“Il Pd e il centrosinistra, negli ultimi otto anni, hanno gestito il potere in maniera militare, arrivando a usare anche metodi violenti e intimidatori per dissuadere persone che volevano candidarsi con noi. Ma tutto questo tra una settimana finirà. Il 25 giugno sarà ricordata come la vera festa di Liberazione della città dell’Aquila”.
Parole puntute, quelle di Guido Liris, consigliere comunale uscente di Forza Italia che, con le sue 872 preferenze, è stato in assoluto il candidato più votato di questa tornata elettorale.
Liris, che è anche vice coordinatore regionale del partito, pensa che l’impresa, per il centrodestra, sia a portata di mano e che il 25 giugno ci siano tutte le condizioni per ribaltare il risultato del primo turno, malgrado il gap tra Biondi e Di Benedetto sia di oltre 4 mila voti a livello di preferenze individuali e di oltre 5 mila in termini di voti delle liste.
Liris, partiamo anzitutto dall’analisi del risultato elettorale del centrodestra. Pierluigi Biondi ha parlato di un buon risultato, considerando anche che i sondaggi, appena pochi mesi fa, vi davano addirittura 40 punti sotto il centrosinistra. Eppure, se si guarda alle elezioni del 2012, non si può non notare come abbiate preso molti meno voti rispetto alla somma di quelli totalizzati, all’epoca, da De Matteis e Properzi.
"Il paragone con cinque anni fa non è proponibile, perché lì c’erano una coalizione civica e un Pdl reduce da forti spaccature interne. Questa volta invece il centrodestra si è presentato unito con tutti partiti. E’ positivo che il nostro elettorato si sia ritrovato e riconosciuto in simboli di partito dopo tanto tempo. Alcuni di questi, come Fratelli d’Italia e Noi con Salvini, cinque anni fa nemmeno esistevano. Le forze di centrodestra hanno avuto la capacità di fare quadrato e unirsi sotto un’unica candidatura e lo hanno fatto con grande senso di responsabilità, superando steccati e personalismi e avendo, dall’altra parte, una sommatoria di liste che hanno fatto della clientela, negli ultimi otto anni, il loro punto di forza. Le liste di centrosinistra erano fatte da persone che non non hanno potuto dire di no alle richieste di candidatura perché intimorite dall’atteggiamento aggressivo e di ricatto psicologico messo in atto dal centrosinistra e dal Partito democratico. E’ questo il motivo per cui c’è stato un grande tiraggio da parte delle liste di Di Benedetto, perché i candidati erano persone che avevano maturato dei debiti nei confronti dei partiti di centrosinistra e nei confronti delle quali il Pd poteva esercitare un’azione di forza".
Sono accuse pesanti.
"Il centrosinistra e il Pd, in questi ultimi otto anni, hanno occupato il potere militarmente. Il denaro arrivato con la ricostruzione è stato il mezzo per cristallizzare il potere nelle mani di poche persone, spesso alla stessa insaputa dei partiti. C’erano molti consiglieri di maggioranza e anche membri della giunta che spesso non sapevano nulla delle decisioni che venivano prese nelle stanze dei bottoni, frequentate da pochissimi individui rispondenti a pochissime famiglie aquilane. Ma tutto questo sistema viene messo in discussione da Biondi, che rappresenta il vero elemento di discontinuità e rottura che può rimettere l’amministrazione e la progettazione del futuro della città nelle mani di tutti gli aquilani. Il 25 giugno sarà ricordata come la vera festa di Liberazione per la città dell’Aquila".
Credete davvero di potercela fare? Il gap da colmare è ampio.
"Chi è abituato alle competizioni elettorali sa che il ballottaggio è una partita a sé stante, dove si riparte da zero a zero. Non sarà più una partita legata ai rapporti personali con questo o quel candidato, con il cugino, il fratello, il medico, l’avvocato o il creditore di qualche prebenda. La partita si giocherà sul moto di libertà che gli aquilani potranno mettere in atto nei confronti di tutto quello che non ha funzionato in questi anni".
Non temete l’astensione? Già ai ballottaggi l’affluenza al voto tende a essere fisiologicamente più bassa rispetto al primo turno. A questo bisogna aggiungere che all’Aquila si voterà il 25 giugno, in piena estate. In più molta parte dell’elettorato di centrodestra, che storicamente tende a mobilitarsi meno rispetto a quello di centrosinistra, potrebbe disertare le urne dando la partita già per persa.
"Frequentando quotidianamente la città, persone di vari ambienti, dalle frazioni al centro, mi capita di parlare con varie tipologie di individui. Quello che oggi è il liet motiv non è la matrice ideologica centrodestra-centrosinitra ma la voglia di cambiamento rispetto alla conservazione del potere che ci sarebbe in caso di vittoria da parte del Pd e del centrosinistra. La rabbia e il desiderio di discontinuità possono fare la differenza e far superare la maggior propensione all’astensione dell’elettorato di centrodestra rispetto al più catechizzato e fidelizzato elettorato di centrosinistra. Detto questo, personalmente vorrei che qui in Italia si votasse come in Inghilterra: a metà settimana e non nei mesi estivi".
A proposito di affluenza, quella del primo turno, attestatasi al 67%, è stata giudicata alta. Ma, al di là delle percentuali, gli aquilani che non sono andati a votare sono circa 20 mila. Non sono pochi. Come interpreta questo dato? Non crede che se ci fosse stata una reale volontà di cambiamento sarebbero andati a votare molti più elettori?
"E’ vero, 20 mila non votanti sono tantissimi. All’inizio ho interpretato negativamente questo dato: il malcontento era tanto e tale che rendeva ingiustificabile un’astensione così alta. Poi però la riflessione che ho fatto è stata un’altra, molto più realistica. All’Aquila c'è stata un'astensione che ormai è fisiologica e sistemica ma sono andate a votare poche persone principalmente perché ci sono molte meno persone che abitano qui. E questo fatto è attribuibile completamente al centrosinistra, a una gestione del potere che non ha prodotto un’idea di futuro della città tale da convincere le famiglie a rimanere. Molte famiglie hanno mantenuto la residenza solo per non perdere il diritto al contributo per la ricostruzione della propria abitazione ma non vivono più qui e questa è una grave colpa del centrosinistra".
Tornando al vostro risultato, guardando i flussi elettorali si ha l’impressione che un certo tipo di elettorato tradizionalmente appartenente al centrodestra, ad esempio quello composto dai liberi professionisti, a questo giro abbia scelto Di Benedetto. Non crede che questo possa essere dipeso anche dai trascorsi di Pierluigi Biondi in movimenti come CasaPound e dal fatto che la coalizione che avete messo insieme sia troppo a trazione Fratelli d’Italia-Noi con Salvini, due partiti di destra-destra incapaci di intercettare il voto dei cosiddetti moderati?
"Siamo convinti che quei voti siano recuperabili e che gli elettori di centrodestra che al primo turno hanno scelto Di Benedetto abbiano già deciso di tornare a votare per noi. Chi conosce Pierluigi sa bene che non è un estremista ma una persona che conosce bene la pubblica amministrazione e sa cosa significa amministrare un comune. Il concetto di moderatismo è un concetto più che superato. Il riscontro che ho avuto, invece, è che la sensibilità sociale di Pierluigi gli ha consentito di essere percepito come una persona molto più vicina alla gente rispetto agli atteggiamenti dell’Aquila bene, apparentemente più rassicuranti ma in realtà lontani dalle difficoltà quotidiane di molti aquilani".
Al di là del suo risultato personale, come valuta quello di Forza Italia?
"Molto positivo. Abbiamo dimostrato di essere un partito in salute, il più forte della coalizione e il secondo a livello generale dopo il Pd. Un Pd, voglio ricordare, pieno di candidati pescati da consiglio comunale, giunta e società partecipate. Noi invece abbiamo fatto una lista di uomini, donne e giovani che in molti casi si affacciavano alla politica per la prima volta e che hanno voluto dare un contributo mettendoci la faccia nonostante i tentativi di dissuasione, anche violenti, compiuti dal centrosinistra per stoppare alcune candidature. Nonostante tutto e nonostante venissimo da varie vicissitudini, Forza Italia si conferma il partito guida del centrodestra. Un centrodestra dove sono tornate unità e voglia di tornare a immaginare un futuro diverso per la città".