Lunedì, 23 Ottobre 2017 20:53

L'Aquila: stato di agitazione per i lavoratori della ricostruzione

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La Fp Cgil ha attivato le procedure per la proclamazione dello stato di agitazione per i “lavoratori della ricostruzione”, ossia i dipendenti Ripam dell’Aquila e degli Utr del Cratere e i precari con contratto a tempo determinato impiegati nel comune dell’Aquila e nei due uffici speciali.

La decisione è stata presa al termine di un’affollatissima assemblea svoltasi all’Aquila nella sede del sindacato, alla quale, oltre ai lavoratori, hanno preso parte anche Pieluigi Biondi, Stefania Pezzopane e il sindaco di Barisciano, coordinatore dei sindaci del Cratere, Francesco Di Paolo.

Insieme alla proclamazione dello stato di agitazione, la Cgil chiederà la convocazione di un tavolo di coordinamento regionale - con all’ordine del giorno “risoluzioni problematiche lavoratori della ricostruzione” -  “propedeutico all’avvio della necessaria interlocuzione con il governo, con tutte le forze politiche in Parlamento e con il Dipartimento della Funzione Pubblica”.

Bisogna trovare una soluzione per i 200 vincitori del concorsone Ripam - di cui 128 in forza al comune dell’Aquila e gli altri negli Utr dei comuni del Cratere – che si trovano nell’assurda condizione di essere stati assunti con contratti a tempo indeterminato con su impressa, però, una data di scadenza, quella del 2021.

Un’anomalia dovuta al fatto che, all’epoca del concorsone, per permettere che questi lavoratori potessero essere assunti aggirando il blocco del turnover nel pubblico impiego, vennero implementate le dotazioni organiche dei comuni, con la clausola, però, che dal 2021 si sarebbe tornati alla situazione ex ante.

Questo escamotage li ha resi dei lavoratori formalmente a tempo indeterminato ma di fatto a tempo determinato. Quindi o si ampliano le dotazioni organiche dei comuni oppure quei 200 dipendenti diventeranno esuberi a tutti gli effetti.

Il comune dell’Aquila potrebbe anche assumere i suoi 128 perché in questo momento ha gravi carenze di personale e anche con i Ripam sarebbe molto al di sotto della soglia della dotazione organica. Il problema si porrebbe però per i 72 Ripam degli Utr: difficilmente potrebbero essere riassorbiti dai comuni, che non hanno quel fabbisogno di personale.

Tutti questi lavoratori, inoltre, attualmente vengono pagati con un fondo di perequazione ad hoc per il quale sono stanziati, ogni anno fino al 2021, 11 milioni di euro. Se dovessero essere stabilizzati, bisognerebbe dare ai comuni anche i soldi per pagare i loro stipendi.

Il sottosegretario all’Economia che ha la delega alla ricostruzione, Paola De Micheli, in recenti incontri avuti con il comune dell’Aquila e con la Struttura di missione, si è detta disponibile a chiedere una ulteriore proroga alla data del 2021 ma i lavoratori, il sindacato e lo stesso Biondi premono per avere soluzioni definitive.

Anche per quanto riguarda i 56 lavoratori a tempo determinato in scadenza di contratto nel dicembre 2018 (quelli pagati attualmente con i fondi per l'assistenza tecnica) e i 50, sempre a tempo determinato, che prestano servizio nell’ Usra e nell’Usrc, la richiesta è di attivare le procedure di stabilizzazione previste dalla legge Madia.

Questo, affermano il segretario provinciale della Fp Francesco Marrelli e il segretario della Cgil L’Aquila Umberto Trasatti, per “superare le tante differenziazioni generate tra il personale addetto alla filiera della ricostruzione, garantendo stabilità lavorativa e valorizzando professionalità accresciute in questi anni, rendendo le buone pratiche della ricostruzione edilizia, sociale ed economica patrimonio indiscutibile della collettività”.

La volontà è quella di intervenire con degli emendamenti da inserire nella legge di Stabilità, che dovrebbe approdare in parlamento per la discussione a fine ottobre.

Emendamenti sui quali la senatrice del Pd Stefania Pezzopane è già al lavoro, anche se, ha osservato il sindacato, questa dovrà essere una battaglia trasversale ai partiti, da combattere senza paraocchi ideologici.

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