Giovedì, 08 Febbraio 2018 12:27

Elezioni, le interviste. D'Eramo: "Sono l'unico eleggibile di centrodestra"

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“Non possiamo che sottolineare come la classe politica nazionale di centrosinistra, ancora una volta, abbia puntato sul ‘vecchiume’ politico della città dell’Aquila: credo che qualsiasi elettore di centrosinistra provi imbarazzo per le candidature di Massimo Cialente e Stefania Pezzopane che, da trent’anni, continuano a monopolizzare, soffocare e distruggere una eventuale classe dirigente rinnovata. Prima di avventurarmi in considerazioni sulle scelte della coalizione di centrodestra, fossi in loro farei una parola in meno e un ragionamento in più”.

Non le manda a dire Luigi D’Eramo e, nell’intervista a news-town, risponde così alle accuse piovute da sinistra sulle scelte dei partiti di centrodestra che, in sostanza, non hanno riconosciuto adeguata rappresentanza alla città; sottolinea, però, come la Lega sia stata “l’unica forza di centrodestra che, in base ai tecnicismi della legge elettorale – abbia creato le condizioni affinché L’Aquila possa esprimere un parlamentare di coalizione”.

L’assessore comunale è convinto di essere in posizione assolutamente eleggibile, sebbene figuri come terzo nel listino proporzionale per la Camera, sul collegio L’Aquila – Teramo. “Siamo gli unici ad aver costruito uno schema di candidature”, spiega; “infatti, il coordinatore regionale Giuseppe Bellachioma – capolista su L’Aquila/Teramo è candidato anche sull’altro collegio, Pescara/Chieti, e le due donne nei listini sono senatrici uscenti della Lombardia che hanno un seggio blindato al nord”. Dovessero scattare alla Lega due seggi in Abruzzo, per farla breve, Bellachioma verrebbe eletto su Pescara/Chieti e D’Eramo su L’Aquila/Teramo. Difficile, ma fattibile a sentire l’assessore comunale. “Con il 15-16%, un movimento elegge una media di 56-57 deputati sui collegi proporzionali: considerato che in Italia sono 65, in totale, significa che con queste percentuali scatterebbe praticamente un deputato per ogni collegio, più o meno. Dato che in Abruzzo – lo dicono i sondaggi e lo dimostra il risultato alle recenti elezioni amministrative – la Lega ha tra le migliori performance del centrosud, in termini di consenso elettorale, è presumibile possano scattare, appunto, due seggi. Insomma, è un obiettivo che si può cogliere”.

Il senso politico del ragionamento di D’Eramo è piuttosto chiaro: “oggi, per il capoluogo di Regione c’è un’unica possibilità che il centrodestra possa eleggere un rappresentante in Parlamento, e passa attraverso la Lega”; dunque, “nonostante rispetti e collabori quotidianamente con gli esponenti locali del centrodestra – l’appello dell’assessore comunale - credo che su questa battaglia si possa anche lasciare da parte la propria appartenenza e puntare su una candidatura che sia davvero espressione del territorio”.

E si torna, così, al punto di partenza, e alle scelte della coalizione che, sui collegi uninominali in particolare, ha catapultato sul territorio candidati scelti dalle segreterie nazionali; si pensi ad Antonio Martino, imprenditore pescarese candidato sul collegio uninominale L’Aquila/Marsica/Alto Sangro per la Camera, oppure a Gaetano Quagliariello, scelto sul collegio uninominale L’Aquila/Teramo per il Senato. “Non parlerei di scelte di centrodestra – tiene a ribadire D’Eramo - è di tutto evidenza che certe scelte siano state fatte da uno dei partiti della coalizione, e cioè Forza Italia. Hanno deciso così, significa che avranno ritenuto quel tipo di candidature le migliori possibili. Se fossi stato il segretario di Forza Italia, probabilmente avrei assunto scelte diverse”, riconosce a news-town.

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Detto delle candidature, con l’esponente della Lega di Salvini si è parlato anche degli scenari futuri, di cosa potrebbe accadere il 5 marzo qualora non ci dovesse essere una maggioranza parlamentare, e del rischio di un governo di larghe intese. “Credo che gli italiani siano stanchi di esecutivi di responsabilità, governi sulle buste paga dei potentati economici e finanziari europei; credo che la nostra nazione abbia bisogno di un governo che sia reale espressione della volontà popolare, che vada nella direzione di rivendicare anche delle autonomie rispetto alle politiche europee. Non dovesse accadere, credo sarebbe giusto tornare subito al voto: la iattura più grande sarebbe un governo frutto di inciuci, accordi trasversali che, di sicuro, non rispetterebbe la volontà degli elettori di centrodestra e centrosinistra. E’ chiaro che questa non è la migliore legge elettorale che l’Italia abbia avuto, anzi, la ritengo particolarmente perversa dal punto di vista tecnico e della rappresentanza politica che potrebbe esprimere in Parlamento: ma sono queste le regole del gioco, dobbiamo rispettarle”.

Insomma per la Lega si dovrebbe tornare al voto senza indugio, e col Rosatellum. Anche D’Eramo, però, è convinto che il centrodestra possa ottenere la maggioranza e, dunque, tornare al Governo, sebbene le distanze tra Salvini e Berlusconi siano sempre più evidenti. “Una coalizione è credibile se chi rappresenta il centro sa fare il centro e chi rappresenta la parte più a destra sa fare la destra; è evidente che ci sono sensibilità e posizioni anche differenti all’interno della coalizione di centrodestra, ma credo che la responsabilità di Governo dovrà prevalere sulle pur legittime aspirazioni, in termini di applicazione programmatica, di ogni singolo movimento che compone la coalizione. Una quadra c’è, un programma firmato e sottoscritto: è stato chiarito che il movimento che avrà la maggioranza, o comunque il maggior numero di parlamentari eletti, esprimerà la candidatura a premier. Siamo in campagna elettorale, e credo che dovremmo fare tutto ciò che è oggettivamente possibile per far ottenere un voto in più alla Lega. Di certo, un voto alla Lega è un voto di assoluta garanzia che non ci saranno governi frutto di inciuci”.

Dal livello nazionale al piano locale, per D’Eramo la priorità per il territorio aquilano sono ancora i processi di ricostruzione, “la capacità di garantire un flusso di finanziamento annuo che possa dare risposte, nel più breve tempo possibile, ai cittadini: vorrei ricordare che, anche a causa di scelte della passata amministrazione, la quasi totalità delle frazioni del comune dell’Aquila è nelle condizioni del 6 aprile 2009. Credo che per la prima volta un governo possa dare, e debba dare qualora fosse di centrodestra, la legittima attenzione al più devastante terremoto che c’è stato in Italia negli ultimi decenni; intendo una rappresentanza di governo, un sottosegretariato, che si occupi specificatamente del cratere 2009 e dei terremoti che si sono succeduti negli anni scorsi. Il centrosinistra l’ha fallito, questi obiettivo: tant’è vero che, in passato, siamo dovuti andare col cappello dalla sottosegretaria Paola De Micheli, e da coloro che l’hanno preceduta: credo non sia dignitoso per un capoluogo di Regione”.

Dunque, l’auspicio è di dare una “diretta rappresentanza delle questioni del terremoto in seno al governo che possa, finalmente, sbloccare la ricostruzione – oramai attesa da troppo tempo da gran parte della popolazione - in termini di finanziamenti e procedure amministrative e burocratiche”.

Guardando all’Abruzzo nel suo insieme, invece, “è tempo di assumere scelte importanti – sottolinea D’Eramo - ma si fare soltanto con un Governo che appoggi una strategia regionale definita. Penso alle direttive della Bolkestein che rischiano di far mettere in ginocchio gli operatori turistici della costa che gestiscono gli stabilimenti, una realtà economica fondamentale per la Regione e dalla quale non si può prescindere; penso al mancato sviluppo della politica dei parchi, dell’Abruzzo verde, che avrebbe potuto dare risposte – soprattutto alle aree interne – in termini di occupazione e rilancio dell’economico; penso al divario tra aree costiere e zone interne, alimentato dalla classe dirigente di centrosinistra e che va necessariamente cancellato, con un nuovo sistema di infrastrutture e comunicazione”.

Ultima modifica il Venerdì, 16 Febbraio 2018 21:14

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