Sempre meno servizi, corse tagliate "al solo fine di annunciare asfittici utili di bilancio", pensiline indecenti quando presenti, parco autobus tra i più vetusti della Regione, mancato reintegro del personale viaggiante, mancato rispetto degli accordi aziendali sottoscritti, mancanza di trasparenza sui dati di bilancio 2016, e soprattutto nessuna chiarezza sul percorso di fusione Ama-Tua, anch'esso più volte annunciato e sempre boicottato. E' un clima aziendale "irrespirabile" quello definito dai sindacati dell'Azienda per la mobilità aquilana (Ama), la municipalizzata dei trasporti del Comune dell'Aquila.
A compiere il duro attacco all'amministratore unico Agostino Del Re sono le sigle Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Faisa-Cisal e le Rsa aziendali. Il clima si inserisce nel recente rinnovo dell'incarico a Del Re [leggi].
Con un decreto dello scorso 14 marzo, il sindaco Massimo Cialente ha infatti rinnovato la fiducia al dirigente pubblico per altri tre anni, con una modalità quantomeno anomala rispetto al fatto che lo stesso Cialente si trovi negli ultimi due mesi del suo mandato a Palazzo Fibbioni.
Una decisione cui si oppongono anche i sindacati di Ama, che definiscono la decisione di Cialente "incomprensibile" e legano neanche troppo velatamente il rinnovo dell'incarico a Del Re con la difficile fusione di Ama con Tua, che potrebbe garantire all'attuale amministratore un posto nel cda della società dei trasporti abruzzese.
"Quale futuro si sta immaginando?", si chiedono i rappresentanti delle maestranze. E in effetti la domanda è più che legittima, con un sistema di trasporti urbano carente - per usare un eufemismo - in una città definita da anni dalla sua classe dirigente smart. Inefficienze che, secondo i sindacati, sarebbero da imputare principalmente "a chi amministra la società da più di quattro anni" e che, probabilmente, a meno di dietrofront nelle nomine l'amministrerà anche per i prossimi tre.
Nel frattempo, è sotto gli occhi di tutti la situazione della mobilità pubblica all'Aquila, con i cittadini che subiranno ulteriori disagi mercoledì 26, quando gli stessi sindacati hanno proclamato uno sciopero.