Venerdì, 21 Aprile 2017 18:08

Recupero complesso ex Cofa: indagati D'Alfonso, Dezio, Milia e Ruffini. Il governatore: "Attendo evolversi della vicenda con insuperabile tranquillità"

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Altra tegola per Luciano D'Alfonso.

Il governatore, infatti, è stato iscritto nel registro degli indagati nell'ambito di una inchiesta relativa all'articolata vicenda del recupero del complesso ex Cofa, l'area di 35mila metri quadrati di proprietà della Regione che, per trent'anni, ha ospitato il mercato ortofrutticolo pescarese. Con D’Alfonso sono indagati anche l’avvocato Giuliano Milia, storico difensore del governatore, il dirigente del Comune di Pescara Guido Dezio, ex braccio destro del governatore, l’ex consigliere regionale del Partito democratico Claudio Ruffini, ex segretario particolare del presidente, che si è dimesso nelle scorse settimane in seguito al coinvolgimento nella inchiesta della procura dell’Aquila sugli appalti della Regione. Inoltre, sarebbero indagati alcuni funzionari dell’amministrazione comunale adriatica.

Per ora, l’ipotesi di reato sarebbe quella di abuso d’ufficio.

Le indagini condotte dalla squadra Mobile di Pescara si sarebbero concentrate su una pratica urbanistica rilasciata dal Comune sull’ipotesi di recupero della zona attraverso uno strumento pubblico-privato, sul quale c’è stato anche uno scontro politico. A quanto si apprende, gli indagati sarebbero stati già interrogati nei giorni scorsi.

L’indagine ha avuto un’accelerazione dopo il trasferimento, da parte della procura aquilana ai colleghi pescaresi, di atti emersi nell’ambito della maxi inchiesta sugli appalti pubblici che ha coinvolto il governatore, gli assessori regionali Silvio Paolucci, Dino Pepe e Marinella Sclocco, funzionari pubblici, imprenditori e professionisti esterni; la maxi inchiesta aquilana ha finora portato a 11 fronti finora conosciuti e 33 indagati complessivi. Le ipotesi di accuse, a vario titolo, sono di corruzione, turbativa d’asta, falso ideologico, abuso d’ufficio.

"Apprendo di essere sottoposto a indagine conoscitiva per il recupero del complesso ex Cofa a Pescara", il commento di D'Alfonso. "Per quello che ho fatto in quel sito – recuperato all’uso della città dopo anni di incuria – mi aspettavo piuttosto la cittadinanza onoraria. Se è vera la notizia, ne sarà vera subito un'altra: la posizione assolutamente meritoria della Regione, che ha demolito un manufatto abbandonato e divenuto ricovero per senzatetto, oltre che oggetto d’emergenza ambientale. Per questo motivo attendo con insuperabile tranquillità l'evolversi della vicenda che giudico documentalmente improbabile".

 

La demolizione dell'ex Cofa

La giunta regionale presieduta da Luciano D'Alfonso deliberò la demolizione delle strutture ricomprese nel complesso ex Cofa, l'ex mercato ortofrutticolo sulla riviera sud di Pescara, alla fine di agosto del 2014, "ai fini di un ormai dovuto risanamento dell'area e della sua contestuale valorizzazione - si leggeva in delibera - sia per il raggiungimento degli obiettivi finanziari della Regione sia per il conseguimento della migliore destinazione del bene e della sua pronta utilizzazione in coerenza con gli obiettivi di sviluppo del territorio e con l'interesse della collettività".

Nella delibera si specificava anche che sarebbe stato chiesto al Comune di Pescara di "pervenire ad una intesa finalizzata ad approvare, attraverso Accordo di programma o altro strumento ritenuto idoneo allo scopo, in variante al Prg e ai suoi strumenti attuativi, lo stralcio dell'area dall'ambito del Pp2 - Zona portuale e la sua pianificazione di dettaglio, valutando la possibilità del recupero delle superfici esistenti in luogo dell'indice di utilizzazione territoriale e nel rispetto degli altri contenuti e indicazioni previsti nello strumento urbanistico".

L'area è di 25.868 metri quadri ed era ricompresa, appunto, nel comparto denominato Pp2.

 

Le reazioni

Pettinari (M5S): "Nuova ferita per la Regione"

"Apprendiamo dalla stampa un'ennesima indagine che investe il Presidente Luciano D'Alfonso. Questa è una nuova ferita per una regione che non merita di balzare alle cronache, ancora una volta, per queste motivazioni. Il Governatore venga a riferire in Consiglio regionale i motivi di questa ennesima vicenda giudiziaria che lo vede tra gli indagati".

A chiederlo è Domenico Pettinari, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle. "I cittadini hanno il diritto di sapere cosa succede. Mi sento, inoltre,  di ringraziare magistratura inquirente e polizia giudiziaria, ritengo che la rilettura degli atti amministrativi da parte dell'Autorità giudiziaria rappresenti una garanzia di legalità, ma un politica sana dovrebbe avere gli anticorpi necessari per evitare l'attenzionamento continuo da parte degli organi di giustizia. Evidentemente questo governo regionale ha seri problemi di gestione della cosa pubblica.  Un governo regionale sotto inchiesta rende la regione meno attrattiva sotto tanti punto di vista".

 

Ultima modifica il Domenica, 23 Aprile 2017 00:54

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