Lunedì, 11 Novembre 2013 08:12

Apparato allo scoperto: ora Renzi sembra solo un vestito nuovo

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Di Marco Signori - Evviva la sincerità: la vittoria alle primarie non è detto coincida con la candidatura a premier. L'apparato, termine orribile ma utile a una sintesi piuttosto immediata, esce allo scoperto con le dichiarazioni di Guglielmo Epifani, mentre in mezza Italia si svolgono congressi locali caratterizzati dalle solite guerre delle tessere e rincorse a ricollocamenti utili al mantenimento del proprio status quo.

E' una chiarificazione utile al dibattito: vincerà l'8 dicembre, Matteo Renzi - sempre che siano smentiti alcuni sondaggi che ipotizzano una scarsa affluenza che non potrebbe che penalizzare il sindaco di Firenze - ma quella data sarà solo la fine del'inizio di una battaglia che si gioca tutta dentro ai democratici. Basti pensare alle recenti, velleitarie battaglie contro il congresso Pse a Roma del'anima popolare.

Ed è per questo che i renziani, quelli della prima ora naturalmente, si accapigliano in queste ore per macinare iscritti sui territori. Sanno bene, che vincere di poco nei congressi locali (cioè solo tra gli iscritti) sarebbe come perdere. È nel partito la sfida vera.

E non sembrano bastare, per vincerla, nemmeno adesioni eccellenti come quella in Abruzzo di Stefania Pezzopane. Americo Di Benedetto lo ha detto chiaro ai suoi, visto che all'Aquila la salita sul carro del vincitore di Alfredo Moroni, Maurizio Capri, Pierpaolo Pietrucci, Fabrizio D'Alessandro e tanti altri non sembra almeno al momento bastare per dare per chiusa la partita. Lo zoccolo duro ex Pci, con un manipolo di giovani nostalgici, e l'iperattivismo dei civatiani, rischiano di compromettere un risultato solido a favore di Renzi.

È la campagna congressuale, più che il risultato delle primarie, a misurare lo stato di salute di un partito ancora troppo ancorato al passato, impreparato a governare ma soprattutto a vincere, ancora lontano dalla vita reale, contraddittorio e incapace di fare sintesi.

Neppure la realistica ipotesi di una vittoria di Matteo Renzi sembra scongiurare la possibilità - temuta dagli stessi suoi sostenitori - di una conservazione di uno stato di cose che in molti considerano da superare.

È quello che potrebbe accadere già con le liste (bloccate, manco a dirlo) per l'assemblea nazionale che si voteranno alle primarie, se è vero come è vero che è da Firenze che arriverà la parola definitiva sulla loro composizione.

Una scelta sicuramente non in linea con le aspettative degli elettori di Renzi, e che anche in Abruzzo potrebbe rappresentare l'inizio di una fase gattopardesca: si parla di Stefania Pezzopane e Peppe Di Pangrazio capolista!

Marco Signori

Ultima modifica il Lunedì, 11 Novembre 2013 08:23

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