Giovedì, 20 Aprile 2017 20:07

Elezioni L'Aquila, Biondi riunisce il centrodestra: "Possiamo vincere"

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“Guardate bene questo tavolo. Oggi è una giornata storica, era da 15 anni che il centrodestra aquilano non si presentava unito alle elezioni”.

Le parole che il giornalista Giorgio Alessandri usa per introdurre la conferenza stampa convocata per ufficializzare la candidatura di Pierluigi Biondi a sindaco dell’Aquila esprimono il pensiero e anche l’emozione dei molti militanti accorsi a decine a stipare la sala Rivera di palazzo Fibbioni.

Il momento, in effetti, è di quelli a loro modo solenni: un candidato unitario del centrodestra non si vedeva dalle elezioni del 2002, quelle del secondo e ultimo mandato Tempesta. Da allora in poi solo divisioni, spaccature, veti incrociati, scambi di accuse e rancorosi rimpalli di responsabilità.

Biondi è riuscito laddove avevano fallito Giorgio De Matteis e, prima di lui, Maurizio Leopardi, mettendo insieme Forza Italia, Noi con Salvini, Fratelli d’Italia, Udc e varie forze civiche e forzando un’impasse venutasi a creare soprattutto per i tentennamenti di Forza Italia, che aveva puntato prima su Luca Bergamotto e poi su Guido Liris.

Ma il presidente regionale del partito azzurro, Nazario Pagano, nega che quella dell’ex sindaco di Villa S. Angelo, politicamente appartenente a Fratelli d’Italia, sia stata una candidatura più subita che scelta, frutto più delle intese raggiunte sui tavoli e nei palazzi romani che non espressione della volontà di un territorio: “A noi interessava anzitutto presentarci uniti” ha spiegato Pagano “perché è il nostro elettorato a chiedercelo. Forza Italia aveva un proprio candidato, Guido Liris, ma quando ci siamo incontrati per decidere, l’accordo è stata trovata su Biondi. E’ chiaro che quando si è chiamati a scegliere bisogna passare attraverso una strettoia e in quel momento bisogna avere la capacità e l’intelligenza di saper fare sintesi. Per questo ringrazio Liris ma anche Luigi D’Eramo che, facendo un passo indietro, hanno compiuto un gesto di generosità e di responsabilità. Noi” ha continuato Pagano “siamo convinti che questa battaglia si possa vincere, abbiamo dei sondaggi che ci dicono che il centrodestra è in vantaggio. Biondi è una persona seria, che ama e conosce la sua città e che è capace di fare gioco di squadra. La sua esperienza da sindaco di un comune che ha vissuto la stessa tragedia dell’Aquila non potrà che essergli di giovamento”.

“Sono orgoglioso e carico, di entusiasmo ma anche di senso di responsabilità” ha detto Biondi, che, come prima cosa, ha voluto rivendicare quanto fatto nella fase d’emergenza post-sisma dal governo Berlusconi: “Il centrodestra ha dimostrato cosa sa fare e l’ha dimostrato nel 2009. Dopo venti giorni L’Aquila aveva già un decreto che stanziava 10 miliardi di euro per la ricostruzione, altro che la lotteria delle casette. Il centrodestra ha salvato L’Aquila costruendo 7 mila alloggi per gli sfollati e abbattendo le tasse alle imprese, fino al 2014 gli unici fondi che abbiamo avuto sono stati quelli stanziati a suo tempo da Berlusconi. In seguito abbiamo dovuto lottare per ottenere un decimo di quella cifra. Per aver fatto tutto questo credo che il centrodestra possa andare a testa alta”.

L’ex sindaco di Villa S. Angelo, che è sostenuto da molte liste civiche ma anche dal gotha dei vecchi partiti (tutto presente alla conferenza stampa), si è presentato come un candidato di rottura, come “il granello che rompe il meccanismo”, per dirla con lo slogan che campeggia dai suoi manifesti elettorali: “Possiamo portare a compimento il sogno di ricostruire L’Aquila perché non ci tiene insieme nessun sistema affaristico-clientelare e perché abbiamo la possibilità di parlare tanto agli assegnatari delle case popolari quanto al grande imprenditore. Ci rivolgiamo a tutti, noi vogliamo una città che torni a essere inclusiva e accogliente, una città in cui ogni pezzo di società possa avere un suo ruolo, una sua rappresentanza ma anche una possibilità di dialogo e partecipazione, quella che è mancata in questi anni”.

“Oggi non inizia una campagna elettorale, che è una  cosa un po’ riduttiva per una città difficile e complessa come L’Aquila” ha affermato Biondi “Oggi inizia un percorso importante che dovrà portarci a riconsegnare ai nostri coetanei, a quelli più grandi di noi ma soprattutto ai nostri figli e ai nostri nipoti una città dove si possa tornare a vivere felici. Ce la possiamo fare ma serve l’impegno di tutti. La gente da noi aspetta non la polemica ma la proposta, non l’analisi dei problemi ma una risposta possibile ai problemi, non la diagnosi ma la cura”.

A Biondi, che è convinto di recuperare anche i voti degli elettori di centrodestra che hanno partecipato alle primarie di centrosinistra votando per Di Benedetto, restano due grandi nodi da sciogliere: uno è quello che hanno un po’ tutti i candidati sindaco in tempi di elezioni, ossia la compilazione delle liste (sono otto, tra partiti e forze civiche, i soggetti politici che lo sostengono: ognuno avrà una sua lista?); l’altro nodo è rappresentato dai suoi trascorsi da iscritto e militante di Casa Pound, un legame, reciso solo di recente, che potrebbe spaventare l’elettorato moderato.

Sulle liste Biondi ha detto che a decidere saranno i partiti e gli altri componenti della coalizione: “Non credo che sia una questione numerica. E’ vero che le amministrative si vincono soprattutto con i numeri e però l’importante sarà fare liste di qualità, in cui non ci siano persone messe lì solo per riempire degli spazi. Dobbiamo dare un segnale diverso”.

Riguardo i vecchi legami con Casa Pound, recentemente sottolineati, non senza ironia, anche dalla candidata del movimento neofascista, Claudia Pagliariccio, “andrebbe intanto definito cos’è il voto moderato” ha risposto Biondi “Io mi sono sempre caratterizzato per essere una persona sobria, dialogante e misurata. E poi ci sono definizioni che secondo me sono superate: abbassare le tasse, lanciare l’idea del mutuo sociale o del disability manager, tutte proposte presenti nel nostro programma, sono cose di destra o di sinistra? Per il sociale, in questi anni, hanno fatto più i governi di centrodestra che quelli di centrosinistra, che invece pensavano a fare le privatizzazioni. Noi abbiamo la possibilità di parlare all’intera società aquilana, senza distinzione di classe e ceto. Se vogliamo continuare ad avere una città a due velocità, ciò a cui l’ha condannata il centrosinistra, magari avremo una città in cui ci saranno un centinaio di ultra benestanti privilegiati ma non una città in cui ci sarà una comunità coesa”.

Ultima modifica il Giovedì, 20 Aprile 2017 22:56

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