Martedì, 22 Ottobre 2013 18:37

Verso le primarie del Partito Democratico: ecco le mozioni dei 4 candidati

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In rigoroso ordine alfabetico: Civati, Cuperlo, Pittella, Renzi. Eccoli, i candidati alla segreteria nazionale del Partito Democratico che si sfideranno nelle primarie del prossimo 8 dicembre. Hanno consegnato lunedi, alla commissione congressuale di largo del Nazareno a Roma, i documenti programmatici. Quelle che una volta si chiamavano mozioni.

L'ultima ad arrivare, poco dopo le 19.30, è quella di Matteo Renzi: 1.984 firme (raccolte in almeno 5 regioni) per la candidatura al congresso. Nel pomeriggio la consegna delle sottoscrizioni raccolte da Gianni Pittella, che ha consegnato personalmente 1.999 firme di militanti, amministratori ed ex parlamentari, Pippo Civati (per lui, 1.881 firme), e Gianni Cuperlo, che ha preceduto gli altri tre presentando per primo circa 2mila firme. Ora partirà la verifica formale della commissione congresso che dovrà anche sorteggiare la posizione di ciascun candidato sulla scheda elettorale.

Intanto, i documenti congressuali sono stati pubblicati online: il fascicolo più snello (18 pagine) è quello firmato dal sindaco di Firenze, il grande favorito alla successione del "traghettatore" Guglielmo Epifani. Più corpose le proposte di Cuperlo (22 pagine), Pittella (24 pagine) e, soprattutto, Civati il cui pensiero, espresso in forma di lettera agli elettori, si articola in ben 70 pagine.

La mozione di Matteo Renzi, 'Cambiare verso', è divisa in tre capitoli e vuole cambiare, si legge in premessa, "non solo il gruppo dirigente che ha prodotto questa sconfitta, ma anche e soprattutto le idee che non hanno funzionato, le scelte che hanno fallito, i metodi che ci hanno impedito di parlare a tutti". Il Pd, spiega il sindaco di Firenze, deve essere aperto, più orizzontale e meno piramidale, più attento agli amministratori locali. Se il sindaco rottamatore ribadisce la "vocazione maggioritaria" cara a Walter Veltroni, capace di conquistare "i voti dei delusi del centrodestra e di Grillo", al contrario per Gianni Cuperlo e la sua 'Rivoluzione della dignità' "l'orizzonte politico del Pd non sono le larghe intese come strategia, né un neocentrismo esplicito o camuffato. E neppure il sogno dell'autosufficienza. Lavoriamo per una moderna democrazia dell'alternanza, fondata su grandi partiti di tipo europeo. Bisogna costruire l'alternativa di un nuovo centrosinistra".

Anche sul partito l'impostazione è diversa. Cuperlo conferma che, nel caso in cui sarà segretario, proporrà la separazione tra la figura del candidato premier e del segretario e dice "no a un partito che sia un comitato elettorale permanente". Per questo "la distinzione tra incarichi di partito, a tutti i livelli, e incarichi nei governi, a tutti i livelli, deve essere sancita come un impegno comune della rinascita del Pd". Matteo Renzi la vede all'opposto e ha già annunciato di essere intenzionato a ricandidarsi a sindaco di Firenze anche se sarà segretario del Pd. Per Pittella è centrale l’adesione al Partito socialista europeo, così come un forte recupero del PD al Sud, il territorio dove i democratici sono andati peggio alle ultime politiche. Pippo Civati, invece, è convinto che il partito debba allargarsi includendo forze come Sel e ribadisce con forza il no al doppio incarico.

Il documento presentato dal parlamentare monzese si intitola "Il partito delle possibilità", ed è ispirata allo slogan della sua campagna ("Un'alternativa c'è sempre") da declinare in vari modi, a cominciare dalle "larghe intese", che conta di superare: "Questo non è solo un congresso ma si decide l'organizzazione del campo del centrosinistra". Civati lo immagina aperto e capace di guardare a sinistra e, perché no, ai delusi di Beppe Grillo. Nel lunghissimo documento, spiega che solo il voto, con una nuova legge elettorale, potrà chiudere il 'ventennio' berlusconiano.

Il preambolo al documento programmatico presentato da Pittella, come detto, contiene tre capisaldi: Europa, sud e partito federale. "Un partito europeo ed europeista che punta a cambiare le politiche di austerità, impegnato sull'obiettivo degli Stati Uniti d'Europa e saldamente ancorato al partito socialista europeo". E poi "una visione unitaria" del paese "con un ruolo forte del sud" e delle "personalità, utili a tutta l'Italia, che sa esprimere". Pittella immagina un "Pd federale", vicino ai cittadini e che "rifiuta il correntismo e le oligarchie romane e in periferia".

Al di là delle naturali inclinazioni politiche dei candidati, i documenti congressuali hanno molti punti in comune: c'è una forte enfasi verso il rinnovamento e la discontinuità, così come una presa di distanza verso le grandi intese con il Popolo della Libertà. Anche se le differenze sono di certo articolate: il no di Pippo Civati è assai più radicale della ponderata riflessione di Gianni Cuperlo. Per quanto riguarda le proposte programmatiche, infine, Renzi chiede un ripensamento del tetto europeo del deficit al 3%, mentre per Cuperlo il contenimento dell’indebitamento deve servire a recuperare risorse per le aree della società che stanno soffrendo maggiormente. Civati è il candidato più critico con gli errori nella gestione del partito in questi mesi, e vuole rilanciare il profilo del PD con il sostegno al reddito di cittadinanza e con una maggior incisività sulle politiche ambientali e sui temi legati ai diritti civili.

 

Pippo Civati, 'Il partito delle possibilità'

civatiIl manifesto che stai iniziando a leggere è dedicato a te e a te immediatamente rivolto, perché troppo spesso le decisioni sono state prese senza consultarti, senza coinvolgerti, senza riconoscere l’essenziale protagonismo e la sovranità che ti appartiene. Nelle pagine che seguiranno, la novità è a sinistra, nel pluralismo, nel riconoscimento dei diritti, nell’apertura alla cittadinanza, nella voglia di cambiare insieme perché solo insieme, con un grande progetto, possiamo farlo, nella cultura della possibilità e dell’alternativa di governo, nel superamento di quella «questione maschile» che ancora dobbiamo affrontare per cambiare punto di vista, modi e parole, nella creatività e nella curiosità, nella conoscenza e nell’apertura di senso che sole ci possono davvero salvare. Troppo spesso l’abbiamo inseguita fuori di noi, questa novità, trascurando le cose in cui crediamo, la passione politica che sola può consentirci di cambiare. La cultura delle possibilità, mentre continuiamo a ripeterci che non ci sono alternative. Mentre l’alternativa siamo noi. E siamo noi a dover aprire una discussione libera e aperta, alla pari e alla luce del sole. Non un dibattito che si chiude, in queste righe, ma un confronto che finalmente si apre. (Leggi il documento integrale)

 

Gianni Cuperlo, 'Per la rivoluzione della dignità'

cuperloIl Partito democratico può guidare la riscossa civile, economica e morale del Paese. Riusciremo a farlo se avremo coraggio e passione per cambiare tutto ciò che oggi è da cambiare: nella politica, nello Stato, nelle responsabilità dei singoli, nelle logiche del mercato, in élite arroccate a difesa di poteri immobili e conservatori, se non opachi. A noi tocca portare al centro il valore della persona, dell’uguaglianza, del senso di comunità. Il PD deve mettersi a servizio di una rivoluzione della dignità. L’Italia, provata dalla crisi più drammatica dell’intera storia repubblicana, ritroverà la fiducia solo in un nuovo patto di cittadinanza fondato su libertà e giustizia sociale, sulla legalità, sulla coscienza di sé come nazione unita. La nostra società tornerà a crescere se contrasterà disuguaglianze immorali e se partirà dalla sfera dei diritti indivisibili – umani, sociali, civili – e dalla dignità di ciascuno per ridisegnare economia, scienza, cultura, il bene comune. (Leggi il documento integrale)

 

 

Gianni Pittella, 'Il futuro che vale. Per un partito democratico, solidale, europeo'

pittellaSono almeno 25 anni che il nostro Paese si è sostanzialmente fermato e seduto. Ma tutto questo non dipende solo da noi, è evidente. Ma certo noi non abbiamo fatto abbastanza per evitare di fermarci e sederci. Ci è mancata l’intenzione della condivisione e della responsabilità collettiva. Di fronte ad un destino che si disegna in comune abbiamo spesso guardato ai fondamentalismi di quartiere, dove l’importante non è vincere, ma impedire all’altro di vincere, anche di fonte alla distruzione. “Gli storici del futuro - afferma Roberto Orsi, uno dei tanti studiosi italiani emigrati a Londra, - probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate ‘terzomondializzazione’, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale”. Dobbiamo lottare per sconfiggere questa previsione. (Leggi il documento integrale)

 

 

Matteo Renzi, 'Cambiare verso'

renziLa fotografia di queste ore ci consegna l'immagine di un'Italia stanca, impaurita, rassegnata. Sembra che il nostro tempo migliore sia alle spalle e che cambiare sia uno sforzo più impossibile che difficile. Non è così. Chi crede nella politica, nel valore e nella dignità della politica, sa che non è così, non può essere così. Ci meritiamo di più. E tocca a noi cambiare verso. Dobbiamo affrontare la paura con il coraggio, la stanchezza con l'entusiasmo, la rassegnazione con la tenacia. E dobbiamo sapere che la crisi che stiamo vivendo, crisi economica, finanziaria, occupazionale, certo, ma anche crisi di un modello di valori che va finalmente cambiato, è la più grande opportunità che noi abbiamo per restituire il futuro all'Italia. Questa crisi non va sprecata, noi non vogliamo sprecarla. È una crisi destinata a cambiare il senso di parole come benessere, lavoro, appartenenza. La sinistra vince solo quando costruisce il futuro, non quando si chiude sul presente. (Leggi il documento integrale)

 

 

Ultima modifica il Mercoledì, 23 Ottobre 2013 09:43

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