Martedì, 09 Gennaio 2018 10:07

Chiusura Utr, appello di Biondi ai sindaci del cratere: "Non dividetevi, serve confronto"

di 

"Sindaci del cratere non dividetevi".

È questo l’appello lanciato dal sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che interviene sulle polemiche e le contrapposte prese di posizione di diversi primi cittadini in relazione alla funzionalità e l’utilità degli Uffici territoriali della ricostruzione (Utr), soppressi con decreto del Governo dal prossimo mese di maggio.

"In questi anni di duro lavoro, spesso consumato nell’indifferenza delle istituzioni romane, i primi cittadini si sono ritagliati un ruolo da protagonisti indiscussi dell’emergenza e della ricostruzione e hanno ottenuto risultati straordinari", aggiunge il sindaco del capoluogo; "da una nuova governance di responsabilità all’organizzazione per aree omogenee, dal riconoscimento dei piani di ricostruzione con valenza urbanistica ai fondi per lo sviluppo del 4%, dall’ottenimento dei contributi per tutti i centri storici, frazioni e piccoli comuni compresi, alla programmazione pluriennale degli interventi pubblici".

Ma che cosa è accaduto? Alcuni sindaci del cratere, non si conoscono ancora i nomi - tra loro, però, ci sarebbe Francesco Di Paolo, uno dei due coordinatori del tavolo che riunisce, appunto, i primi cittadini - hanno sottoscritto una lettera ribadendo la bontà del provvedimento assunto dal Governo che, come noto, prevede lo smantellamento degli uffici territoriali e l'accentramento della filiera a Fossa, all'Ufficio speciale per la ricostruzione del cratere, dove verranno trasferiti i 60 dipendenti degli 8 Utr. 

Abruzzoweb ha pubblicato alcuni stralci della missiva. In sostanza, si spiega che gli uffici "hanno rappresentato un clamoroso fallimento, determinando in molte circostanze i ritardi che oggi si accusano"; si sottolinea, inoltre, che "gli Utr non hanno mai funzionato", anzi "hanno costituito centri di costo significativi sia per la loro logistica che per la loro struttura interna. Infatti, ai 150 mila euro annui dei costi aggiuntivi dovuti alla posizione di responsabili degli otto uffici, si aggiungono altri costi per il funzionamento, per un valore annuo ipotizzabile di circa 360 mila euro, ai quali si sommano le spese per macchine in dotazione ad ogni Utr per un importo complessivo annuo di 72 mila euro, e che fa lievitare la somma a circa 432 mila euro annui".

Soldi che potrebbero essere usati in altro modo, considerato che "dal punto di vista meramente tecnico il bilancio dell'operato dei vari Utr presenta aspetti tragici sia per i ritardi che man mano si sono accumulati, sia per l'omogeneità delle istruttorie. I ritardi sono dovuti principalmente allo scarso carico di lavoro della maggioranza degli Utr e all'eccesivo carico di pratiche rispetto ai dipendenti di altri. Avvilente è infatti il numero di pratiche portate avanti da alcuni Utr, sia in termini numerici che di finanziamenti concessi. Ancora più problematico e snervante è il rapporto tra i vari Utr e l'ufficio centrale di Fossa, nel momento in cui infatti un Utr necessita di chiarimenti sull'interpretazione della norma, i tempi si dilatano a dismisura, arrivando anche a 50-60 giorni per ottenere un parere, che si avrebbe in tempo reale, ovvero in pochi minuti, se si realizzasse l'accorpamento degli stessi sotto la guida degli attuali responsabili nella sede centrale".

Altra negatività lamentata dalle imprese appaltatrici e dai professionisti - si legge ancora - è la disomogeneità delle istruttorie effettuate dai vari uffici territoriali: ciò che viene riconosciuto in termini di indennizzi da un Utr è negato da un altro Utr".

Dunque, la sferzata al Tavolo di coordinamento, liquidato come "inutile" e "autoreferenziale". Con la soppressione degli Utr "viene meno questo istituto non previsto da alcuna legge, decreto o norma qualsivoglia, non disciplinato nelle attribuzioni e competenze, assolutamente assente nei rapporti con i sindaci e mai incisivo sull'evoluzione delle modalità di istruttoria". 

Un documento che segna la rottura profonda con i sindaci che, in queste settimane, si sono opposti al provvedimento, annunciando finanche un ricorso al Tar avverso la decisione. E tra loro, l'altro coordinatore dei primi cittadini Sandro Ciacchi.

Ora, "il rischio è che con l’acqua sporca, la lentezza nel rilascio dei pareri da parte di alcuni uffici territoriali, si butti anche il bambino, e cioè il primato della politica sulla burocrazia", sottolinea Biondi. "Questo il territorio non può permetterselo: non sono in discussione le intuizioni e le visioni di questi durissimi anni, ma l’assetto organizzativo con cui le stesse sono state messe in campo. Per cui discutete, discutiamo - l'accorato messaggio del sindaco dell'Aquila - confrontiamoci anche in maniera cruda come successo in passato ma non spezziamo la nostra unica forza: la compattezza di un fronte di donne e uomini coraggiosi che sono stati in grado di risollevare un territorio ferito a morte".

 

La nota del Tavolo di Coordinamento

Il Tavolo di Coordinamento, costituito dai Delegati dei Sindaci delle otto aree omogenee, alla presenza di 6 rappresentanti su 8, si è riunito in data odierna (9 gennaio 2018) presso l’USRC di Fossa ed in merito agli articoli di stampa pubblicati negli ultimi giorni, circa la presunta rottura tra i primi cittadini del cratere sismico aquilano a seguito della prevista chiusura degli UTR, specifica quanto segue: "in data 21 novembre 2017, l’Assemblea dei Sindaci del Cratere, appositamente convocata per discutere della proposta di soppressione degli UTR, ha approvato, all’unanimità dei presenti (41 su 56 ), la proposta di prorogare al 31/12/2018 la chiusura degli Uffici, con l’impegno da parte dei Sindaci stessi a formulare, entro tale data, una proposta organica di revisione dell’attuale governance amministrativa; nella stessa seduta, l’Assemblea ha dato mandato al Tavolo di Coordinamento di esperire tutte le azioni necessarie ad ottenere il risultato, invitando i Parlamentari abruzzesi a sostenere la proposta".

Da ultimo, in merito alla presunta delegittimazione del tavolo di coordinamento, definito 'inutile ed autoreferenziale', si ricorda che "i Rappresentanti di Area Omogenea sono individuati dai Sindaci delle rispettive aree e che i Coordinatori dei Sindaci del Cratere sono stati individuati dall’Assemblea stessa dei Sindaci e che, pertanto, la loro delegittimazione può essere dichiarata solo da chi li ha nominati. Il Tavolo di Coordinamento, raccogliendo l’invito del Sindaco dell’Aquila, pur nella legittima diversità di visione delle problematiche, auspica l’immediato ritorno all’unità dei Sindaci del Cratere, perché solo attraverso una rinnovata azione comune si potranno centrare gli importanti obiettivi che ancora mancano alla definitiva ricostruzione materiale e sociale del nostro territorio".

Il Tavolo di Coordinamento, infine, ha inteso esprime solidarietà al Coordinatore Sandro Ciacchi "per le ingiustificate accuse apparse in questi giorni su alcuni organi di informazione on-line", e alla "richiesta del personale degli UTR di definitiva assunzione con l’impegno a perorare la giusta causa".

 

Ultima modifica il Martedì, 09 Gennaio 2018 18:30

Articoli correlati (da tag)

Chiudi