Sarà il sindaco di Castel di Sangro, Angelo Caruso, a succedere ad Antonio de Cresceentis alla presidenza della Provincia dell'Aquila.
Non serviranno le elezioni del 30 luglio, se non ad eleggere i 10 consiglieri provinciali; Caruso, infatti, è l'unico candidato presidente in campo: l'ufficialità è arrivata a mezzogiorno di lunedì 10 giugno, allo scadere dei termini per la presentazione delle liste.
Si tratta dell'ennesimo 'capolavoro' politico dell'assessore regionale Andrea Gerosolimo che, dopo aver 'preso' Sulmona con Annamaria Casini e contribuito all'elezione di Gabriele De Angelis ad Avezzano, ha fatto confluire sulla candidatura del primo cittadino di Castel di Sangro il governatore Luciano D'Alfonso e il centrodestra marsicano che aveva posto un veto sulla discesa in campo di Paolo Federico, il nome forte su cui puntava il centrodestra aquilano, costretto all'accordo dell'ultim'ora. E chissà se al sindaco di Navelli basterà la nomina a commissario dell'ambito sociale 'Montagna Aquilana', l'organismo che cura la gestione del costituendo 'Ecad', l'ente capofila d'ambito distrettuale, che si occupa dei servizi sociali in 42 Comuni compresi in un territorio che conta circa 30mila abitanti.
"Caruso è certamente tra gli amministratori migliori della nostra Regione, proviene da un territorio che non ha mai avuto la possibilità di esprimere candidature e ruoli istituzionali di primissimo piano; con lui, la nostra Provincia e le aree interne, per la prima volta, dimostrano di avere forza e coraggio per cambiare passo, la Provincia dell’Aquila segna finalmente l’inizio di una nuova era", ha commentato trionfante Gerosolimo. "Voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato per il quale abbiamo lavorato per mesi e fino alle ultime ore, considerati i tentativi da parte di autorevoli esponenti politici volti a far saltare questo straordinario progetto politico", l'affondo.
Anche in Provincia, insomma, è passato il 'modello' Sulmona, con una candidatura civica, trasversale, che ha spazzato via le forze politiche tradizionali. "Assistiamo alla fine dei partiti politici: né il PD né Forza Italia sono stati in grado di trovare candidati presidenti", ha sottolineato Marianna Scoccia, sindaco di Prezza e moglie di Gerosolimo. "In Valle Peligna - ha aggiunto - c'è un movimento civico territoriale: avanti tutta, Abruzzo Insieme", il richiamo al progetto politico dell'assessore regionale che, da tempo, minuziosamente, sta costruendo un "movimento" unitamente a "tantissimi amministratori locali e ad altri consiglieri regionali". Un contenitore che - ha tenuto a chiarire in recenti interviste - "genererà una scelta alle politiche e una alle regionali".
Chiaro che Gerosolimo punti dritti alla Camera dei Deputati; intanto, ha strappato la presidenza della Provincia, le città di Sulmona e Avezzano, oltre alla Saca, la società che gestisce il ciclo integrato delle acque da Secinaro a Pescasseroli e fino ad Ateleta, dove ha fatto nominare il fedelissimo Luigi Di Loreto, e il Cogesa, la partecipata da sessanta soci-Comuni che si occupa del ciclo integrato dei rifiuti da Sulmona e fino alle porte dell'Aquila, dove ha 'piazzato' Vincenzo Margiotta.
Come detto, a 'pagare' sono i partiti tradizionali. Dopo aver perso L'Aquila e Avezzano, che si aggiungono a Sulmona e Castel di Sangro, i centri più popolosi della Provincia, il PD ha deciso di presentare una lista senza simbolo e senza un candidato alla Presidenza, puntando all'elezione di qualche consigliere; una lista "forte e rappresentativa dell'intero territorio provinciale e della coalizione di centrosinistra", si legge in una nota. "Abbiamo schierato dieci nome di spessore: il candidato del Consiglio comunale dell'Aquila sarà Lelio De Santis. Abbiamo agito con unità d'intenti con lo scopo di portare a casa un risultato difficile da conquistare. Abbiamo scelto di non candidare nessun sindaco alla carica di presidente, scelta politica ovvia e conseguente al risultato delle ultime elezioni comunali dove il centrodestra ha eletto sindaci e relative maggioranze a L'Aquila, Avezzano e Pratola e Sulmona: città che avevano il dovere di presentare il candidato alla presidenza. Ora non intendiamo abbassare la guardia, lavoreremo sui territori per una buona affermazione della nostra lista con l'obiettivo di portare tutta la nostra esperienza amministrativa a servizio della istituzione".
Oltre a De Santis, in lista figurano il sindaco di Acciano Fabio Camilli, il consigliere di Pacentro Silvio Cappelli, il collega di Sulmona Fabio Ranalli, l'assessore di Pizzoli Roberto Ioannucci, il segretario provinciale dei dem nonché assessore a Carsoli Mario Marzetti, il consigliere di Capistrello Francesco Piacente, la sindaca di Collelongo Rosanna Salucci, Giovanni Tuzi consigliere di Balsorano e il collega di Prata d'Ansidonia Luigi Carosi.
A leggere i nomi dei candidati, emerge con chiarezza come la lista, in realtà, non rappresenti la città d'Avezzano: non è un mistero che i fratelli Di Pangrazio, Gianni (ex sindaco della città) e Giuseppe (presidente del Consiglio regionale), si siano tirati indietro, e i rapporti col PD aquilano non sembrano affatto buoni.
Non vanno meglio, però, le cose in seno a Forza Italia e, più in generale, al centrodestra provinciale. "Stupisce che in nessuna delle due liste a supporto del candidato Caruso vi sia un rappresentante del Comune dell'Aquila", l'affondo dei dem; in effetti, la maggioranza che sostiene il sindaco Pierluigi Biondi - con 20 consiglieri votanti oltre al Sindaco - avrebbe potuto eleggere in Consiglio provinciale almeno 2 rappresentanti, puntando, poi, su un esponente dei comuni del territorio. Ed invece, non compaiono candidati dell'assise aquilana, sebbene alla provincia sia demandato il tema, delicato, della sicurezza degli istituti scolastici superiori.
Ma cosa è accaduto? Come detto, il candidato del centrodestra aquilano era Paolo Federico, se non fosse che i forzisti della Marsica hanno posto un veto sulla sua candidatura. A quel punto, si è fatto il nome di Mario Quaglieri, sindaco di Trasacco, che sembrava il profilo giusto per chiudere il cerchio. Tuttavia, il consigliere regionale di Forza Italia Emilio Iampieri, e con lui Filippo Piccone, avevano già trovato l'accordo con Gerosolimo per sostenere la candidatura di Caruso e, per questo, Quaglieri avrebbe fatto un passo indietro, all'ultimo momento.
Tant'è vero che il presidente 'in pectore' è sostenuto da due liste: la prima civica, 'Provincia Insieme', espressione diretta di Gerosolimo, con soli 7 candidati della Valle Peligna e della Marsica (Carlo Rossi, consigliere di San Vincenzo Valle Roveto, Alfonsino Scamolla, presidente del Consiglio comunale di Pescina di area centrosinistra, Roberto Giovagnorio, consigliere di Tragliacozzo, il collega di Sulmona Mauro Tirabassi, Antonio Lamorgese eletto ad Avezzano oltre a Fernando Antonio Marzolini, sindaco di Rocca di Botte e Domenico Ciccone, consigliere di Campo di Giove); l'altra espressione invece del centrodestra provinciale, Forza Popolare, con soli 6 candidati (tra gli altri, Gianluca Alfonsi, consigliere di Gioia dei Marsi, Osvaldo Lupi di Bugnara, la consigliera di Celano Barbara Marianetti, l'assessore di Introdacqua Cristian Colasante, Pierluigi Del Signore, vice sindaco di Tornimparte, e Vincenzo Calvisi, consigliere al Comune di Fossa, su cui dovrebbero confluire i voti dei consiglieri comunali aquilani).
E' evidente che, alle liste, manchino alcuni candidati, di cui pure si era parlato, e tra gli altri lo stesso Federico, e c'è chi sussurra che il passo indietro di Quaglieri, che avrebbe voluto candidarsi col centrodestra unito e non spaccato, come nei fatti, abbia significato la rinuncia anche di altri esponenti politici della provincia. Sta di fatto che il centrodestra aquilano - esclusi Calvisi e Del Signore, ovviamente, espressione del circondario - manca clamorosamente all'appello, una vicenda che fa ancor più rumore se è vero che, fino a qualche giorno fa, si era ipotizzata persino una discesa in campo del neo eletto sindaco Pierluigi Biondi.
"Formuliamo i migliori auguri di buon lavoro al prossimo presidente della provincia dell'Aquila, Angelo Caruso, con il quale saremo pronti a collaborare per importanti obiettivi comuni", hanno dichiarato il sindaco dell'Aquila ed il vice con delega alle Opere pubbliche, Guido Quintino Liris, a spegnere le polemiche sul nascere. "Siamo certi che anche per il presidente sarà prioritario il recupero della centralità del ruolo del capoluogo d'Abruzzo nella provincia aquilana, così come sarà necessario dare nuovo impulso e slancio sia alla realizzazione di nuove infrastrutture sia ai lavori di edilizia scolastica, che scontano ritardi ormai inaccettabili. Nonostante le incongruenze e le storture provocate dalla legge Delrio sulla riorganizzazione delle prerogative delle Province ci sono dei temi, anzi delle emergenze, che non possono più attendere". Tra le altre, le scuole: "Nessun edificio di competenza provinciale è stato ricostruito o ristrutturato, e per questo i ragazzi sono costretti a frequentare ancora i Musp realizzati nel post sisma – hanno sottolineato sindaco e vice sindaco – Allo stesso tempo ci sono opere strategiche, già finanziate dalla Giunta Del Corvo, che attendono solo di essere realizzate, come il raddoppio del ponte Rasarolo in località Martini, la rotatoria nei pressi di Coppito o la variante che attraversa l'abitato di Monticchio". Liris e Biondi hanno aggiunto, dunque, di non aver "mai prestato attenzione a voci o ricostruzioni fantasiose relative alla vicenda della candidatura alla presidenza della Provincia. Abbiamo sempre operato e continueremo a farlo nell'interesse della nostra comunità e per lo sviluppo della città".
A beneficiare delle spaccature in seno ai principali partiti è un raggiange Angelo Caruso. "Desidero ringraziare tutti coloro che si sono spesi per proporre questa mia candidatura, che non rappresenta solo un segnale di grande attenzione per il territorio dell’Alto Sangro ma anche e soprattutto l’elevata maturità politica con cui questa coalizione ha saputo superare antichi e stucchevoli campanilismi e le conflittualità politiche anche recenti, anteponendo gli interessi dell’intero territorio provinciale a quelli, sia pure legittimi, di parte", le prime parole del sindaco di Castel di Sangro. "Sono consapevole di avere sulle spalle una grande responsabilità, ma nella mia vita mi sono sempre dovuto rimboccare le maniche e lavorare ed è quello che farò per le aree interne e la nostra bellissima provincia". Caruso, 52 anni, professione avvocato, è sindaco dal 31 maggio 2015; prima d'allora, era stato vicesindaco di Umberto Murolo per due legislature.
Speciale Elezioni provinciali
Il 30 luglio la Provincia dell’Aquila andrà al voto per rinnovare il consiglio ed eleggere il nuovo presidente, il successore di Antonio De Crescentiis, ex sindaco di Pratola Peligna eletto nel 2015 e decaduto lo scorso 12 giugno per effetto della cessazione del proprio mandato da primo cittadino.
Non saranno, com’è noto, elezioni dirette.
Per effetto della riforma Delrio, infatti, le province sono state sostituite da assemblee formate dai sindaci dei comuni che fanno parte della provincia e da un presidente. E’ previsto anche un terzo organo, il consiglio provinciale, formato dal presidente della provincia e da un gruppo di 10-16 membri – in base al numero degli abitanti della provincia – eletti tra gli amministratori dei comuni interessati (suffragio ristretto) col proporzionale puro.
Il consiglio provinciale dell’Aquila è formato da 10 consiglieri più il presidente. Sono 1223 gli elettori (sindaci e consiglieri) chiamati al voto.
Benché diminuite nel numero e alleggerite nel budget e nelle funzioni (pur avendo mantenuto, tra le proprie competenze, settori chiave quali l’edilizia scolastica, la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, i trasporti e le strade), le province continuano a far gola, come dimostrano le manovre, le riunioni e le trattative in corso in questi giorni tra i partiti per scegliere il nuovo presidente e i nuovi consiglieri.