Mercoledì, 15 Novembre 2017 14:13

'Nuova Pescara', Pd: "Basta discussioni". Centrodestra: "Divisioni ridicole"

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Possiamo dirlo con estrema franchezza: mai avremmo immaginato di dover trascorrere una mattinata piovosa di fine 2017 correndo da Villa Gioia all'Emiciclo, dalla conferenza stampa convocata dai capigruppo di centrodestra in Consiglio comunale all'incontro con i giornalisti voluto dalla classe dirigente del PD regionale, per ascoltare prese di posizione piuttosto scontate sulla polemica, fuori dal tempo, sul capoluogo di Regione. Che è L'Aquila e resterà L'Aquila.

Con i problemi che vive l'Abruzzo, l'unica Regione del meridione italiano che ha un pil in decrescita rispetto all'anno passato, con le decine di vertenze aziendali che si aprono, una dietro l'altro, mettendo in ginocchio migliaia di famiglie, davvero avremmo preferito scrivere d'altro. Sta di fatto che la polemica non va affatto sottovalutata, considerato che siamo alla vigilia di una lunghissima campagna elettorale - a marzo si voterà per le politiche, poi si inizierà a parlare di regionali - e che soffiare su certi mal di pancia in cerca del facile consenso può alimentare, ancor di più, quella spaccatura evidente tra aree interne e aree costiere, oltre le dichiarazioni, che stanno paralizzando una Regione incapace di assumere determinazioni chiare, indicando una strategia di sviluppo complessivo dei territori; si pensi alla polemica sulla sanità, sulla dislocazione degli ospedali di II° livello, si pensi alla mancata riorganizzazione della giustizia regionale. D'altra parte, lo Statuto - richiamato stamane dagli esponenti di centrodestra e centrosinistra - già disegnava, alla nascita, una sorta di Regione bicefala, sebbene L'Aquila ne sia formalmente capoluogo. 

E comunque, le avventate dichiarazioni degli esponenti dem Enzo Cantagallo e Giacomo Cuzzi, e la presa di posizione inattesa del capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Lorenzo Sospiri qualche ora dopo, hanno fatto sconquassi in seno ai principali partiti di centrodestra e centrosinistra; i primi, a sottolineare come la polemica sia questione dem, e a ribadire le responsabilità del governatore D'Alfonso che ha preso parola soltanto stamane, e gli altri a rigettare la palla nel campo avversario, sottolineando come le dichiarazioni del capogruppo del principale partito di centrodestra in Consiglio regionale assumano, oggi, ben altro peso rispetto alle prese di posizione di un assessore comunale, Cuzzi, e del segretario cittadino di Montesilvano, Cantagallo.

Ma andiamo con ordine.

 

Qui centrosinistra Come detto, ad aprire la mattinata è stato Luciano D'Alfonso che, su Facebook, ha preso finalmente parola. "Il tema della sede del capoluogo di Regione non è all'ordine del giorno. Si tratta di un dibattito generato da pensieri etilici, che mira a svellere l'attenzione dall'obiettivo reale, chiesto dai 62.348 cittadini che hanno votato sì al progetto di fusione", ha sottolineato D'Alfonso. A dire che le prese di posizione di Cantagallo, Cuzzi e Sospiri sarebbero tese, in definitiva, a far saltare il progetto di fusione tra Pescara, Montesilvano e Spoltore. 

All'Emiciclo, il segretario regionale Marco Rapino ha convocato la classe dirigente del partito; intorno al tavolo, il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, l'assessore alla Sanità Silvio Paolucci, il capogruppo dem in Regione Sandro Mariani, il consigliere Pierpaolo Pietrucci, il segretario provinciale Francesco Piacente, il segretario dei circoli aquilani Stefano Albano, il capogruppo in Consiglio comunale Stefano Palumbo, il presidente della Commissione comunale di Controllo e Garanzia Americo Di Benedetto, il sindaco uscente Massimo Cialente, e pure il presidente della Commissione regionale bilancio Maurizio Di Nicola (Centro Democratico).

"Il Partito Democratico non ha mai pensato di trasferire il Capoluogo, non è nel nostro programma e non se ne è mai discusso", ha tenuto a ribadire Rapino; "crediamo che il dibattito sul capoluogo sia controproducente per la realizzazione del progetto 'Nuova Pescara', così come voluto dai cittadini che hanno partecipato al referendum. Ci stiamo spendendo in questo senso, per permettere all'Abruzzo di avere una città più grande che ci consenta, altresì, di ridisegnare la Regione; non significa dimenticare le aree interne, anzi siamo impegnati a riscrivere un progetto che, attorno a L'Aquila capoluogo, immagini l'Abruzzo di qui ai prossimi vent'anni, una Regione non a due velocità ma più unita e forte, con attenzione alle vocazioni dei territori".

Su Cantagallo e Cuzzi, Rapino ha provato a tagliar corto: "Il nostro è un Partito plurale, ampio, dove si discute; il regolamento non prevede la cacciata di chi si esprima personalmente in modo contrario alla linea politica del Pd, ovviamente, a meno che non subentrino violazioni di carattere etico che non emergono, però, dalle dichiarazioni dei giorni scorsi. Certo è che chiederemo a tutti i nostri esponenti di riportare il dibattito nei paletti delle cose sensate". Insomma, la richiesta di Pierpaolo Pietrucci - ribadito stamane in conferenza stampa - di dimissioni per Cantagallo e Cuzzi non verrà accolta dalla segreteria, per questioni di regolamento, ma il consigliere regionale ha già annunciato di volersi rivolgere alla commissione etica del Partito.

Certo è che la posizione assunta dal Pd è chiaramente d'isolamento per le posizioni di Cantagallo e Cuzzi, e Rapino non ha mancato di chiarirlo. "Per noi, la discussione finisce qui". Anche perché - ha aggiunto Stefano Albano - chiunque alimenti contrapposizioni territoriali, chiunque provi a soffiare sul fuoco di una polemica così strumentale, dimostra di non avere alcun senso di responsabilità".

Va alzata l'asticella della discussione, l'appello del segretario comunale; "va costruito un disegno strategico, in cui ogni territorio abbia un ruolo chiaro secondo le vocazioni, in una regione naturalmente policentrica". In questo senso, "è un bene che Pescara consolidi il suo ruolo di centro economico d'Abruzzo, ruolo che riteniamo sia patrimonio dell'intera Regione; L'Aquila ha altre vocazioni: quelle di polo amministrativo, storico e culturale, di naturale cerniera tra il Tirreno e l'Adriatico".

Dunque, l'affondo: "Alcuni esponenti dem hanno posto un tema, il Pd ha risposto con chiarezza. C'è un tema che attiene al centrodestra, invece: stamane, i capigruppo in Consiglio comunale hanno tenuto una conferenza stampa. L'avevano fissata prima delle dichiarazioni di Lorenzo Sospiri e, dunque, immagino fossero in difficoltà. Parliamo del capogruppo in Consiglio regionale del principale partito di centrodestra, che aspira, tra l'altro, a candidarsi a Presidente; la questione che ha posto sarà difficile da gestire per la maggioranza in città. E così per il sindaco Biondi che ieri, in modo piuttosto avventanto, aveva provato a buttarla in caciara, parlando di spettacolo indecente, di sciacallaggio del Partito Democratico. Dichiarazioni che gli si sono ritorte contro, evidentemente".

"L'intero gruppo dirigente del partito ha fatto e sta facendo chiarezza - ha aggiunto il segretario provinciale Francesco Piacente - in seno al centrodestra, invece, si sono scontrati il coordinatore regionale Nazario Pagano e il capogruppo in Regione Sospiri, questo sì, uno scontro ad alti livelli". A Piacente ha fatto eco l'assessore Silvio Paolucci che ha sfidato Forza Italia "a convocare una conferenza stampa come la nostra, col segretario e il capogruppo, per fare chiarezza sulla posizione che il partito intende assumere sulla vicenda".

Ancora più duro Massimo Cialente. "Alcune persone, forti della prescrizione dei loro reati (chiaro il riferimento a Cantagallo, ndr) pensano ad un ritorno sulla scena politica provando a mettere il bastone tra le ruote al progetto di fusione tra Pescara, Montesilvano e Spoltore; si tratta di peones che per motivi personali hanno rilasciato dichiarazioni che non coincidono con la linea politica ribadita dal Partito. Punto. Piuttosto, mi preoccupa il 'salto di qualità' imposto dal centrodestra, con le parole del capogruppo di Forza Italia; badate bene, parole che non vanno sottovalutate: i capigruppo in Consiglio regionale decidono la linea dell'assise. Se la polemica arriva all'Emiciclo, prendiamo una china pericolosissima: ci aspettiamo una presa di posizione chiara del centrodestra". Poi, Cialente ha tirato d'ascia sugli esponenti di maggioranza in Consiglio comunale - "si sono gettati sulla vicenda come cani intorno ad un osso" - e sul sindaco Biondi che "ha rilasciato dichiarazioni non da sindaco, ma da amministratore di condominio", rinfocolando il botta e risposta avviato già prima delle elezioni.

E se Pietrucci si è scagliato con rabbia contro Cantagallo e Cuzzi, ribadendo la richiesta di dimissioni, e spiegando come "la maggioranza di centrosinistra in Consiglio regionale abbia avuto la forza di aprire un dibattio serio sulle aree costiere e interne, tanto che i due progetti di legge, L'Aquila capoluogo e Nuova Pescara, avevamo deciso di farli camminare insieme", il presidente del Consiglio regionale Di Pangrazio ha provato a gettare un poco di acqua sul fuoco: "la polemica - ha sottolineato - ha il merito, almeno, di aprire una discussione sulla configurazione strategica della Regione, sul dibattito tra macro regione mediana e macro regione adriatica, sul ruolo di Pescara e dell'Aquila in questi disegni di sviluppo economico".

 

Qui centrodestra Così il Partito Democratico all'Emiciclo. E il centrodestra? Come detto, i capigruppo di maggioranza nel Consiglio comunale dell'Aquila avevano fissato una conferenza stampa a Villa Gioia che, innegabilmente, è stata 'rovinata' dall'uscita serale del capogruppo di Forza Italia in Regione. "Sospiri ha detto una stronzata", ha tagliato corto Giorgio De Matteis (Fratelli d'Italia).

zpdAnche il capogruppo forzista in Consiglio comunale, Roberto Jr Silveri, non ha mancato di prendere le distanze da Sospiri: "Le dichiarazioni rilasciate non rappresentano altro che il suo pensiero; bene ha fatto il coordinatore regionale Pagano a smentirlo immediatamente. Dispiace un poco, da amministratore, che un capogruppo esca sulla stampa a nome del gruppo regionale senza coinvolgere nessuno: è veramente spiacevole. La prendiamo come una rincorda alle dichiarazioni di Cantagallo e Cuzzi: d'altra parte, tutto nasce in seno al Partito Democratico che non può che assumersi la responsabilità di una polemica inutile e dannosa, per il Capoluogo e per l'Abruzzo intero. La nostra, è una Regione in ostaggio di un partito che alimenta divisioni politiche territoriali", le parole di Silveri.

"Si tratta di divisioni ataviche, inutile e anacronistiche, di dichiarazioni ridicole, fuori dal tempo", ha aggiunto De Matteis, "chiunque le abbia fatte". Il capogruppo di Fratelli d'Italia ha salutato con ironia la presa di posizione di D'Alfonso, "finalmente ha parlato, avrebbe dovuto farlo subito, come Pagano, ma chissà quanto gli sarà costato dichiarare che L'Aquila è e resterà il Capoluogo. E' la classica ripresa del lattaro: alcuni suoi omettini, politicamente parlando, hanno fatto la pipì fuori dal vaso, ed è stato costretto ad intervenire. Per questo ci fidiamo, ma fino ad un certo punto: resteremo vigili anche perché quando parlano i piccoli, i grandi hanno già parlato".

De Matteis ha ribadito, dunque, che si sta discutendo di 'fuffa'; l'unico passaggio reale "è la modifica dello statuto: provino a metterci le mani, se hanno il coraggio". Piuttosto, "lasciamo perdere le sciocchezze, ci sono ben altre questioni a cui pensare: spero che su questo sia d'accordo anche il Pd; ci si occupi di vicende un poco più sostanziose e importanti piuttosto che di questioni superate dai fatti e cristallizzate nei documenti".
Il capogruppo di Fratelli d'Italia ha dunque rilanciato il senso del gemellaggio tra L'Aquila e Pescara, siglato ai tempi dei sindaci Cialente e Albore Mascia, invitando Biondi e Alessandrini a rinverdirlo.

Poi, i capigruppo di centrodestra hanno ridimensionato la portata della legge L'Aquila capoluogo su cui si sta lavorando in Regione: "una mera dichiarazione d'intenti - l'ha definita Raffaele Daniele (Udc) - come strumento, infatti, è debolissimo. Non avrebbe alcun valore giuridico".

"Non contestiamo il merito, critichiamo la sostanza dello strumento", ha aggiunto De Matteis; "L'Aquila capoluogo è una dichiarazione d'intenti, ma L'Aquila lo è già capoluogo, per statuto. Se si volesse dare davvero sostanza alle vocazioni del territorio, allora si dovrebbero utilizzare ben altri strumenti, qualcosa di più robusto che una legge capace di stanziare 700mila euro".

Un filo di imbarazzo a conclusione della conferenza stampa, col consigliere comunale di Noi con Salvini Francesco De Santis che si è scagliato contro "i piccoli uomini del Pd che fanno politica su una città martoriata dal terremoto con atteggiamento da sciacalli" e pure contro Sospiri che - ha detto De Santis - "ha bloccato qualsiasi legge in favore dell'Aquila, ed ora capiamo perché". Parole che non sono piaciute troppo a Silveri: la sia espressione, era tutta un programma. 

 

Ranieri (M5S): "Pescara capoluogo? Sarebbe meglio pensare a cose più serie"

"Aprire un dibattito sul capoluogo Pescara o L'Aquila è inutile; si tratta di una polemica che si accende su sterili questioni di campanile e sciocche prese di posizione".

Una denuncia più che un commento quello del consigliere Gianluca Ranieri, attuale capogruppo, del M5S, sulle dichiarazioni in merito alla proposta di spostamento del capoluogo di regione, dall'Aquila a Pescara, venuta da più voci politiche, "prova questa - secondo il consigliere - che non esiste discontinuità tra destra e sinistra quando c'è di mezzo un tornaconto elettorale. La regione Abruzzo ha problemi troppi seri da affrontare per litigare su questioni senza fondamento, che hanno come unico comunque denominatore una visione personalistica delle istituzioni e questo senza considerare la mole enorme di inefficienze sprechi e nuovi costi che simili scelte potrebbero comportare".

Ultima modifica il Mercoledì, 15 Novembre 2017 17:39

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