A dirlo è il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci che, in una nota, sottolinea come si tratti di una norma che punta a "equiparare l’Abruzzo alle sei regioni virtuose che hanno già legiferato in questo senso, ovvero la Puglia, il Friuli Venezia Giulia, la Basilicata, la Campania, le Marche e l’Emilia-Romagna e obbligherà la Regione e gli enti collegati ad adottare stringenti tutele per i lavoratori nell’ambito degli appalti pubblici".
Una volta che il Consiglio regionale avrà approvato il provvedimento, la Regione in tutte le sue ramificazioni, enti, società strumentali, partecipate, nonché tutti coloro che si trovano a utilizzare fondi regionali e comunitari dovranno inserire nei capitolati di appalto la clausola sociale regionale obbligatoria: "significa che il personale che ha precedentemente svolto il servizio dovrà essere tutelato (quindi assorbito, mantenendo i diritti acquisiti), in linea con il principio della responsabilità retributiva e con il superamento della distinzione tra appalti e subappalti".
L’intento del progetto di legge è quello, nel rispetto della libera concorrenza, di venire incontro ai lavoratori - spiega Pietrucci - "già duramente colpiti nel contesto storico attuale, per salvaguardare la normale attività lavorativa e le competenze professionali, e trova il suo fondamento nella legislazione europea e nelle disposizioni comprese nel nuovo codice nazionale sugli appalti. Una norma che considero di civiltà, persino rivoluzionaria, tale da introdurre una prassi che auspico essere seguita alla stregua di esempio anche al di fuori dell’ambito di applicazione. Per questo, trovo inspiegabile al momento del voto in Commissione l’astensione del Movimento Cinque Stelle".