"Sono onorato di poter parlare a nome di tutto il Consiglio comunale che ha mostrato intelligenza politica ed umana".
Così il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi che, stamane, ha aperto i lavori dell'assise illustrando l'ordine del giorno votato all'unanimità dai consiglieri comunali per esprimere "massima disponibilità istituzionale e politica nei confronti di qualsiasi azione il primo cittadino voglia porre in essere a tutela della dignità costituzionale, statutaria regionale e storica della nostra città".
Un documento presentato dal centrosinistra in conferenza dei capigruppo, riunita d'urgenza, e accolto dalle forze politiche di maggioranza a dare risposta, così, all'ordine del giorno approvato, ieri pomeriggio, dal Consiglio comunale di Pescara. "Un atto che non voglio in alcun modo sottovalutare", ha tenuto a sottolineare Biondi, "ma che è figlio di una politica antistorica, risibile, che dimostra di non voler bene ai territori; non fa bene all'Aquila, non fa bene a Pescara e all'intero Abruzzo. Non sarà certo un caso che dibattiti del genere, altrove, siano consegnati ad una storia vecchia che non si può ripetere".
La storia sta lì, fissa. "L'Aquila il suo ruolo di capoluogo se lo è guardagnato per tradizione e cultura millenaria, se lo è guadagnato in piazza, col sacrificio di tanti giovani in un momento delicatissimo per la nostra nazione, una vicenda di conflitto breve ma intesa che ha portato al risultato sancito a chiare lettere nello Statuto regionale: L'Aquila è il capoluogo".
Dunque, Biondi è tornato sul senso politico del voto espresso dal Consiglio comunale di Pescara, "una necessità elettoralistica della peggiore specie; la nostra - ha aggiunto il primo cittadino - è una città che soffre ancora, che ha nervi scoperti nello sforzo di ritrovare un senso d'appartenenza comunitario, nervi sollecitati da iniziative del genere che, per questo, sono ancor più criminali intellettualmente".
Come galantuomini che non rispondono alle provocazioni di facinorosi, "rispondiamo con un atteggiamento più alto, responsabile; lo facciamo in modo unitario, diversamente da quanto accaduto a Pescara, col Consiglio comunale che si è spaccato sul provvedimento. Riteniamo che le conflittualità non abbiano ragione d'essere, che i territori debbano muoversi in maniera complementare, con una rinnovata attenzione, però, agli equilibri tra territori: si sta tentando di far valere la forza dei numeri sulla dignità dei territori e delle persone".
La forza dei numeri non è in discussione, "è chiaro come l'area costiera viva una espansione demografica importante, con una vivacità economica diversa dalla nostra; da parte nostra, dobbiamo far valere la forza della qualità, dell'efficienza dei servizi, della capacità di offrire ai residenti accoglienza, apertura".
Si sta già facendo, ha rivendicato Biondi. "Negli ultimi 8 anni, e con meriti diffusi, Governi di ogni colore si sono misurati con la sfida di creare le condizioni affinché la città potesse sopravvivere al terremoto; fino ad oggi, sono state assegnate - e in gran parte impegnate - risorse per 18miliardi di euro, che hanno permesso di non svuotare la città, d'avviare la ricostruzione leggera, prima, e quella pesante del centro storico poi, e che oggi ci permettono di dare risposta anche ai centri storici delle frazioni. Per non parlare dei fondi per la ricostruzione destinati allo sviluppo economico, 320 milioni investiti su assett fondamentali, sul turismo, la cultura, le grandi aziende e così le piccole medie e imprese, fino ai piccoli commercianti e artigiani. Fondi che ci hanno consentito di avere qui il Gran Sasso Science Institute, una eccellenza in campo nazionale che ha portato in città intelligenze da ogni angolo del mondo".
Rispondiamo alla provocazione "con la qualità della fibra ottica, della sperimentazione del 5S - l'affondo di Biondi - con la qualità dei rapporti coi territori: e per questo, così come altrove si persegue, legittimamente, la fusione tra tre grandi Comuni, dovremo aprirci alla città territorio, mettendo in campo una pianificazione più vasta, nel senso della qualità dei servizi socio assistenziali e socio sanitari, dell'innovazione della medicina territoriale, della connettività".
Che poi, il galantuomo risponde alla provocazione dello scostumato in modo elegante "ma il duello all'alba va comunque fatto: dev'essere chiaro che siamo perfettamente in grado d'arrabbiarci", il guanto di sfida del sindaco dell'Aquila; "non ricordo - nella storia recente - 20mila persone che hanno invaso l'autostrada per rivendicare i propri diritti, sindaci di diversa provenienza politica camminare uno accanto all'altro con la fascia tricolore scortati dalla Polizia. Con la stessa forza, d'ora in poi, vigileremo costantemente e se a qualche irresponsabile dovesse venire in mente di provare a mettere mano allo Statuto regionale, ebbene ci faremo trovare pronti. Ciò che è accaduto ieri, ha rafforzato la città capoluogo".
E l'attenzione non sarà soltanto sulla proposta fantasiosa di trasferire il capoluogo: "d'ora in poi, vigileremo sull'offerta sanitaria, sul taglio dei posti letto e delle spese per la riabilitazione che, qui, sono dimezzati rispetto ad altri territori; vigileremo sulla mobilità che procede su due binari differenti, su eventuali tentativi di sopprimere altri uffici nell'ottica della razionalizzazione e dell'accorpamento che somiglia, spesso, ad un vero e proprio scippo. Sia chiaro: la provocazione ha ottenuto l'effetto opposto, e il Consiglio comunale dell'Aquila è unito e con la guardia alta".
Infine, l'ultimo ringraziamento ai consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione, "per la scelta di responsabilità che ci qualifica ulteriormente: ecco perché L'Aquila è il capoluogo di Regione".