Un atto di indirizzo per le società partecipate del Comune dell’Aquila contenente le linee guida per disciplinare le politiche occupazionali e contenere i costi del personale.
Questo il contenuto del documento approvato dall’esecutivo e predisposto dal sindaco Massimo Cialente, che ha la delega alle società comunali. “Si è reso necessario - ha dichiarato il primo cittadino- assumere l’atto in via di urgenza, per contenere spese che, prive di controllo, gravano sui cittadini sia in termini di aumento dei costi, sia di conseguente carenza dei servizi. Abbiamo pertanto ritenuto doveroso, come esecutivo, porre argini precisi alle modalità di reclutamento del personale delle società partecipate, che dovrà avvenire nei limiti imposti dalla finanza pubblica e secondo procedure concorsuali pubbliche e trasparenti, come pure alle progressioni di carriera, alle consulenze e alle spese di rappresentanza. Le società partecipate – ha proseguito Cialente – hanno costi, per il personale e per le spese, ormai insostenibili, dal momento che la precedente amministrazione ha raddoppiato le unità assunte in servizio. È giusto che queste società vengano assoggettate, pertanto, ai limiti e ai vincoli che la legge impone alle pubbliche amministrazioni, dal momento che saremmo noi, come Comune, a doverci accollare le perdite e, di conseguenza, sarebbero i cittadini a farne le spese. Ricordo e sottolineo – ha concluso il sindaco – che da quando sono stato eletto, nel 2007, non sono state più effettuate assunzioni nelle società partecipate, al netto di quelle per cui vi erano procedure avviate dalla precedente amministrazione e di alcune assunzioni a tempo determinato a titolo di sostituzioni”.
In particolare, l’atto stabilisce l’obbligo, per le società partecipate, di effettuare procedure a evidenza pubblica per il reclutamento del personale, adeguandosi alla normativa in vigore per il Comune dell’Aquila, ente “controllante”, in materia di contenimento degli oneri contrattuali e delle altre voci di natura retributiva o indennitaria, nonché per le consulenze. Le società, in sintesi, sono tenute a dare adeguata pubblicità alle selezioni di personale, “adottando – si legge nel documento – meccanismi oggettivi e trasparenti, prevedendo commissioni con esperti di comprovata esperienza nel settore, scelti tra funzionari pubblici o docenti, estranei all’amministrazione e che non ricoprano cariche politiche”.
Vengono inoltre stabiliti il rispetto del rapporto tra spesa corrente e spesa del personale, nel limite del 50 per cento, con conseguente divieto di assunzione e il rispetto del turn-over del personale a tempo indeterminato, in misura “non superiore al 40 per cento della spesa corrispondente alle cessazioni dell’anno precedente”. L’atto prevede altresì l’assoggettamento al tetto di spesa, pari alla metà sostenuta per le medesime esigenze del 2013, per i contratti a tempo determinato e in relazione al conferimento di incarichi, e l’obbligo di mobilità di personale tra società partecipate, oltre al divieto di riconoscere categorie o inquadramenti superiori, in assenza di procedure concorsuali pubbliche, principio quest’ultimo la cui mancata applicazione determina la responsabilità dirigenziale e disciplinare, anche in relazione a danno erariale.
Viene inoltre rinviata di cinque mesi l’applicazione delle dinamiche retributive per adeguamenti contrattuali, in attesa dell’acquisizione di un parere in merito richiesto espressamente alla Corte dei Conti. Si stabiliscono, infine, limiti alle spese di rappresentanza, in applicazione a quelli in vigore per l’ente comunale, con relativi obblighi a procedere in regime di economia e ad attivare una gestione centralizzata dei servizi di comune interesse alle società, quale, ad esempio, quello di manutenzione.