Domenica, 21 Gennaio 2018 11:16

Elezioni: Di Maio e l'insostenibile leggerezza del M5S aquilano

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Più di un'ora d'attesa, all'alba di una domenica mattina di pioggia. 

Striscioni in mostra, attivisti entusiasti, giornalisti pronti a strappare una dichiarazione; da giorni, era stata annunciata la visita in città di Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle e candidato pentastellato alla Presidenza del Consiglio: a seguito di una breve visita con pochi 'invitati' alla Basilica di Collemaggio appena riaperta al pubblico, incontro con i cittadini alla villa Comunale e, quindi, passeggiata tra le strade del centro storico dell'Aquila, così recitava il programma. 

E invece Di Maio, giunto in ritardo e scortato dalla consigliera regionale Sara Marcozzi, si è limitato a prendere un caffé al bar del Grand Hotel, rincorso dai simpatizzanti, per salire poi sul van che lo sta accompagnando in giro per l'Italia e ripartire velocemente direzione Chieti. Dieci minuti, poco meno: delle difficoltà della ricostruzione, del centro storico che prova a ripartire, delle angosce dei commercianti hanno provato a raccontargli mentre, di corsa, lasciava la città. 

Meglio dedicare tempo e attenzione a territori che, in questi anni, hanno visto il Movimento radicarsi e acquisire maggiore forza: meglio visitare la provincia di Chieti e, da lì, tornare a Pescara che, in questi giorni, è l'ombelico del mondo a 5 Stelle: dal Villaggio Rousseau, in serata, verranno annunciati i risultati delle parlamentarie. D'altra parte, a L'Aquila i pentastellati non hanno mai 'sfondato', né alle amministrative - con risultati risibili alle elezioni del 2012 e del 2017 - né alle politiche e alle europee. E forse, Di Maio si aspettava un comitato d'accoglienza più imponente: erano un centinaio, e ci teniamo 'larghi' con le stime, gli attivisti giunti alla Villa Comunale per salutarlo.

Sta di fatto che la fugace apparizione non è parsa affatto rispettosa di chi, nonostante la pioggia, ha atteso paziente per più di un'ora al freddo e, soprattuto, di una città capoluogo di Regione che merita, ancora, particolare attenzione da chi si presenta alle elezioni per andare al governo del Paese. 

Ai giornalisti non ha voluto rilasciare dichiarazioni; con i colleghi, siamo riusciti a strappargli soltanto qualche parola che, tra l'altro, denotano scarsa consapevolezza dei difficili processi che stanno interessando L'Aquila. "Cosa cambierebbe del modello messo in campo per la ricostruzione della città?", la domanda. "Il problema di questo Paese è che ci sono troppe leggi che si accavallano, si contraddicono e creano occasioni per i corrotti, togliendo opportunità a chi si comporta onestamente", la risposta di Di Maio, a riproporre lo slogan che sta segnando la sua campagna elettorale. "Il nostro piano di abolizione di 400 leggi dello Stato inutili contribuirà a semplificare le procedure di ricostruzione: il nostro, è un Paese schivo di una burocrazia che non è il burocrate bensì l'atteggiamento culturale della politica che scrive un codice degli appalti e lo modifica centinaia di volte dopo averlo approvato da qualche anno". 

E poi, "basta così": basta domande. Non è stato possibile chiedere altro a Di Maio: avremmo voluto conoscere la strategia dei pentastellati per il rilancio economico e sociale delle aree interne d'Abruzzo e, più in generale, dell'appennino italiano; avremmo voluto sapere dal leader politico 5S che strategia metterebbe in campo per far uscire dall'impasse la ricostruzione dei territori del centro Italia, in caso di governo a Cinque Stelle. E ancora, parlare delle epurazioni di storici attivisti che pure avevano presentato la candidatura alle Parlamentarie.

Non è stato possibile.

Ultima modifica il Domenica, 21 Gennaio 2018 23:10

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