“Sono rimasto male alla battuta sul ‘vecchiume’ della politica, anche perché, e lo dico come dato oggettivo, quando ho iniziato a fare politica a tempo pieno, lasciando la carriera ospedaliera, avevo poco meno di cinquant’anni, avevo fatto il medico e, col dottor Farina, costruito dal niente il reparto di pneumologia. Se c’è ‘vecchiume’ nella politica lo rappresenta proprio D’Eramo, che ha cominciato da ragazzino a fare l’assessore e nella vita ha fatto soltanto questo”.
Ospite di news-town, Massimo Cialente risponde così a Luigi D’Eramo che, ieri, si era scagliato avverso la decisione del centrosinistra di riproporre l’ex sindaco dell’Aquila e la senatrice uscente Stefania Pezzopane per l’elezione in Parlamento.
“Matteo Renzi mi ha telefonato la sera del 25 gennaio – racconta Cialente – e mi sono messo subito a disposizione; sono un soldato, ho detto al segretario, obbedisco. Mi ritrovo candidato sul collegio uninominale, senza paracadute: ho accettato perché ci credo, perché ho deciso di dedicare la seconda parte della mia vita a risolvere i problemi della gente. Lo faccio come atto d’amore per questa terra che ha straordinarie possibilità; lo faccio perché credo di avere maturato un’esperienza, un bagaglio di competenze che posso mettere a disposizione del Paese. Ed è per questo che mi hanno scelto: per ciò che so, per ciò che so fare, per ciò che voglio fare”.
E non si parli di mancato rinnovamento, sottolinea Cialente: “per una nostra scelta, Pierpaolo Pietrucci a 37 anni è divenuto consigliere regionale; alla sua età, non stavo neanche nel comitato federale del Pci. Candidato sindaco è stato Americo Di Benedetto, altra scelta di rottura, di cambiamento, non è andata bene ma ci abbiamo provato. E poi, il segretario cittadino Stefano Albano ha 29 anni, il segretario provinciale Francesco Piacente mi pare 33 o 34, il segretario regionale Marco Rapino 34. Questo è il rinnovamento”.
Stando ai programmi, l’ex sindaco spiega che, in caso d’elezione, continuerà ad occuparsi prioritariamente della ricostruzione dei due crateri, del 2009 e del 2016-2017: “forse gli aquilani non ne hanno ancora piena consapevolezza, ma la ricostruzione si è fermata”, l’affondo; “i nuovi elenchi che vengono pubblicati almeno in parte sono finti, ci sono pratiche ammesse a finanziamento ma che non sono cantierabili. Il famoso granello di Biondi per bloccare il meccanismo ha finito per bloccarlo davvero. La ricostruzione richiede una manutenzione continua, il ‘modello L’Aquila’ che ora tutti stanno provando a copiare l’abbiamo costruito giorno dopo giorno. Invece, negli ultimi 7 mesi si è fermato tutto”. Poi, c’è il nuovo cratere: “penso a Teramo, va introdotto anche in quei territori il meccanismo del 4% dei fondi per la ricostruzione destinati allo sviluppo economico; la città non ha un progetto strategico, L’Aquila si è salvata perché ce l’aveva, invece. Penso anche ai piccoli borghi: abbiamo la legge Realacci, importante, ma è poco finanziata, bisognerà intervenire”.
L’altro tema è il lavoro: “i posti di lavoro si costruiscono tenendo a mente che stiamo vivendo una profonda rivoluzione, frutto della globalizzazione e dell’innovazione tecnologica; nei prossimi anni, perderemo milioni e milioni di posti che andranno trasformati: ebbene, va costruita una strategia – partendo dalle vocazioni dei territori, dai punti di forza e dalle debolezze – investendo sui lavori del domani. E’ l’operazione che abbiamo fatto a L’Aquila, che forse non è stata ancora compresa fino in fondo: Accord Phoenix è un pezzo di futuro destinato a crescere, e sento ancora parlare in giro di trattamento dei rifiuti; il 5G proietterà la città nel domani: hanno scelto la nostra città per la sperimentazione, ZTE ha deciso di investire qui perché c’era un progetto, una strategia: Infn, Gssi, Università, sottoservizi sono pezzi di un disegno complessivo che ha creato le condizioni affinché venisse acceso a L'Aquila il segnale del 5G, e non altrove”.
Altra risorsa da sfruttare, vocazione inespressa del territorio, è il turismo: “per questo, ho messo 40 milioni di euro sul rilancio del Gran Sasso, e se le Fontari non sono ancora partite è per i ritardi accumulati per la realizzazione della cabina elettrica, arrivata soltanto il 1° dicembre, col maltempo che oramai non permetteva più di lavorare. Il turismo è una grande occasione: i lavori del futuro saranno quelli che non potranno fare le macchine”.
Sull’agenda di Cialente, candidato sul collegio uninominale L’Aquila/Teramo al Senato, c'è poi il tema della sicurezza sismica – “il sisma bonus, per esempio, richiede una disarticolazione: se una famiglia decide di avviare i lavori in casa, dove la porto per i mesi che serviranno a completare le opere?” – e della farraginosità delle opere pubbliche – “abbiamo 8 miliardi di euro fermi, la mia proposta è di costituire una commissione che analizzi 15 casi studio dell’Aquila per capire come accelerare i processi evitando gli imbuti”.
Dunque, uno sguardo alle questioni di politica nazionale: “in questo momento, le altre forze politiche non hanno a cuore il destino del paese; il centrodestra annuncia tutto e il contrario di tutto, per meri fini elettorali, Liberi e Uguali ha il solo obiettivo di demolire Renzi, rompere il Pd per vedere cosa succede, e l’ha detto chiaramente Massimo D’Alema. Dei 5 Stelle, inutile parlare: a L’Aquila, abbiamo avuto Enza Blundo che ha definito il finanziamento al GSSI una marchetta ad una università privata, per far capire lo scollamento dalla realtà. Il Pd – col suo programma in cento punti – è l’unica forza che sta spiegando seriamente come si affronta la crisi dalla quale stiamo faticosamente uscendo”. Non manca un altro affondo ai “vecchi amici” di LeU: “Ci hanno lasciati soli, hanno fatto la scissione prima del congresso: dovevano rimanere nel partito invece, personalmente sono stato sempre in minoranza, per provare a ricostruire il Pd con la presenza forte della sinistra. Hanno fatto altre scelte, che non li premiano però: stanno al 6%, non influiranno, i voti di LeU – per scelta di D’Alema – saranno a disposizione di un governo del Presidente. Sta di fatto che se non vince il Pd, credo si tenterà di riscrivere la legge elettorale per tornare al voto già in ottobre. Si sussurra pure che Mattarella potrebbe proporre una sorta di Costituente”.
Infine, un appello ad “aquilani, teramani e marsicani” che, il 4 marzo, “potranno decidere se darmi fiducia, sapendo che ci sarò sempre, oppure scegliere Quagliariello che, in questi 5 anni, non si è visto manco alla festa dei Carabinieri. Abruzzo non mollare mai, lo slogan: fosse stato per lui, avrebbe mollato da tempo”. E qual è il suo, di slogan? “Ne ho due: il senatore di tutti, e lo sarò come sono stato il sindaco di tutti, e un abruzzese a Roma, che il tema della rappresentanza territoriale in Parlamento è fondamentale per ogni battaglia”.