Martedì, 21 Novembre 2017 23:50

Consiglio regionale: debiti fuori bilancio da 4.5 milioni per 200 medici di famiglia

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Il Consiglio regionale dl’Abruzzo ha approvato a maggioranza tre proposte di legge che riconoscono debiti fuori bilancio per circa 4.5 milioni euro relativi a sentenze esecutive di secondo grado a favore di circa 200 medici di famiglia. I professionisti avevano attivato contenziosi legali per il mancato pagamento da parte della Regione, in particolate del dipartimento Salute e welfare, d'indennità dal 2000 al 2006, previste nell’accordo integrativo regionale, risalente al 1998.

L’accordo prevede indennità per lo svolgimento di atttività in zone disagiate o disagiatissime.

La firma dell’accordo integrativo regionale è conseguenza di quello colllettivo nazionale. Comunque, i dirigenti regionali hanno presentato per ogni caso ricorso in Corte di Cassazione contro il pronunciamento di secondo grado.

A votare i tre provvedimenti la maggioranza di centrosinistra, mentre contro si è espresso Giorgio D’Ignazio del Nuovo centro destra, consigliere di opposizione che, peraltro, ha assicurato il numero legale alla luce di tre assenze nel centrosinistra. Non hanno partecipato al voto i consiglieri del Movimento 5 stelle e l’ex grillino, oggi nel gruppo misto in quota Sinistra italiana Leandro Bracco, tutti molto critici.

La Giunta aveva già licenziato le tre delibere. Per la maggioranza si tratta di un atto dovuto, visto che il Consiglio deve riconoscere con legge la legittimità di debiti fuori bilancio derivanti, come in questo caso, da sentenze esecutive. Se l’assemblea legislativa non avesse approvato, il debito avrebbe avuto legittimità entro 60 giorni dal ricevimento della proposta. Secondo i Cinque stelle, invece, “i documenti sono anomali per non dire irregolari”. Per il pentastellato Domenico Pettinari, intervenuto più volte per contestare circostanze e somme, “ci sono strumenti per evitare queste sentenze e i relativi costi aggiuntivi anche legali”. Per il presidente della Commissione Bilancio Maurizio Di Nicola (Centro democratico), l’assemblea non aveva scelta “perché le norme prevedono il pagamento dopo l’esecutività della sentenza della Corte d’Appello”.

“Chiedete scusa ai medici che si sono visti riconoscere queste indennità, ai dirigenti regionali, agli avvocati e all’intelligenza di tutti”, è sbottato in aula Di Nicola in un intervento in risposta delle critiche grilline che, tra le altre cose, avevano chiesto il pagamento delle spettanze non riconosciute alle guardie mediche prima dei contenziosi e delle sentenze.

Con il licenziamento delle delibere, la Corte dei conti avvierà un’indagine per verificare il comportamento di chi ha operato.

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