Giovedì, 09 Marzo 2017 20:11

Congresso Pd, Orlando: "Ricostruire un partito per ricostruire un Paese"

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“Ho scelto di partire da qui perché in fondo anche nel Pd si tratta di ricostruire: ricostruire un partito per ricostruire un Paese”.

La corsa di Andrea Orlando alla segreteria del Partito democratico inizia dall’Abruzzo e in particolare dall’Aquila, prima uscita ufficiale dopo l’annuncio della candidatura.

Il ministro della Giustizia trova ad accoglierlo, in un auditorium Ance pieno, quasi tutto il gotha locale del partito, che, in vista del congresso, ha già scelto da che parte stare.

Dopo essere entrato sulle note della Canzone popolare di Fossati, vecchio inno ulivista (il futuro ha un cuore antico), Orlando parla davanti a una platea composta soprattutto da vecchi militanti ma dove fa capolino anche qualche giovane.

“C’è bisogno di ricostruire un senso di comunità”, dice in apertura il segretario comunale Stefano Albano. “All’Aquila si possono gettare le basi di un nuovo progetto di governo, basato sulla messa in sicurezza del paese e sulla sburocratizzazione delle procedure”, aggiunge il sindaco Massimo Cialente. Seduti ci sono anche il presidente del consiglio comunale e probabile candidato alle primarie Carlo Benedetti, il vice presidente della Regione Giovanni Lolli, l’assessora comunale al Sociale Emanuela Di Giovambattista e l’altro candidato sindaco in pectore, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci.

“Credo che L’Aquila sia un posto importante dove parlare di ricostruzione”, afferma Orlando mentre spiega il perché della scelta del capoluogo abruzzese come tappa di inizio del suo tour congressuale. “Per ricostruire un partito bisogna avere pazienza, capacità di ascolto e di fatica quotidiana, non basta il colpo ad effetto. Tutte questioni che qui sono facilmente comprensibili”.

Nei giorni scorsi Orlando aveva annunciato che, in caso di vittoria, si dimetterà dalla carica di ministro, anche se alcuni membri del Pd come Piero Fassino gli hanno rammentato che poiché chi vince le primarie è anche il candidato premier in pectore non ci sono incompatibilità tra cariche di governo e cariche di partito: “Credo che Fassino si sia distratto, in questo momento sono pochissimi i leader di partito che sono anche leader della coalizione di governo. Riguardo la situazione italiana bisogna prendere atto di un fatto: stiamo andando da un sistema maggioritario e bipolare a uno tripolare e proporzionale, un sistema di alleanze. E in un sistema di alleanze non è detto che chi guida il primo partito sia anche la persona gradita agli altri partiti per guidare il governo. Mi pare che non stiamo facendo molto per evitare il proporzionale, io ho lanciato alcune proposte per avere una legge elettorale con almeno un premio di maggioranza. Di questo dobbiamo discutere e non di ciò che è scritto nel nostro statuto”.

Orlando sembra escludere ogni ipotesi di grandi coalizioni o di intese con i Cinque Stelle, ai quali, invece, strizza l’occhio l’altro candidato, Michele Emiliano: “Io non vorrei strizzare l’occhio a nessuno, le grandi intese hanno dimostrato come sia difficile dare risposte al Paese avendo programmi diversi”.

“Voglio essere il candidato che affronta il tema della delusione, darò ogni energia perché il progetto del Pd resti quello che avevamo sognato dieci anni fa”, dice Orlando. “Tante persone sono state attratte dalla mia candidatura per costruire un partito diverso. Il primo principio ispiratore della mia campagna sarà quello di eguaglianza. Le disuguaglianze si stanno mangiando la democrazia, una società scavata da profonde differenze è una società dove anche il sistema democratico scricchiola. Se vogliamo avere una democrazia più forte dobbiamo costruire una società più coesa, dove chi è rimane indietro sa che c’è chi gli dà una mano”.

Altra priorità, afferma Orlando, sarà “il ripensamento dell’assetto territoriale del paese, dobbiamo mettere i territori nelle condizioni di vincere questa sfida. Oggi i comuni, che sono il luogo in cui si deve far fronte alle emergenze che si determinano nei territori, sono in grande difficoltà. Se non gli diamo una mano a uscire da queste difficoltà, anche il Paese non riuscirà ad affrontare questi temi”.

Che partito ha in mente Orlando e quali sono i suoi rapporti con Renzi? “Voglio costruire un partito che non subisca scissioni, che richiami le persone rimaste alla finestra o che hanno appeso le scarpe al chiodo. Non mi preoccupano tanto i singoli leader ma i milioni di voti che abbiamo perso. Il mio rapporto con Renzi? Quello di un leale competitore, così come sono stato un leale sostenitore di un governo di cui non rinnego l’esperienza. Considero che in un partito ci si possa e ci si debba stare con idee diverse, ognuno deve battersi per far prevalere la propria ma poi si deve continuare a lavorare insieme. Un mese dopo le primarie avremo mille comuni che andranno al voto. I nostri sostenitori dovranno ritrovarsi e fare campagna elettorale insieme. Quando usiamo le parole e i toni dobbiamo tener presente anche questo”.

Ultima modifica il Venerdì, 10 Marzo 2017 17:22

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