Lunedì, 08 Gennaio 2018 17:39

Rifiuti di Roma in Abruzzo, Ncs chiede le dimissioni di D'Alfonso e Mazzocca

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"L'Abruzzo non può sopperire alle altrui carenze: le incapacità della giunta Marino prima e dell'esecutivo Raggi poi, non possono ricadere sulle spalle dei cittadini abruzzesi e, in particolare, della provincia dell'Aquila".

Parole di Gianfranco Giuliante, coordinatore regionale dei dipartimenti della Lega che, nel pomeriggio, ha tenuto una conferenza stampa a Villa Gioia; accanto a lui, il vice coordinatore regionale Luigi D'Eramo, il coordinatore provinciale Emanuele Imprudente, la coordinatrice comunale Tiziana Del Beato e l'intero gruppo consiliare dei 'salviniani'.

In sostanza, Giuliante ha chiesto le dimissioni di Luciano D'Alfonso e del sottosegretario con delega all'ambiente Mario Mazzocca. "Non mettiamo in dubbio il principio di sussidiarietà ma vogliamo ristabilire la verità", l'affondo di Giuliante; "l'accordo per il trasferimento dei rifiuti di Roma Capitale in Abruzzo è datato 26 settembre 2014: all'epoca, la Giunta regionale - presenti il governatore D'Alfonso, il vice Giovanni Lolli, l'allora assessore oggi sottosegretario Mazzocca e Silvio Paolucci - deliberò di formalizzare l'accordo di programma con Ama, l'azienda capitolina che si occupa della raccolta e smaltimento dei rifiuti, per 'salvare' il sindaco Ignazio Marino, già in difficoltà, su input del Partito Democratico, al governo con Matteo Renzi

Nel deliberato, si giustificava il provvedimento con "l'urgenza e l'interesse pubblico, essendo Roma la capitale del Paese, la città più esposta a livello internazionale"; invece, "si trattava di una partita tutt'interna al PD" ha ribadito Giuliante.

Che ha aggiunto: "Da allora, sono seguite altre delibere: il 13 ottobre 2015, il 6 ottobre 2016 e, l'ultima, il 7 dicembre 2017, presenti D'Alfonso, Lolli, e gli assessori Dino Pepe e Marinella Sclocco. Come allora, oggi l'accordo con Ama viene sfruttato per dinamiche politiche, stavolta tutte interne al Movimento 5 Stelle: trovato l'accordo con l'Emilia Romagna, su impulso dei vertici nazionali la giunta capitolina della sindaca Virginia Raggi ha stoppato il provvedimento, per non pagare dazio al sindaco di Parma Federico Pizzarotti", cacciato dal Movimento - aggiungiamo noi - per aver avallato la realizzazione del termovalizzatore, guarda il caso.

In questi anni, "i consiglieri regionali M5S - attenti a sottolineare ogni stortura - hanno fatto finta di non vedere che la Giunta regionale approvava deroghe continue per ricevere, in caso d'urgenza, l'immondizia di Roma negli impianti della provincia dell'Aquila".

Dunque, i 'salviniani' hanno chiesto le dimissioni di D'Alfonso e Mazzocca ribadendo il loro 'no' ad una "operazione scellerata, l'ennesima, che penalizzerebbe la provincia dell'Aquila già gravata da altri interventi pesanti, come l'autorizzazione alla realizzazione della centrale di compressione a Sulmona, che dovrebbe servire il metanodotto 'Rete Adriatica' Snam".

D'altra parte, il governatore D'Alfonso non ha negato la possibilità di offire un aiuto a Roma, sebbene abbia chiesto al sindaco Raggi di "riconoscere lo stato d'emergenza: ci dicano per quanto tempo dovremmo fornire ulteriore aiuto", ha aggiunto, sottolineando come l'Abruzzo "già da tempo accoglie i rifiuti della capitale: se dovessimo intervenire di nuovo, si tratterebbe di una quota aggiuntiva che andrebbe adeguatamente motivata".

Oltre le dichiarazioni di circostanza, insomma, Regione Abruzzo è pronta a tendere una mano, pur pretendendo si chiarisca il risvolto politico della vicenda, e cioé l'incapacità dei 5 Stelle a gestire l'emergenza rifiuti e, di converso, l'aiuto fornito da un governo Pd; tant'è vero che il sottosegretario Mazzocca, annunciando un vertice tecnico amministrativo in Regione, propedeutico "ad una valutazione politica", sembra avere già le idee chiare su dove verranno conferiti i rifiuti: "Prima di Natale - ha spiegato - Regione Lazio ci aveva chiesto di verificare un'eventuale disponibilità ma la sindaca Raggi non ci ha mai contattati, per cui quelle di cui si parla in queste ore sono soltanto ipotesi. Qualora dovessero concretizzarsi, però, le 100mila tonnellatte annue di rifiuti dovrebbero essere ripartite, che significa trattate e non smaltite, tra l'impianto Aciam di Aielli (40mila tonnellate), il Cogesa di Sulmona (30mila tonnellate) e la Deco spa di Chieti (30mila tonnellate)".

Si eviti un approccio di tipo 'ragionieristico", ha chiesto Giuliante in conferenza stampa; "non si possono non quantificare i costi immateriali che deriverebbero da una scelta così dannosa: innanzitutto, la capacità del sistema di smaltimento abruzzese - di rifiuti indifferenziati, ha tenuto a precisare Giuliante leggendo uno stralcio della citata delibera del 2014 - verrebbe stressata in modo importante, e con ripercussioni difficili da prevedere; inoltre, l'impatto del trasporto dei rifiuti su gomma, lungo l'autostrada e sarà contento il concessionario, potrebbe avere riflessi di natura sanitaria che si debbono tenere in considerazione. Per questo, intendiamo sentire i sindaci dei Comuni che saranno interessati dal passaggio dei rifiuti, per chiedere - insieme a loro - una valutazione d'impatto ambientale in quelle zone".

Ultima modifica il Martedì, 09 Gennaio 2018 04:05

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