Effetto Salvini sulla campagna elettorale.
Il segretario federale della Lega Nord è tornato a L’Aquila, accolto da più di 200 persone che hanno affollato il comitato elettorale del candidato sindaco di centrodestra, Pierluigi Biondi. Non era affatto scontato, considerato l’orario – le 14:45 – il giorno feriale e la pioggia battente. Salvini ha portato una ventata d’entusiasmo, trascinando sui temi programmatici ‘cari’ al movimento anche Biondi, fino a ieri attento a mantenere un profilo moderato e oggi, invece, più radicale su alcune proposte che ammiccano alla pancia dell’elettorato di Salvini.
Prima gli aquilani, la promessa.
“L’11 giugno libereremo la città dalle lobby che l’hanno soffocata”, ha sottolineato il segretario provinciale di ‘Noi con Salvini’, Emanuele Imprudente; “Di Benedetto, ne è l’espressione: è il candidato dei poteri forti della città, di alcune imprese, persino di una banca”. Dunque, il capogruppo di NcS in Consiglio comunale ha chiesto un impegno forte al segretario nazionale: “Con Biondi sindaco, e una volta al Governo del Paese, ti chiederemo di essere amico della città, e di fornirci gli strumenti normativi che il Partito Democratico non ha saputo garantirci”.
“Non è scontata la presenza di così tante persone”, ha aggiunto Pierluigi Biondi, “segno che c’è una volontà diffusa di condividere i problemi e di ascoltare le soluzioni; il candidato del centrodestra unito si è soffermato su un aspetto, tra gli altri: “abbiamo a disposizione 7mila alloggi tra Case e Map, oltre a 600/700 appartamenti acquisiti dal Comune a seguito di acquisto equivalente: avremmo potuto sperimentare un importante progetto di housing sociale in favore delle categorie più deboli, degli studenti, dei professionisti. Invece, è stato istruito un bando per l’assegnazione degli alloggi che, come unico requisito, prevedeva la residenza nel Comune dell’Aquila da almeno un anno”.
E così – l’affondo di Biondi – “la città si è riempita di disperati che hanno preso la residenza col miraggio di ottenere un’abitazione”. Un’affermazione piuttosto ‘forte’ che, tra l’altro, non trova riscontri, al momento, se è vero che, come confermato dal candidato sindaco, il Comune dell’Aquila non ha ancora risposto alla richiesta d’accesso agli atti del consigliere uscente Daniele Ferella che ha interrogato l’amministrazione proprio sui dati dei richiedenti l’alloggio del progetto Case. Intanto, “i progetti Case di frontiera stanno diventando dei ghetti, con i cittadini che hanno paura, a sera”.
Prima gli aquilani, dunque, per l’assegnazione degli alloggi post-sisma e, così, per i servizi: “Per usufruire delle prestazioni sociali, degli asili nido come degli scuolabus, viene valutato l’ISEE che confronta la situazione economica dei nuclei familiari calcolando anche il valore delle abitazioni di proprietà, seppure si tratti di prima casa e sia inagibile; così, le graduatorie premiano le famiglie non aquilane, evidentemente. Dunque, abbiamo proposto di ricalcolare l’ISEE sgravando l’eventuale abitazione inagibile e trovando una sorta di franchigia per le prime abitazioni, seppure agibili”, ha spiegato Biondi.
“L’assessore al sociale del Comune dell’Aquila, su Facebook - forse per evitare brutte figure sulle pagine dei giornali, come accaduto stamane alla senatrice Pezzopane sugli emendamenti Brunetta e Castricone – ha ironizzato, sottolineando che l’unica proposta del centrodestra sul sociale era la modifica di una legge nazionale. Evidentemente, l’assessore ignora che la regolamentazione dell’accesso ai servizi sociali viene approvata dall’amministrazione comunale: basterebbe ricalcolare l’ISEE con un semplice algoritmo; è il livello d’attenzione del centrosinistra ai problemi della città”. Anche per questo, “è arrivato il momento di dare sfogo democratico al sentimento di ribellione che avverto in città, incontrando famiglie che non ce la fanno più, che sono allo stremo, a dispetto di chi arriva a L’Aquila beneficiando di servizi non dovuti”, ha ribadito Biondi. Che ha aggiunto: “Stiamo consentendo una colonizzazione: non possiamo permettere che venga stravolta la bellezza fisica e morale della città, la sua cultura millenaria, il suo patrimonio edilizio straordinario”.
Posizioni che declinano, al livello locale, le idee programmatiche di Matteo Salvini; il segretario federale non si è soffermato sulle questioni che attengono al futuro della città, “rappresento un movimento autonomista e sono convinto che debba essere il territorio a valorizzare il territorio”, ha spaziato, piuttosto, dalla strage di Manchester, “un attacco terroristico così efferato, a bambini che assistevano ad un concerto, è una vera e propria dichiarazione di guerra e, d’altra parte, anche Monsignor Negri, vescovo di Ferrara, ha parlato di guerra di religione”, alla questione dei migranti, “una vera e propria invasione” con le Prefetture che, oramai, “sono diventate affittacamere per clandestini”. Anche a L’Aquila, ha aggiunto Salvini, “anche qui avete, di sicuro, qualche cooperativa che approfitta economicamente dei continui sbarchi”.
“Se l’11 giugno il centrodestra vincerà a L’Aquila – città che, come altre, il Partito Democratico ritiene roba sua – manderemo un avviso di sfratto al Governo Gentiloni-Renzi-Boschi”, la promessa. A decidere le elezioni, però, saranno coloro che hanno deciso di non votare: “Avete 20 giorni di tempi per svegliare i loro cuori e le loro teste”, ha detto Salvini, rivolto ai cittadini accorsi ad ascoltarlo; “li capisco, certo, la politica sta facendo di tutto per fare schifo, per allontanare la gente: per questo, vi chiedo di suonare ai loro campanelli. E’ l’ultimo giro, per voi e per me”, ha ribadito il leader della Lega Nord; “ci sto mettendo l’anima, e ce la metterò, per dare agli italiani la possibilità di scegliere tra due modelli, tra chi si interessa ai poteri forti, alle banche e agli affaristi e chi, invece, guarda alle periferie, alle famiglie in difficoltà, agli anziani, ai disoccupati, ai giovani che non vogliono abbandonare questa splendida terra. Tocca anche a voi, però: se Biondi andrà al ballottaggio, tornerò a L’Aquila tra l’11 e il 25 giugno, intanto, però, lascio a voi il simbolo del movimento per convincere i disillusi”.
Cambiare si può, lo slogan di Salvini; “il nostro avversario è la rassegnazione, ma possiamo davvero cambiare L’Aquila, l’Italia e l’Europa: se ci siete, io ci sono”.