L'identità, la memoria, la riappropriazione dei simboli. Sono i valori espressi ed esplicitati da Pierluigi Biondi, candidato sindaco per il centrodestra alle elezioni comunali dell'Aquila previste per domenica prossima, in comizio oggi in piazza Duomo. Accanto a lui, a rafforzare quei valori e sostenere la sua candidatura, è arrivata in città Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, partito riferimento per lo stesso ex sindaco di Villa Sant'Angelo.
E' breve il comizio in piazza per i due, accelerato anche dalla pioggia iniziata a cadere nel corso dell'evento, al quale hanno assistito circa trecento persone. Valori, dicevamo. E' evidente che Biondi, nella seconda parte della sua campagna elettorale, sia stato il protagonista di un posizionamento a destra, più o meno costretto dalla composizione della sua coalizione, rispetto al lancio della sua candidatura.
Un riposizionamento esplicitato per l'utilizzo di certi slogan, per il sostegno di diversi leader politici della destra - da Salvini a Brunetta, da Gelmini e Matteoli, e fino alla stessa Meloni - e, appunto, per i valori espressi: "Tutti hanno diritti in questa città, tranne le aziende aquilane, i commercianti aquilani, le famiglie aquilane - ha affermato Biondi dal palco - ma stavolta il popolo non sarà silente, perché non ci faremo spogliare delle prerogative dell'Aquila capoluogo di regione". Il riferimento è anche alla riorganizzazione della sanità regionale, che in queste ore sta tenendo banco sulla stampa, protagonista dell'agenda setting dei candidati, insieme al destino del Progetto Case.
E, a proposito di Progetto Case ed emergenza, Giorgia Meloni punta tutte le sue fiches sul paragone tra il terremoto del 2009 e quello che ha colpito l'Appennino piceno-laziale l'anno scorso: "Senza fare autoesaltazione, le differenze tra il terremoto in Centro Italia e quanto fatto nel 2009 sono evidenti", ha sottolineato, prima di lanciarsi nell'estetica dei valori "antichi", come li ha definiti lei stessa: "Dobbiamo tornare a trattare L'Aquila come abbiamo fatto nel 2009, restituire alla città la sua anima, la sua grandezza, per evitare che sia considerata solo la città del terremoto".
Per la leader di Fratelli d'Italia L'Aquila deve reincarnare quei valori che l'hanno fatta bella e grande: "Restituire la centralità dell'università, far rinascere la città universitaria", ad esempio.
Ma è necessario anche indurre le aziende ad assumere lavoratori aquilani, attraverso incentivi fiscali, e difendere l'identità: "Torniamo in piazza, con un modo di fare politica che definiamo antico, e ne siamo fieri. Perché se la modernità è la teoria del gender, noi siamo fieri di essere antichi".
Ma Meloni è anche la presidente di uno dei partiti che siedono in Parlamento, e quindi c'è il tempo anche per una battuta sulla nuova legge elettorale: "Siamo divisi dal centrodestra perché non vogliamo l'ennesimo governo figlio dell'inciucio, in continuità con Monti, Letta e Renzi. Un sistema tedesco che è tale perché continueremo ad essere schiavi della Germania. Chiediamo a Berlusconi, Renzi e Grillo di escludere le liste bloccate perché non vogliamo nominare noi i parlamentari del nostro partito".