Un errore contenuto nel cosiddetto decreto fiscale (il 148, approvato lo scorso 16 ottobre e convertito in legge il 4 dicembre) rischia di far saltare la proroga triennale dei contratti del personale precario del comune dell'Aquila e degli altri comuni del cratere.
Ad accorgersene è stato Pierluigi Biondi, che ha scritto una lettera indirizzata alla sottosegretaria De Micheli, al vice presidente della Regione Abruzzo Lolli, alla senatrice Stefania Pezzopane e ai coordinatori dei sindaci delle aree omogenee Francesco Di Paolo e Sandro Ciacchi, per sollecitare a prendere provvedimenti correttivi.
Il riferimento normativo contenuto nel decreto, precisa Biondi, rimanda a un'Opcm riguardante solo cinque unità di personale, "peraltro già cessate". Occorre correre ai ripari, fa presente il primo cittadino, altrimentio la proroga potrà essere solo annuale e non triennale.
Scrive Biondi nella lettera che il comma 38 dell'articolo 2 del decreto recita: "Per gli anni 2019 e 2020, al fine di completare le attività finalizzate alla fase di ricostruzione del tessuto urbano, sociale e occupazionale dei territori colpiti dal sisma del 6 aprile 2009, i comuni del cratere sismico sono autorizzati a prorogare o rinnovare, alle medesime condizioni giuridiche ed economiche, i contratti stipulati ai sensi dell'articolo 5 dell'ordinanza del presidente del Consiglio n. 3771 del 19 maggio 2009, e sucessive modificazioni, in deroga alla normativa vigente in materia di vincoli alle assunzioni a tempo determinato presso le amministrazioni pubbliche".
"L'Opcm 3771/2009, però" osserva Biondi "riguarda solo cinque unità del comune dell'Aquila, peraltro già cessate. Così come la stessa Opcm non ha successive modificazioni che facciano immaginare l'estendibilità della norma al restante personale precario. Le assunzioni, infatti, sono state decise con altri provvedimenti".
Gli altri provvedimenti a cui fa riferimento il primo cittadino sono la legge 208 del dicembre 2015 e successive proroghe (2016,2017 e 2018); le Opcm 3784 e 3808 del 2009; 3881 e 3917 del 2010; 3923 e 3950 del 2011; 3992 e 4013 del 2012; le leggi 228 del 2012, 71 e 147 del 2013; la legge 190 del 2014.
Biondi chiede pertanto di correggere l'errore "affinché il comune possa prorogare senza alcun dubbio i contratti per il triennio 2018-2020. In alternativa" conclude la lettera "sarà possibile soltanto estendere il rapporto di lavoro al 31 dicembre 2018".
Cgil: “Intervenire immediatamente”
"Apprendiamo con estrema preoccupazione che nel Decreto Fiscale (decreto legge 16 ottobre 2017, n. 148, convertito in legge del 4 novembre 2017 n. 172, Gazzetta ufficiale del 5 dicembre 2017), che ha prorogato la scadenza dei contratti a tempo determinato al 31 dicembre 2020, si evidenziano errori normativi circa l’individuazione del personale da prorogare, errore che potrebbe pregiudicare la continuità lavorativa dei lavoratori assunti dal Comune dell’Aquila, circa 53 unità lavorative".
A scriverlo, in una nota, sono Francesco Marrelli e Umberto Trasatti, rispettivamente segretario provinciale della Fp Cgil e segretario della Camera del Lavoro della provincia dell'Aquila.
"Chiediamo quindi di intervenire immediatamente, già dal prossimo provvedimento normativo utile, affinché si possa garantire una reale continuità ai tanti lavoratori che prestano la loro opera a servizio dei cittadini e della ricostruzione del nostro territorio".
"È da tempo che questa organizzazione sindacale ha chiesto soluzioni definitive per il personale addetto alla filiera della ricostruzione e nello specifico per i lavoratori assunti con il concorso Ripam (128 del comune dell’Aquila e 72 dei comuni del cratere) e per il personale precario (25 unità lavorative dell’Usra, 25 unità lavorative dell’Usrc 53 unità lavorative del Comune dell’Aquila)".
"Nel provvedimento correttivo, finalizzato a rendere effettivamente esigibile la proroga dei contratti a tempo determinato, torniamo a chiedere di individuare e inserire, sin da ora, un fondo utile alle coperture finanziarie del personale precario, affinché tali coperture permanenti possano garantire l’attivazione delle necessarie procedure di stabilizzazione del personale, in linea con la Legge Madia".