Domenica, 28 Maggio 2017 12:51

Liris (FI): "Facoltà di medicina e ospedale di 2° livello a rischio, serve patto di ferro"

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L’Aquila rischia di perdere la storica facoltà di Medicina e un ospedale che avrà la possibilità di avere i migliori reparti e finanziamenti: per evitarlo occorre un patto per la città tra struttura sanitaria e ateneo, il nuovo sindaco e il nuovo Consiglio comunale dovranno essere il collante tra i due mondi”.

A lanciare l’allarme è Guido Liris, candidato consigliere comunale di Forza Italia alle prossime elezioni comunali dell’Aquila e vice presidente regionale del partito.

“Serve la fine della guerra tra le due istituzioni come tra i loro vertici e l’apertura di un vero e proprio tavolo d’emergenza per difendersi contro quello che non si può non chiamare attacco, che ci arriva dal resto della regione, dal presidente, Luciano D’Alfonso, dagli ospedali di Chieti e Pescara, dall’Università ‘D’Annunzio’”.

“Mentre L’Aquila si divide e questiona su beghe di basso cabotaggio, nel resto d’Abruzzo si costruiscono nuovi ospedali e, soprattutto, si pongono le condizioni per una sanità sempre più competitiva”, prosegue.

“La Giunta regionale ha spinto sull’acceleratore per la costruzione del nuovo ospedale di Chieti attraverso il project financing e una gara europea; da queste parti sembra invece che a nessuno interessi la necessità di costruire un nuovo ospedale all’Aquila - denuncia Liris - Come al solito, il candidato sindaco del centrosinistra si mostra suddito del governatore, non sbattendo i pugni né occupandosi di questa vicenda che comincio a sospettare neanche conosca”.

Per ovviare ai pericoli, per Liris, medico ospedaliero, “serve un patto di ferro che tolga gli alibi alla politica regionale. Al primo posto dobbiamo porre il cittadino, che deve avere accesso alla migliore assistenza ospedaliera”.

“Centralità del paziente e della città dell’Aquila sono i due motivi che devono guidare a mettere in campo ogni iniziativa per una buona sanità aquilana e una buona università, salvandole dalle insidie e dalle mire espansionistiche del resto della Regione, in particolar modo della costa”.

“In caso contrario potremmo risvegliarci in un incubo - conclude - e passare da un ospedale che ha una alta mobilità attiva intra ed extra regionale, ovvero produce utili, a una città che resta capoluogo solo di nome, senza un ospedale di secondo livello e senza facoltà medica”.

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