, ma non è che se lei non va più a casa sua qualcuno è abilitato ad entrarci e farne uso".
Ma Collemaggio appartiene a questa città oppure no? E di conseguenza chi decide sul suo futuro? Sembra essere questo il nodo centrale che CaseMatte, con la sua semplice e nuda esistenza, ha il merito di continuare a sollevare. Secondo Silveri "Collemaggio è un bene che appartiene ad un ente pubblico ma non è un bene pubblico della città. Tutti i beni Asl non utilizzati a fine d'istituto - continua Silveri - sono destinati ad essere venduti ma per quanto riguarda ColleMaggio io non ho subito né spinte a vendere né a comprare. Tengo fermo tutto fino a quando il Comune non destina l'area". E Cialente assicura: "Ora, fatto il cronoprogramma, una volta partita la ricostruzione, iniziamo a ragionare sulle grandi trasformazioni urbane della città. Però la destinazione di Collemaggio resta pubblica".
Se lo augurano quelli del 3e32 che della battaglia per Collemaggio pubblica ne hanno fatto la loro bandiera, finendo per questo dentro l'aula di tribunale: "Abbiamo recuperato il bar dell'ex ospedale psichiatrico restituendolo alla collettività - recita una loro dura nota su facebook uscita ieri pomeriggio dopo l'udienza - Facciamo un uso pubblico e collettivo all'interno del bene comune che è Collemaggio. E' la direzione della Asl che abbandonando e favorendo il degrado di tutta l'area ne fa un uso privatistico in attesa della (s)vendita".